E-Mail: [email protected]
- The “magnificent ten” of AI represent about 28% of the S&P 500 value.
- AI startups raised 104.3 billion dollars in the first half of 2024.
- Only 36 billion dollars in exit operations sustained by venture capital.
Nel panorama finanziario globale, si levano voci sempre più insistenti che mettono in guardia contro il rischio di una possibile “bolla” dell’Intelligenza Artificiale (AI). I paragoni con la crisi delle dot-com degli anni ’90 si fanno sempre più frequenti, alimentando timori di un’imminente correzione del mercato. Torsten Slok, capo economista di Apollo Global Management, ha lanciato un avvertimento particolarmente preoccupante, asserendo che l’attuale “bolla AI” supererebbe per gravità quella delle imprese internet prima del loro collasso nel 2000.
Slok osserva come i dieci maggiori titoli dell’S&P 500 presentino oggi una sovracompressione superiore a quella registrata nel periodo antecedente la crisi delle dot-com, rivelando una dinamica di mercato alimentata da aspettative spesso disconnesse dai risultati effettivi. Il rapporto prezzo/utili (P/E ratio) di queste società, quasi tutte leader nella rivoluzione AI, è in costante aumento da un quinquennio, eccedendo i livelli degli anni ’90. Questo indica che tali aziende sono scambiate a valutazioni estremamente elevate rispetto ai profitti reali, un campanello d’allarme che aveva preceduto il tracollo tecnologico di oltre due decenni fa.

Il Peso dei Giganti dell’AI sull’S&P 500
Oggi, il peso sull’S&P 500 delle “magnifiche dieci” dell’AI – Nvidia, Microsoft, Apple, Amazon, Meta, Alphabet (Google), Broadcom, Qualcomm, AMD, Applied Materials e Micron – è impressionante. Insieme, rappresentano circa il 28% del valore totale dell’indice, rispetto al 14% di appena due anni fa. L’ascesa di Nvidia è particolarmente significativa, in quanto da sola conta per una quota rilevante degli aumenti dell’S&P 500. La fiducia degli investitori sembra riposta quasi esclusivamente sulla capacità di queste aziende di concretizzare le promesse dell’AI. Microsoft, Amazon e Meta hanno annunciato investimenti miliardari, spingendo verso enormi spese in infrastrutture e nuovi data center. Ciononostante, come evidenziato da Slok, i profitti conseguiti sono nettamente inferiori al ritmo vertiginoso degli investimenti, generando un divario che solleva interrogativi sulla sostenibilità di questa espansione.
L’attuale euforia, forse eccessiva, che pervade il settore dell’AI richiama alla mente le speculazioni degli anni Novanta sulle imprese internet, quando le proiezioni di guadagno superavano di gran lunga la realtà dei bilanci. La storia ha già dimostrato la rischiosità di puntare su promesse prive di riscontri concreti: la crisi del 2000 causò il fallimento di numerose aziende e una perdita di migliaia di miliardi di dollari nei mercati finanziari globali. Alcuni osservatori paragonano l’attuale scenario anche alla crisi dei mutui subprime del 2007: investimenti sproporzionati in tecnologie ancora acerbe rischiano di spingere i mercati verso crolli repentini qualora emergano le limitazioni o la competitività si intensifichi.
- 🚀 L'AI sta trasformando il mondo, ma siamo sicuri che...?...
- ⚠️ Bolla AI? Forse sì, forse no, ma ecco perché dovremmo......
- 🤔 E se invece di una bolla fosse un cambio di paradigma...?...
Investimenti Record, Uscite Modeste: Un Divario Preoccupante
Nel corso dei primi sei mesi del 2024, le startup operanti nel campo dell’AI hanno calamitato una cifra senza precedenti, toccando i 104,3 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, le operazioni di uscita dal mercato sostenute da capitale di rischio si sono fermate a soli 36 miliardi. Emerge, quindi, una marcata difficoltà nel convertire gli investimenti in ritorni tangibili.
Un’analisi dei dati forniti da Pitchbook mostra che la maggior parte degli investimenti si concentra in poche aziende leader. OpenAI ha assunto un ruolo preminente, raccogliendo ben 40 miliardi di dollari nel solo mese di marzo e consolidando la sua posizione di leader nel settore dell’intelligenza artificiale generativa. Scale AI ha ottenuto 14,3 miliardi di dollari grazie a un’operazione particolarmente interessante, poiché ha visto il trasferimento del suo CEO e di elementi chiave del suo team verso Meta, delineando una nuova strategia di acquisizione di competenze indiretta. Anthropic e Safe Superintelligence vanno a completare il quadro dei “mega round”, con una raccolta di fondi pari rispettivamente a 3,5 e 2 miliardi di dollari. Tali cifre evidenziano come il mercato stia tendenzialmente favorendo le realtà aziendali più strutturate, riducendo le opportunità per le imprese di medie dimensioni.
D’altra parte, le 281 uscite registrate durante la prima metà dell’anno delineano uno scenario decisamente diverso. L’operazione di acquisizione più significativa è stata quella di EvolutionIQ da parte di CCC Intelligent Solutions, per un valore di 700 milioni di dollari, a cui è seguita la quotazione in borsa di Slide Insurance. Secondo le dichiarazioni di Dmitri Zabelin, analista senior specializzato in AI e cybersecurity presso Pitchbook, “la principale tendenza che si osserva nelle uscite è caratterizzata da acquisizioni frequenti ma di importo inferiore, affiancate da un numero limitato di IPO che presentano valutazioni sensibilmente superiori”.
Cautela e Riflessione: Navigare nell’Era dell’AI
La situazione attuale richiede una cauta riflessione da parte degli investitori. L’entusiasmo per l’AI è palpabile, ma è fondamentale valutare attentamente la sostenibilità delle valutazioni e la capacità delle aziende di tradurre le promesse tecnologiche in profitti concreti. Il divario tra investimenti e uscite nel settore dell’intelligenza artificiale rappresenta un segnale di allarme che non può essere ignorato. La storia ci insegna che le bolle speculative, prima o poi, scoppiano, e le conseguenze possono essere devastanti.
È essenziale che gli investitori non si facciano trascinare dall’hype e che basino le proprie decisioni su analisi approfondite e valutazioni realistiche. La diversificazione del portafoglio e la prudenza nella gestione del rischio sono fondamentali per proteggere il proprio capitale in un mercato in rapida evoluzione come quello dell’AI.
Amici, in questo contesto di grande fermento e potenziale rischio, è importante ricordare un concetto fondamentale dell’economia: la legge della domanda e dell’offerta. Quando la domanda di un bene o servizio (in questo caso, azioni di aziende AI) supera di gran lunga l’offerta, i prezzi tendono a salire, spesso in modo sproporzionato rispetto al valore reale. Questo può creare una bolla speculativa, dove i prezzi sono gonfiati dalle aspettative e non supportati da fondamentali solidi.
Un concetto più avanzato da tenere a mente è quello dell’efficienza del mercato. In un mercato efficiente, i prezzi riflettono tutte le informazioni disponibili. Tuttavia, in situazioni di forte entusiasmo e speculazione, come quella che stiamo osservando nel settore dell’AI, il mercato può diventare irrazionale e i prezzi possono discostarsi significativamente dal valore intrinseco delle aziende.
Quindi, vi invito a riflettere: stiamo assistendo a una vera rivoluzione tecnologica che giustifica le valutazioni attuali, o siamo di fronte a una bolla speculativa pronta a scoppiare? La risposta a questa domanda potrebbe fare la differenza tra un investimento redditizio e una perdita significativa.







