E-Mail: [email protected]
- Restrizioni commerciali triplicate dal 2019: allarme protezionismo.
- Squilibri macroeconomici alimentano tensioni, domanda concentrata negli USA.
- Commercio globale diviso: contrazione significativa degli scambi mondiali.
Durante un recente intervento a Pechino, presso la Banca Popolare Cinese, Lagarde ha sottolineato come le “politiche commerciali coercitive” non siano una soluzione sostenibile agli squilibri economici e che, al contrario, rischiano di erodere le fondamenta della prosperità globale.

Lagarde ha richiamato l’attenzione sul fatto che le restrizioni commerciali su beni, servizi e investimenti sono triplicate dal 2019, un dato allarmante che suggerisce una crescente tendenza verso il protezionismo. Ha inoltre evidenziato come gli squilibri macroeconomici, con deficit e surplus dei conti correnti sempre più concentrati, stiano alimentando le tensioni commerciali. La presidente della BCE ha osservato che la domanda globale è diventata più concentrata negli Stati Uniti, mentre gli interventi legati ai sussidi che distorcono il commercio sono in aumento sia nei mercati emergenti che nelle economie avanzate.
- 👍 Ottimo articolo! Lagarde ha centrato il punto......
- 👎 Non sono d'accordo, il protezionismo può......
- 🤔 E se le tensioni commerciali fossero un'opportunità...?...
Un parallelo con la storia economica
Per illustrare i pericoli degli approcci unilaterali, Lagarde ha ripercorso tre fasi della storia economica internazionale del secolo scorso. Ha ricordato come il sistema aureo tra le due guerre mondiali portò a tensioni persistenti, con gli aggiustamenti che ricadevano esclusivamente sui paesi deficitari, e come il volume del commercio globale crollò di circa un quarto tra il 1929 e il 1933. Anche il sistema di Bretton Woods, nonostante un notevole incremento del commercio internazionale, si è sgretolato quando gli Stati Uniti non sono stati disposti a mettere in secondo piano i propri obiettivi di politica interna.
C’è, tuttavia, una differenza fondamentale, come rimarcato da Lagarde: il sistema postbellico ha mostrato una maggiore capacità di resistere alle crisi grazie alle dinamiche della Guerra Fredda, che offrivano motivazioni geopolitiche per la cooperazione economica. Oggi, lo scenario è mutato: il commercio globale si è espanso rapidamente, ma l’allineamento tra i rapporti commerciali e le alleanze di sicurezza si è affievolito.
La frammentazione del commercio globale
La presidente della BCE ha descritto l’era attuale come caratterizzata da una globalizzazione in cui non tutte le nazioni sono legate dalle stesse garanzie di sicurezza o alleanze strategiche. La divisione attualmente in corso è spinta da due fattori principali: il riposizionamento geopolitico e la crescente percezione di pratiche commerciali inique. Lagarde ha evidenziato come i disavanzi e gli avanzi delle partite correnti si siano concentrati in modo molto più accentuato in un numero ristretto di paesi, esacerbando le frizioni commerciali.
Sulla base delle analisi condotte dallo staff della BCE, si prevede che una divisione del commercio globale in blocchi contrapposti porterebbe a una contrazione significativa degli scambi mondiali, arrecando danni a tutte le economie di primo piano. Lagarde ha perciò sollecitato tutti i paesi a rivedere il modo in cui le loro politiche strutturali e fiscali possono essere adattate per ridurre il loro contributo all’escalation delle tensioni commerciali, ponendo l’accento sulla necessità di attenersi alle norme internazionali e di collaborare con nazioni che condividono valori simili.
Un invito alla cooperazione internazionale
Lagarde ha concluso il suo intervento sottolineando il ruolo che le banche centrali possono svolgere nel mantenere la cooperazione internazionale, affermando che possono rimanere “saldi come pilastri della cooperazione internazionale in un’era in cui tale cooperazione è difficile da trovare“. Ha citato Confucio, “La virtù non è fatta per stare da sola. Chi la pratica avrà dei vicini”, parole che risuonano come un appello alla Cina e all’Europa affinché mantengano aperti i canali di dialogo e di collaborazione economica nonostante le crescenti pressioni geopolitiche a livello globale.
Cooperazione Globale: Un Imperativo per la Prosperità Economica
Le parole di Christine Lagarde risuonano come un campanello d’allarme in un’epoca di crescente incertezza economica. La sua analisi lucida e dettagliata mette in luce i pericoli del protezionismo e della frammentazione del commercio globale, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale per preservare la prosperità economica.
Ora, vorrei condividere con voi una nozione base di economia: il *vantaggio comparato. Questo principio, formulato da David Ricardo, spiega come ogni paese può beneficiare dal commercio internazionale specializzandosi nella produzione di beni e servizi in cui ha un costo opportunità inferiore rispetto agli altri paesi. In altre parole, anche se un paese è più efficiente nella produzione di tutti i beni, può comunque trarre vantaggio dal commercio concentrandosi su ciò che fa meglio e importando il resto.
Passando a una nozione più avanzata, consideriamo la curva di Laffer*. Questa teoria suggerisce che esiste un livello ottimale di tassazione che massimizza le entrate fiscali per lo Stato. Se le tasse sono troppo basse, lo Stato non raccoglie abbastanza entrate. Se le tasse sono troppo alte, disincentivano l’attività economica, riducendo la base imponibile e, di conseguenza, le entrate fiscali. La curva di Laffer è spesso utilizzata per sostenere politiche di riduzione delle tasse, ma la sua applicazione pratica è complessa e dipende da molti fattori specifici di ogni economia.
Riflettiamo un momento: in un mondo sempre più interconnesso, le decisioni economiche di un paese possono avere ripercussioni significative su tutti gli altri. La cooperazione internazionale non è solo una questione di idealismo, ma una necessità pratica per affrontare le sfide globali e garantire un futuro prospero per tutti.