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- Crescita mondiale rivista al 3,2%, +0,3% rispetto a giugno 2025.
- Dazi USA: aumentati al 19.5%, picco dal 1933.
- Italia: crescita pil prevista allo 0,6% nel 2025-2026.
Recentemente l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato nuove stime riguardo all’economia mondiale attraverso le sue ultime previsioni che presentano un panorama complesso e articolato nel breve termine. Nel documento redatto il 23 settembre 2025 si evidenzia come ci sia stata una modifica positiva nella previsione della crescita mondiale fissata ora al 3,2%, superiore dello 0,3% rispetto a quanto anticipato nel mese di giugno. Al contrario, per l’anno successivo si attende uno slittamento verso il basso: sono attesi incrementi inferiori al 3% e nello specifico 2,5%.
Questo contesto economico internazionale risulta condizionato da molteplici elementi tra cui spiccano: politiche commerciali protezionistiche come i dazi tariffari eretti dagli Stati Uniti a danno dei commerci internazionali e meccanismi inflazionistici variegati. L’OCSE mette in luce gli effetti già visibili degli oneri tariffari sui valori dei consumatori, allertando riguardo alla possibilità concreta di assistere ad un’inflazione continuamente elevata, e ciò potrebbe costituire un fattore limitante per avanzamenti economici futuri.

L’Impatto dei Dazi sull’Economia Statunitense e Globale
Un aspetto cruciale nell’analisi condotta dall’OCSE riguarda la conseguenza dei dazi sull’economia degli Stati Uniti. Mentre le proiezioni riguardanti la crescita per il paese americano sono state corrette verso l’alto, raggiungendo un tasso dell’1.8%, se confrontate con il 2.8% previsto per il 2024, si anticipa tuttavia una fase di ulteriore decrescita con una stima dell’1.5% per il 2026. Questa decelerazione economica viene in parte attribuita ai suddetti dazi istituiti dall’ex presidente Donald Trump che stanno cominciando ad avere effetti palpabili sui costi sostenuti dai consumatori.
In aggiunta a ciò, l’ente francese sottolinea come i livelli medi dei dazi siano aumentati fino a toccare il 19.5% alla fine di agosto; un dato significativo poiché costituisce la soglia più elevata registrata sin dal 1933. Tale innalzamento provoca inevitabilmente una spinta ascendente nei prezzi degli articoli durevoli e potrebbe generare conseguenze ancora più estese sia sul mercato del lavoro sia nelle scelte d’acquisto delle famiglie americane, affermandosi però che alcune imprese estere hanno tentato di attenuare questo impatto attraverso una diminuzione nelle tariffe d’esportazione verso gli USA, benché tale approccio non abbia trovato applicazione su larga scala.
Le prospettive inflazionistiche negli Stati Uniti mostrano valori attesi pari al 2.7% per il 2025 e al 3% per l’anno successivo, configurandosi quindi come superiori agli obiettivi stabiliti dalla Federal Reserve stessa. Un simile contesto potrebbe condurre a una significativa riduzione dell’attività economica, interessando non soltanto gli Stati Uniti, ma estendendosi anche all’Eurozona e alla Cina. In queste aree si manifestano chiari indizi di una diminuzione dei consumi e di una scarsa fiducia da parte delle famiglie.
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La Situazione Economica Italiana: Crescita Moderata e Sfide Strutturali
In merito alla situazione economica italiana, l’OCSE anticipa uno sviluppo moderato dell’economia nazionale; ci si aspetta un incremento del PIL pari allo 0,6% sia per il biennio 2025-2026, rispettando così quanto già ipotizzato nei precedenti rapporti. Per quanto concerne i tassi inflazionistici previsti, si attestano sull’1,9% guardando al 2025 e scendendo leggermente all’1,8% se consideriamo il successivo anno del 2026; cifre marginalmente inferiori rispetto alle proiezioni formulate lo scorso giugno.
Nonostante ciò, però, emerge chiaramente dalla relazione OCSE che i salari reali nel contesto italiano continuano a manifestare fragilità dovuta alla limitata crescita delle remunerazioni nominali attuali. Parallelamente ai disagi esistenti riguardo agli stipendi, emerge anche una forte pressione dei prezzi relativi ai generi alimentari: questa circostanza potrebbe avere ripercussioni negative sul potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Il principale economista dell’OCSE Álvaro Santos Pereira ha osservato come l’Italia goda attualmente di condizioni più favorevoli rispetto ad epoche recenti, ma insiste sulla necessità imperativa di mantenere gli sforzi legati al risanamento finanziario nonché alla contrazione della sostenuta mole di debito pubblico; questo dato resta comunque problematico e cospicuo. Infine, vi è da segnalare tra le raccomandazioni dell’OCSE quella relativa alla prosecuzione delle riforme strutturali evidenziando fattori quali: la semplificazione dei processi burocratici ed amministrativi, maggiore competitività ed investimenti mirati nello sviluppo delle competenze necessarie per accrescere sostanzialmente la competitività del nostro Paese.
Navigare le Turbolenze Economiche: Un Imperativo di Consapevolezza Finanziaria
Le previsioni formulate dall’OCSE forniscono un quadro dettagliato ma intricato della situazione economica globale. All’interno di questa realtà è cruciale sviluppare una robusta comprensione delle dinamiche sia economiche che finanziarie al fine di effettuare scelte sagge che salvaguardino la nostra sicurezza patrimoniale.
Uno degli aspetti fondamentali da considerare in tale contesto è quello relativo all’inflazione, intesa come aumento generale dei prezzi. Questo fenomeno comporta una diminuzione del potere d’acquisto della valuta circolante, rendendo beni e servizi decisamente più onerosi rispetto al passato. È vitale afferrare le implicazioni dell’inflazione sui risparmi personali così come sugli investimenti nel tracciare strategie per un futuro prospero dal punto di vista finanziario.
In aggiunta a ciò, esiste un principio tuttavia non meno significativo: la diversificazione del portafoglio. Nella cornice attuale caratterizzata da oscillazioni imprevedibili nei mercati azionari ed economicamente instabili, la pratica di diversificare gli investimenti distribuendoli su varie classi d’attivo—come azioni, obbligazioni o immobili—si presenta come un mezzo efficace per minimizzare i rischi associati, mentre si preserva così l’integrità patrimoniale individuale. La consapevolezza finanziaria, in sintesi, costituisce un mezzo efficace per gestire le difficoltà economiche, consentendo di edificare un avvenire caratterizzato da maggiore sicurezza e prosperità. Non è necessario diventare specialisti del settore finanziario; ciò che serve è assimilare alcune nozioni fondamentali utili a interpretare l’ambiente circostante. In tal modo, sarà possibile effettuare scelte coerenti con i propri obiettivi e principi morali.







