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- I forfettari versano l'iva trimestralmente dal 1° ottobre 2025.
- Acquisti intra-ue: sopra 10.000 € iva da versare in italia.
- CPB: termine accettazione proposta fissato al 30 settembre.
Un’analisi approfondita
Il panorama fiscale italiano è in continuo movimento, con novità che impattano direttamente su imprese e professionisti. Recentemente, il D. Lgs. 81/2025 ha introdotto importanti modifiche riguardanti i termini di versamento dell’IVA per i soggetti in regime forfettario, mentre il Concordato Preventivo Biennale (CPB) si appresta a vivere una nuova stagione con il biennio 2025/2026. Queste modifiche, insieme alle reazioni positive dei commercialisti per l’accoglimento di diverse proposte, delineano un quadro complesso ma in evoluzione, che merita un’analisi dettagliata.
Termini di versamento IVA per i forfettari: La trimestralizzazione
Una delle novità più rilevanti riguarda i soggetti in regime forfettario, obbligati a integrare le fatture con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta sul valore aggiunto per le operazioni in cui risultano debitori d’imposta. Il D. Lgs. 81/2025 ha modificato il termine di versamento dell’IVA, portandolo al 16 del secondo mese successivo a ciascuno dei trimestri solari. Questa modifica, introdotta nell’articolo 1, comma 58, L. 190/2014, rappresenta un cambiamento significativo rispetto al precedente termine mensile.
È
essenziale porre l’accento sul fatto che, prima dell’efficacia della nuova normativa, subentrata il 13 giugno 2025, rimane in vigore l’obbligo di liquidazione su base mensile entro il sedicesimo giorno del mese seguente all’operazione.
La relazione esplicativa che correda il D. Lgs. 81/2025
chiarisce che le disposizioni rivedute avranno effetto sulle operazioni svolte a partire dal 1° ottobre 2025, prendendo a riferimento il momento di effettuazione stabilito dall’articolo 6 del D. P. R. 633/1972.
Per quanto riguarda gli acquisti intracomunitari di beni, è necessario distinguere in base all’importo delle operazioni. Se l’importo è
inferiore ai 10.000 euro nel periodo d’imposta precedente e finché tale soglia non venga superata nell’anno corrente, l’imposta sul valore aggiunto deve essere saldata nel Paese del venditore comunitario.
In questa circostanza, l’acquirente residente in Italia non è obbligato all’iscrizione al VIES né a versare l’imposta sul territorio nazionale.
Diversamente, per le acquisizioni intracomunitarie di beni che superano la somma di 10.000 euro,
i contribuenti che adottano il regime agevolato residenti in Italia devono integrare la fattura emessa dal fornitore intracomunitario, specificando l’aliquota dovuta e la corrispondente imposta, il cui versamento dovrà avvenire entro i termini prefissati.
Per quanto concerne le importazioni, i soggetti inclusi nel regime forfettario sono tenuti a seguire le regole generali stabilite dagli articoli dal 69 al 71 del D. P. R. 633/1972.
Non sussiste un vincolo alla registrazione contabile delle dichiarazioni doganali di importazione, tuttavia queste devono essere conservate e protocollate secondo i periodi standard.
Per l’acquisizione di prestazioni di servizi, l’Amministrazione Finanziaria ha specificato che, nel caso in cui un committente soggetto passivo d’imposta comunitario riceva servizi di natura generica, l’IVA è sempre corrisposta in Italia.
Pertanto, l’acquirente italiano in regime forfettario è tenuto a integrare la fattura rilasciata dal fornitore intracomunitario, indicando l’aliquota dovuta e la relativa imposta, da versare entro i termini stabiliti. A differenza degli acquisti intracomunitari di beni, non sono previste soglie minime per gli acquisti di servizi.
Qualora i servizi provengano da un soggetto passivo non residente nell’Unione Europea, l’operazione ha rilevanza fiscale in Italia.
Di conseguenza, il contribuente che opera in regime forfettario è tenuto all’emissione di un’autofattura, riportando l’aliquota appropriata e l’imposta corrispondente, da saldare entro le scadenze indicate.
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Novità nel Concordato Preventivo Biennale (CPB) 2025/2026
Con l’inaugurazione della nuova fase del CPB, si presenta l’occasione di sottoscrivere l’accordo con il Fisco per il biennio 2025-2026.
Il Decreto “Correttivo” ha spostato in avanti il termine per aderire e ha introdotto importanti novità, in particolare sulle cause di esclusione, cessazione e decadenza.

L’obiettivo principale è fare il punto sulle modifiche intervenute, al fine di evitare errori che potrebbero inficiare l’adesione.
Verranno esaminati i criteri per l’ammissione e per la non ammissibilità, le scadenze e le procedure di accettazione, oltre all’applicazione corretta del regime fiscale sostitutivo per l’incremento di reddito, il reddito suscettibile di agevolazione e gli anticipi fiscali dovuti.
Sarà dedicata un’attenzione specifica anche ai risultati degli ISA e alle proposte di reddito, con l’intento di effettuare una valutazione sull’opportunità economica di aderire.
Reazioni positive dei commercialisti
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha manifestato gradimento per l’accoglimento di un consistente insieme di proposte avanzate dalla categoria nei mesi precedenti all’interno del decreto correttivo in materia di adempimenti e concordato preventivo biennale, reso noto il 12 giugno 2025 nella Gazzetta Ufficiale, e nel decreto fiscale approvato nella medesima data in Consiglio dei ministri.
Particolarmente apprezzato è stato lo spostamento della scadenza per il versamento del saldo relativo all’anno fiscale 2024 e dell’anticipo per l’anno fiscale 2025, un provvedimento che interessa i contribuenti soggetti agli ISA e quelli che adottano il regime forfettario, un’altra istanza avanzata dal Consiglio Nazionale e accolta dall’esecutivo.
Tra le istanze recepite si annoverano: la trasmissione su base annuale dei dati al sistema della tessera sanitaria, una definizione più razionale della scadenza per l’invio delle Certificazioni Uniche relative ai lavoratori autonomi, la suddivisione in trimestri del versamento IVA per i contribuenti in regime forfettario che ricevono prestazioni in regime di reverse charge, una maggiore razionalizzazione delle cause di decadenza dal CPB con particolare riferimento alla ricezione di un avviso bonario, la fissazione del termine per l’accettazione della proposta CPB al 30 settembre, e l’inquadramento della cessione di quote di associazioni professionali nella categoria dei redditi diversi.
Verso una maggiore semplificazione e chiarezza nel sistema fiscale
Le recenti modifiche normative, pur complesse, sembrano andare nella direzione di una maggiore semplificazione e chiarezza del sistema fiscale italiano. La trimestralizzazione del versamento IVA per i forfettari, ad esempio, rappresenta un passo avanti verso una gestione più agevole degli adempimenti fiscali per questa categoria di contribuenti. Allo stesso modo, le modifiche al CPB mirano a rendere lo strumento più accessibile e meno penalizzante per chi decide di aderirvi.
È fondamentale che i professionisti e le imprese si tengano costantemente aggiornati sulle novità normative, al fine di evitare errori e di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal sistema fiscale. La collaborazione tra istituzioni e categorie professionali, come dimostrato dal recepimento delle proposte dei commercialisti, è un elemento chiave per la costruzione di un sistema fiscale più efficiente e vicino alle esigenze dei contribuenti.
Comprendere le implicazioni economiche delle nuove normative
Amici, cerchiamo di capire insieme cosa significano queste novità per la nostra vita economica. Una nozione base di economia che si applica qui è il concetto di costo opportunità. Ogni volta che prendiamo una decisione, rinunciamo a qualcosa. Nel caso dei forfettari, la trimestralizzazione dell’IVA può sembrare una semplificazione, ma dobbiamo valutare se i benefici (meno adempimenti mensili) superano i costi (possibile minore liquidità nel breve periodo).
Un concetto più avanzato è la teoria dei giochi. Il CPB è un gioco tra il contribuente e il Fisco. Ambedue le parti cercano di massimizzare il proprio vantaggio. Il contribuente cerca di pagare meno tasse, il Fisco cerca di incassare il giusto. Capire le regole del gioco (le cause di esclusione, cessazione e decadenza) è fondamentale per prendere decisioni informate e ottenere il miglior risultato possibile.
Riflettiamo: queste modifiche ci spingono a essere più consapevoli delle nostre scelte economiche. Dobbiamo valutare attentamente i costi e i benefici di ogni decisione, e cercare di capire come le nuove normative possono influenzare la nostra situazione finanziaria. Solo così potremo navigare con successo nel complesso mondo del fisco e costruire un futuro economico più solido.