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- Bridgewater vede rischi senza precedenti per gli asset USA in 50 anni.
- Ordinativi manifatturieri (Fed Richmond) peggiori del Covid-19.
- Goldman Sachs: recessione USA sale dal 15% al 20%.
L’Economia Globale al Bivio: Tra Riarmo e Recessione Indotta
Il panorama economico globale si trova in una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da incertezze crescenti e da scelte politiche che potrebbero plasmare il futuro finanziario del mondo. Al centro di questo scenario complesso, emergono due elementi chiave: il rischio di una recessione indotta dalle politiche economiche e la spinta verso un riarmo su scala europea, apparentemente in contrasto con le tradizionali politiche di austerity.
Un campanello d’allarme proviene dai report di Bridgewater, uno dei principali fondi di investimento a livello mondiale. In un recente documento rivolto agli investitori, viene sottolineato come la situazione attuale presenti sfide senza precedenti negli ultimi 50 anni. In particolare, viene evidenziato un rischio eccezionale per gli asset statunitensi, fortemente dipendenti da flussi di capitali esteri. Questo allarme si concretizza nella diminuzione della partecipazione estera alle aste di Treasuries, raggiungendo i minimi dal dicembre 2021. La combinazione di un rallentamento indotto dalle politiche economiche e l’aumento della probabilità di una recessione delineano uno scenario preoccupante.
A corroborare questa visione, i dati sugli ordinativi manifatturieri tracciati dall’indice della Fed di Richmond mostrano un quadro ancora più allarmante, superando in negativo persino i livelli raggiunti durante la pandemia di Covid-19. Questo dato suggerisce che la recessione potrebbe essere più profonda e dolorosa del previsto, una “recessione a tavolino” indotta da politiche economiche discutibili, come la pantomima dei dazi e delle tariffe.
La domanda cruciale è se stiamo realmente comprendendo la portata del rischio che ci troviamo ad affrontare. L’esperimento di Quantitative Easing (QE) indotto, seguito da una recessione indotta, potrebbe avere conseguenze disastrose. La soglia del 5% di rendimento sui Treasury a 30 anni potrebbe rappresentare un punto di non ritorno, con implicazioni drastiche per l’economia globale.
Il Riarmo Europeo: Una Risposta alla Crisi o una Nuova Minaccia?
In questo contesto di incertezza economica, emerge la decisione senza precedenti dell’Unione Europea di intraprendere un piano di riarmo. Questa scelta, che sembra andare contro i principi democratici e le direttive degli organi di giustizia europei, solleva interrogativi sulla sua reale motivazione. Si tratta di una risposta al timore di un’invasione russa, oppure di una strategia per stimolare il PIL e superare la crisi industriale che affligge l’Eurozona?
Il riarmo potrebbe rappresentare una via di fuga dalla crisi industriale, in particolare nel settore automobilistico, che sta affrontando sfide significative. Tuttavia, questa politica potrebbe anche essere interpretata come una dissimulazione di una crisi strutturale finora negata, destinata a esplodere nel prossimo futuro.
Negli Stati Uniti, l’amministrazione sembra intenzionata a stimolare una recessione per forzare la Federal Reserve ad intervenire e il Congresso a non opporsi al debt ceiling. Questa strategia, seppur controversa, dimostra una visione e una missione chiara: tutelare gli interessi degli Stati Uniti a qualsiasi costo. In Europa, invece, la classe dirigente sembra incapace di comprendere la portata della crisi e le implicazioni del piano di riarmo.

Le Politiche di Trump e il Rischio di “Trumpcession”
Il termine “Trumpcession”, coniato nel 2018, è tornato in auge per descrivere la potenziale recessione che le politiche dell’amministrazione potrebbero causare all’economia statunitense. Le scelte del presidente, in particolare in materia di dazi, politiche migratorie e tagli alla spesa pubblica, sembrano danneggiare l’economia degli Stati Uniti.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno stimato un aumento della probabilità di recessione negli Stati Uniti dal 15% al 20%, mentre Morgan Stanley ha rivisto le sue previsioni sulla crescita del PIL nel 2025, passando da 1.9% a 1.5%. Questi dati riflettono le preoccupazioni degli esperti riguardo all’impatto delle politiche dell’amministrazione sull’economia.
L’indice S&P 500, uno dei principali indicatori del mercato azionario statunitense, ha registrato una performance inferiore rispetto alle tre amministrazioni precedenti. Questo dato suggerisce che le politiche dell’amministrazione stanno avendo un impatto negativo sulla fiducia degli investitori e sulle prospettive di crescita del paese.
Le strategie protezionistiche nel commercio estero hanno generato attriti con i partner commerciali, dando vita a un circolo vizioso di imposte che ha gonfiato i costi operativi per le aziende e reso instabile il mercato.
Dilemma Monetario e Prospettive Future
Le tariffe doganali rendono più complessa la gestione della politica monetaria da parte della Federal Reserve e delle banche centrali dei paesi emergenti, a causa delle oscillazioni dei tassi di cambio.
L’imposizione totale di imposte sui prodotti importati potrebbe determinare un incremento significativo dei prezzi al consumo e frenare l’espansione economica.
Nel continente europeo, le previsioni di crescita appaiono più favorevoli, grazie alla speranza di un’interruzione delle ostilità e di una possibile conclusione del conflitto in Ucraina.
In molte economie sviluppate, ad eccezione dell’Eurozona, si è interrotto il percorso di rientro dell’inflazione verso il livello auspicato dalle banche centrali.
Il rischio di un effetto persistente generato da aspettative inflazionistiche in aumento sembra superiore a quello derivante dalla guerra commerciale del 2018/2019.
La coesistenza di una crescita più contenuta e di un’inflazione più alta, causata dalle tariffe sulle importazioni, pone un problema alla Federal Reserve nel perseguire i suoi obiettivi di stabilità dei prezzi e massima occupazione.
La Bce sembra intenzionata a tagliare i tassi di almeno altri 25 punti base, ma resta da vedere se il tasso di deposito verrà abbassato al di sotto del 2%.
Navigare l’Incertezza: Strategie per il Futuro Economico
Di fronte a questo scenario complesso e incerto, è fondamentale adottare strategie oculate per proteggere i propri risparmi e investimenti. La diversificazione del portafoglio, la gestione del rischio e la conoscenza approfondita dei mercati finanziari sono elementi chiave per affrontare le sfide del futuro economico.
Comprendere i meccanismi che guidano l’economia globale e le politiche monetarie delle banche centrali è essenziale per prendere decisioni informate e consapevoli. La capacità di adattarsi ai cambiamenti e di anticipare le tendenze future può fare la differenza tra il successo e il fallimento nel mondo degli investimenti.
In questo contesto, è importante ricordare un concetto fondamentale dell’economia: il rischio e il rendimento sono strettamente correlati. Investimenti più rischiosi possono offrire rendimenti più elevati, ma comportano anche un maggiore potenziale di perdita. Pertanto, è fondamentale valutare attentamente il proprio profilo di rischio e scegliere investimenti adeguati alle proprie esigenze e obiettivi.
Un concetto più avanzato da tenere in considerazione è la teoria del ciclo economico, che descrive le fluttuazioni dell’attività economica nel tempo. Comprendere le fasi del ciclo economico può aiutare a prevedere le tendenze future e a prendere decisioni di investimento più informate. Ad esempio, durante una fase di espansione economica, può essere opportuno investire in azioni, mentre durante una fase di recessione, può essere più prudente investire in obbligazioni o altri asset più sicuri.
In definitiva, la chiave per navigare l’incertezza economica è la conoscenza, la prudenza e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Mantenere una mente aperta e continuare ad apprendere dai migliori economisti italiani e internazionali è fondamentale per migliorare la propria situazione economica e raggiungere i propri obiettivi finanziari.