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- Utili netti del settore bancario: 46,5 miliardi di euro nel 2024.
- Aumento dei profitti del 14% rispetto al 2023.
- Utili cumulati 2022-2024: oltre 112 miliardi di euro.
Un Confronto sui Contributi
Il dibattito sull’eventuale contributo del settore bancario alla manovra finanziaria si infiamma, con il Governo che sollecita un gesto di responsabilità da parte degli istituti e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) che risponde con fermezza. Al centro della discussione, la richiesta del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di un contributo da parte delle banche, motivate dagli “utili stratosferici” registrati negli ultimi anni, per finanziare misure di alleggerimento fiscale a favore di famiglie e imprese. Questa richiesta, sollecitata da Matteo Salvini, ha trovato una risposta immediata e contraria da parte del presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, che ha rivendicato la solidità e l’impegno del settore bancario nel fronteggiare anni di crisi e difficoltà.
Patuelli, durante una lectio all’Università Link di Roma, ha rimarcato come le istituzioni finanziarie abbiano fronteggiato crisi aziendali, debito sovrano, periodi di contrazione economica, pandemie, disastri naturali e conflitti, rispondendo con rafforzamenti patrimoniali, accantonamenti e riorganizzazioni negoziate con le rappresentanze sindacali.
La richiesta del Governo si inserisce in un contesto di preparazione della legge di bilancio, che dovrà fare i conti con previsioni di crescita economica modeste, con un PIL stimato in aumento dello 0,5% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026. In questo scenario, il Governo cerca di individuare risorse per finanziare una “rottamazione ragionevole” delle cartelle esattoriali e un pacchetto di misure a sostegno di famiglie e ceto medio.
Analisi dei Profitti Bancari: Realtà e Percezioni
Nonostante le rivendicazioni dell’ABI, i dati relativi ai profitti del settore bancario negli ultimi anni dipingono un quadro differente. Nel 2024, il comparto ha raggiunto un picco storico con 46,5 miliardi di euro di profitti netti, con un aumento del 14% rispetto al 2023. Nel triennio 2022-2024, gli utili cumulati hanno superato la soglia dei 112 miliardi di euro, un ammontare inedito persino rispetto al periodo precedente la crisi finanziaria del 2008. L’incremento dei tassi d’interesse stabilito dalla Banca Centrale Europea ha contribuito ad amplificare i margini derivanti dall’intermediazione creditizia, trasformando i finanziamenti a famiglie e imprese in una fonte di notevole redditività.
Un esame comparativo con gli anni precedenti rivela che, tra il 2018 e il 2021, gli utili annuali si attestavano tra i 15 e i 16 miliardi di euro, fatta eccezione per il drastico calo del 2020 a causa della pandemia. A partire dal 2022, si è assistito a una svolta significativa, con profitti che hanno raggiunto i 25,5 miliardi di euro, poi i 40,7 miliardi di euro nel 2023, fino al record dell’anno passato. Questi dati suggeriscono che il triennio appena concluso è stato uno dei più redditizi della storia recente per le banche italiane.
Tuttavia, è importante considerare che il settore bancario ha dovuto affrontare sfide significative negli ultimi anni, tra cui la gestione dei crediti deteriorati, l’adeguamento alle nuove normative e la necessità di investire in tecnologie innovative. Inoltre, le banche hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere l’economia durante la pandemia, fornendo liquidità alle imprese e alle famiglie in difficoltà.

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Il Contributo del Settore Bancario: Un Confronto Internazionale
La questione del contributo richiesto al settore bancario non è unicamente italiana. Negli ultimi due anni, diverse nazioni europee hanno implementato misure volte a sollecitare un apporto straordinario dagli enti creditizi. In Spagna, il governo ha introdotto una specifica imposta temporanea sugli extraprofitti bancari, equivalente al 4,8% dei ricavi netti derivanti da interessi e commissioni, con lo scopo di finanziare iniziative contro l’aumento del costo della vita. In Ungheria, per affrontare gli oneri energetici, si è disposto un tributo ad hoc per le banche, mentre nella Repubblica Ceca e in Lituania sono stati attuati programmi simili, presentati come strumenti di intervento urgente.
Comunque, la replica delle istituzioni finanziarie si è rivelata sovente affine: difesa della propria immagine, avvertimenti sui pericoli per l’abilità di concedere prestiti e richiesta di evitare che un provvedimento a tempo determinato si trasformi in una tassazione fissa.
La posizione dell’ABI è inequivocabile: il sistema bancario italiano non può essere considerato un mero strumento fiscale. Il settore, come sostenuto da Patuelli, ha già dimostrato la sua capacità di resistere a shock sistemici e di contribuire alla stabilità del Paese, e non può ora essere indicato come una facile fonte di guadagni. Più che una semplice divisione di nuovi obblighi, entra in ballo la tenuta del rapporto fiduciario tra lo Stato e i suoi operatori finanziari.
Equilibrio tra Contributi e Sostenibilità del Settore Bancario
La discussione in corso evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra la richiesta di contributi al settore bancario e la sua capacità di sostenere l’economia e di erogare credito. È fondamentale che qualsiasi misura adottata tenga conto della specificità del settore bancario e del suo ruolo cruciale nel sistema finanziario. Un prelievo eccessivo o mal calibrato potrebbe compromettere la stabilità degli istituti e la loro capacità di finanziare imprese e famiglie, con conseguenze negative per l’intera economia.
Allo stesso tempo, è comprensibile la richiesta del Governo di un contributo da parte del settore bancario, soprattutto in un momento di difficoltà economica e di necessità di risorse per sostenere le fasce più deboli della popolazione. Tuttavia, è importante che questo contributo sia equo, trasparente e commisurato alla capacità degli istituti, e che non comprometta la loro solidità e la loro capacità di svolgere il proprio ruolo di intermediari finanziari.
La sfida per il Governo e per l’ABI è quella di trovare una soluzione che tenga conto di tutte queste esigenze, e che garantisca la stabilità del sistema finanziario e il sostegno all’economia.
Verso un Futuro di Collaborazione e Responsabilità Condivisa
La vicenda del contributo richiesto alle banche solleva interrogativi importanti sul ruolo del settore finanziario nella società e sulla necessità di una maggiore collaborazione tra pubblico e privato. È essenziale che le banche, pur perseguendo i propri obiettivi di profitto, siano consapevoli della propria responsabilità sociale e del proprio ruolo nel sostenere l’economia e il benessere della collettività. Allo stesso tempo, è importante che il Governo riconosca il ruolo cruciale del settore bancario e che adotti politiche che ne favoriscano la stabilità e la crescita.
Un approccio costruttivo e basato sul dialogo può portare a soluzioni innovative e sostenibili, che tengano conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte e che contribuiscano a costruire un futuro di prosperità e benessere per l’intera società.







