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La Stabilizzazione del Mercato Petrolifero Riuscirà a Far Salire i Prezzi della Benzina?

Opec+ ha esteso i tagli produttivi fino al 2025. Scopri come le loro decisioni influenzeranno il prezzo del petrolio e il costo della benzina nei prossimi mesi.
  • L'Opec+ ha deciso di estendere i tagli produttivi fino a dicembre 2025, mantenendo una riduzione di 2,2 milioni di barili al giorno fino a settembre 2024.
  • I tagli volontari, inclusi quelli di Arabia Saudita e Russia, continueranno fino a 2025 con aggiustamenti graduali dal secondo semestre del 2024.
  • Secondo le previsioni dell'Opec, la domanda di petrolio crescerà di 2,2 milioni di barili al giorno nel 2024, un dato significativamente superiore rispetto alle stime della AIE.

Il vertice dell’Opec, un tempo caratterizzato da incontri singoli tra ministri a porte chiuse con esiti chiari, ha subito una trasformazione significativa. Le riunioni si sono moltiplicate e spesso si svolgono su piattaforme digitali, rendendo le conferenze stampa rare e i comunicati ambigui e lacunosi. Domenica scorsa, tutto è stato ancora più complicato e sommerso. Le riunioni plenarie, che dovevano tenersi in presenza nella sede di Vienna, sono state spostate online. Inoltre, una terza riunione è stata convocata a Riad, riservata a un gruppo ristretto di otto Paesi: un’élite a guida saudita che include anche Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakhstan, Algeria e Oman.

Questa élite si è fatta carico dei tagli di produzione “volontari”, che obbligano tutta la coalizione, e ha deciso come ritirarli. I tagli, pari a 2,2 milioni di barili al giorno e annunciati nel novembre 2023, continueranno fino a settembre 2024, per poi essere gradualmente ridotti fino al ritiro completo entro settembre 2025. La scommessa si basa sulla convinzione che la domanda globale di greggio, attualmente debole, riprenderà vigore. I tecnici dell’Opec prevedono che la domanda crescerà di 2,2 milioni di barili al giorno già nel 2024, il doppio di quanto atteso dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE).

Il ministro saudita, principe Abdulaziz bin Salman, ha commentato: “Aspettiamo che i tassi d’interesse scendano e che la traiettoria della crescita economica migliori, il che probabilmente farà salire la domanda”. Tuttavia, il gruppo è pronto a rivedere ogni decisione. “Qualcuno ha visioni pessimiste, non sappiamo come finirà, vogliamo muoverci in modo diligente e cauto”, ha aggiunto.

Il petrolio va sull’ottovolante: l’Opec+ disorienta il mercato

Il mercato fatica a comprendere le mosse dell’Opec+. Il 4 maggio 2024, all’indomani di una giornata cruciale per le politiche del gruppo, il Brent ha oscillato intorno alla parità per poi affondare di circa il 3%, scendendo sotto la soglia degli 80 dollari al barile. Il WTI è scivolato sotto i 75 dollari, in una seduta nervosa, probabilmente riflettendo la difficoltà di interpretare l’impatto delle decisioni annunciate domenica.

L’ultima riunione dell’Opec+ ha prolungato la stretta alla produzione avviata nell’autunno del 2022, con proroghe differenziate che copriranno fino al 2025. È stata predisposta una “exit strategy”, secondo la quale la disponibilità di greggio dovrebbe risalire dal prossimo ottobre, riportando sul mercato 2,5 milioni di barili al giorno entro la fine del 2025, secondo un calcolo di ING.

Taglio barili di petrolio, rischio rialzi per il prezzo della benzina

Alla fine, hanno prevalso i sì. Fino alla fine del 2025, l’Opec+ applicherà un taglio sulla produzione del petrolio pari a circa due milioni di barili al giorno, con l’obiettivo di far risalire i prezzi, che non hanno più toccato i picchi del 2022. La decisione, tuttavia, è stata ponderata con attenzione per evitare contraccolpi agli attori della filiera. Alcuni Paesi, come l’Iraq, si opponevano alla proroga per timore di guadagnare meno.

Gli Emirati Arabi Uniti ridurranno ulteriormente la produzione di altri 300.000 barili al giorno. Anche la Russia, l’Arabia Saudita, l’Algeria, l’Oman, il Kazakhstan, il Kuwait e l’Iraq continueranno con tagli addizionali fino al 2025. Nonostante l’accordo raggiunto, permangono sfide. Secondo l’analista di Rystad Energy, Mukesh Sahdev, l’Opec+ potrebbe avere difficoltà a mantenere fede alle sue intenzioni. Nel primo trimestre del 2024, l’Iraq e il Kazakhstan hanno superato le rispettive quote, così come la Russia ad aprile.

I prezzi del petrolio sono stagnanti, intorno agli 80 dollari al barile per il Brent del Mare del Nord e il WTI statunitense. La diffusione delle auto elettriche, che registra numeri significativi in Italia, e la graduale rinuncia alle vecchie fonti di combustione riducono il margine di manovra degli operatori. I 100 dollari al barile di settembre 2022 restano lontani, anche a causa di un’attività industriale rallentata e di temperature invernali miti.

L’AIE ha corretto i valori al ribasso, mentre l’Opec+ ribadisce le sue stime per il 2024. La discesa delle quotazioni è dipesa anche dall’incremento della produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Brasile, che potrebbero compensare la contrazione stabilita dall’Opec+. Tuttavia, la mossa potrebbe scuotere un settore già in limbo, con una crescente consapevolezza dei problemi ambientali e la pressione degli organismi politici, tra cui l’Unione Europea, che spingono per una svolta.

Gli esperti suggeriscono che il provvedimento del cartello potrebbe spingere i prezzi della benzina al rialzo nei prossimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti, dove il costo del petrolio rappresenta circa la metà del costo di un litro di benzina. Le oscillazioni saranno inferiori in Europa, dove le tasse costituiscono una quota maggiore del costo del carburante. Le scorte oltreoceano rimangono superiori ai livelli del 2023, nonostante l’inflazione abbia lasciato molte persone insoddisfatte dello stato dell’economia circolare, malgrado una crescita forte e una bassa disoccupazione.

Opec+ estende tagli produttivi aggiuntivi sino a dicembre 2025

L’Opec+ ha deciso di estendere i tagli produttivi aggiuntivi fino a dicembre 2025. Questa decisione è stata presa per stabilizzare il mercato e prevenire un eccesso di offerta che potrebbe far crollare i prezzi. La coalizione ha deciso di mantenere i tagli di produzione a 2,2 milioni di barili al giorno fino a settembre 2024, per poi ridurli gradualmente fino a settembre 2025.

Questa strategia è stata adottata in risposta alle previsioni di una ripresa della domanda globale di petrolio. I tecnici dell’Opec prevedono che la domanda crescerà di 2,2 milioni di barili al giorno nel 2024, il doppio di quanto previsto dall’AIE. Tuttavia, la coalizione è pronta a rivedere le sue decisioni in base all’andamento del mercato e alla situazione economica globale.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’Opec+ ha adottato una strategia complessa e articolata per gestire la produzione di petrolio fino al 2025. Le decisioni prese riflettono una scommessa sulla ripresa della domanda globale di greggio, ma anche una cautela dovuta alle incertezze economiche e alle pressioni ambientali. Il mercato ha reagito con nervosismo, e i prezzi del petrolio hanno subito oscillazioni significative. Gli effetti di queste decisioni si faranno sentire anche sui prezzi della benzina, con possibili aumenti nei prossimi mesi.

Una nozione base di economia e finanza correlata a questo tema è il concetto di offerta e domanda. La decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione è un tentativo di ridurre l’offerta per far salire i prezzi, in previsione di una futura crescita della domanda.

Una nozione avanzata correlata è il concetto di elasticità della domanda. La domanda di petrolio è relativamente anelastica nel breve termine, il che significa che variazioni nel prezzo non portano a grandi cambiamenti nella quantità richiesta. Tuttavia, nel lungo termine, la domanda può diventare più elastica, soprattutto con l’aumento della diffusione delle energie rinnovabili e delle auto elettriche. Questo rende le decisioni dell’Opec+ particolarmente delicate e complesse, poiché devono bilanciare le esigenze immediate con le tendenze a lungo termine del mercato energetico globale.

Riflettiamo su come queste dinamiche influenzano non solo l’economia globale, ma anche le nostre vite quotidiane. Le decisioni prese a livello internazionale possono avere un impatto diretto sui costi che affrontiamo ogni giorno, come il prezzo della benzina. È importante rimanere informati e consapevoli di come le politiche economiche globali si riflettono nelle nostre realtà locali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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