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- Pensione con 5 anni di contributi a 71 anni.
- Assegno sociale di 538,68 euro mensili a 67 anni.
- Incremento al milione: soglia massima a 739,83 euro mensili.
Una Realtà Possibile
Nel panorama previdenziale italiano, si delinea un cambiamento di rilievo, aprendo nuove strade per chi ha avuto percorsi lavorativi brevi o intermittenti. Con il graduale avvento del sistema integralmente contributivo, previsto intorno al 2040, la possibilità di accedere a una pensione mensile avendo versato contributi per soli 5 anni si concretizzerà per molti. Questa opportunità è già accessibile a chi non possiede versamenti previdenziali antecedenti al 1° gennaio 1996, rientrando quindi nel calcolo pensionistico interamente contributivo.
La “pensione di vecchiaia contributiva” è una soluzione studiata per assicurare che anche chi ha lavorato per periodi limitati non perda i contributi versati all’INPS. Il requisito ordinario per la pensione di vecchiaia è di 20 anni di contributi a 67 anni, ma tale limite non è sempre raggiungibile, precludendo a molti lavoratori l’accesso alla pensione e comportando la perdita dei contributi versati. Ad esempio, un lavoratore con 10 anni di versamenti e una retribuzione lorda media di 20.000 euro corrisponde 66.000 euro all’INPS, somma che, in assenza di questa opzione, andrebbe sprecata.
La pensione di vecchiaia contributiva permette il pensionamento a 71 anni a chi possiede 5 anni di contribuzione effettiva (senza considerare quella figurativa) e non ha contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Possono beneficiare di questa possibilità anche coloro che, pur avendo iniziato a lavorare prima della data indicata, soddisfano i requisiti per il computo nella Gestione Separata, per i quali si richiedono almeno 15 anni di versamenti.
Calcolo dell’Importo Pensionistico con 5 Anni di Contributi
L’opzione contributiva della pensione di vecchiaia è vitale per evitare la dispersione dei contributi versati. Ciononostante, l’ammontare della pensione percepita con soli 5 anni di contributi potrebbe essere esiguo. Al compimento dei 71 anni, il montante contributivo (pari al 33% della retribuzione lorda per i lavoratori dipendenti) si tramuta in assegno pensionistico mediante l’applicazione di un coefficiente del 6,510%. Di seguito, una tabella illustra gli importi lordi annui e mensili stimati in base allo stipendio medio lordo percepito nel corso dei 5 anni di lavoro:
Stipendio Medio Lordo | Contributi Versati Ogni Anno | Montante Contributivo | Importo Annuo di Pensione | Importo Mensile di Pensione |
---|---|---|---|---|
15.000 € | 4.950 € | 24.750 € | 1.611 € | 134,25 € |
20.000 € | 6.600 € | 33.000 € | 2.148,30 € | 179,03 € |
25.000 € | 8.250 € | 41.250 € | 2.685,53 € | 223,79 € |
Come si deduce dalla tabella, è arduo conseguire una pensione adeguata con soli 5 anni di contributi. Peraltro, per gli assegni calcolati interamente con il sistema contributivo, non è contemplata l’integrazione al trattamento minimo, che nel 2025 ammonta a poco più di 600 euro.

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Integrazione al Reddito: Come Avvicinarsi a 750 Euro Mensili
In mancanza di altre fonti di reddito, è possibile integrare la pensione mediante diverse misure di sostegno, capaci di innalzare l’importo mensile sino a circa 750 euro. Già a 67 anni, in attesa dei 71 anni necessari per la pensione di vecchiaia contributiva, si può accedere all’Assegno Sociale, che nel 2025 è pari a 538,68 euro mensili per chi è sprovvisto di altri redditi. Questa misura aggiunge valore all’importo della pensione erogata dall’INPS. Ad esempio, chi percepisce una pensione di 245 euro ha la possibilità di integrarla con l’Assegno Sociale.
Al compimento dei 70 anni, si aggiunge la maggiorazione sociale, conosciuta come “incremento al milione”, che fissa la soglia massima complessiva a 739,83 euro mensili. Tale importo, destinato a crescere con l’inflazione, garantisce un’entrata dignitosa anche a chi ha svolto attività lavorativa per un numero ridotto di anni, a condizione che non siano presenti ulteriori entrate nel nucleo familiare.
Rinuncia al Mantenimento e Diritto all’Assegno Sociale
L’INPS riconosce il diritto all’Assegno Sociale a chi ha superato i 67 anni e versa in condizioni economiche precarie, persino a seguito di una separazione. Questo supporto assistenziale, slegato dai contributi versati, è indirizzato a chi vive con risorse limitate (nel 2025, il limite di reddito individuale è di circa 7.002,97 euro annui). Un tempo, l’INPS riteneva la rinuncia all’assegno di mantenimento come prova di una situazione di difficoltà non veritiera, negando l’accesso all’Assegno Sociale a chi avrebbe potuto beneficiare di un supporto finanziario da parte dell’ex coniuge ma aveva scelto di non richiederlo.
Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rettificato tale interpretazione, stabilendo che l’unico elemento da valutare è la condizione finanziaria attuale del richiedente. *La normativa esamina esclusivamente le entrate e non prende in considerazione eventuali rinunce a supporti economici da parte di privati.*
Pertanto, chi ha optato per non coinvolgere l’ex coniuge nelle proprie questioni finanziarie non deve subire penalizzazioni e può presentare domanda per l’Assegno Sociale qualora sussistano i presupposti necessari.
Oltre la Soglia Minima: Costruire un Futuro Finanziario Solido
L’opportunità di accedere a una pensione con soli 5 anni di contributi, supportata da misure di assistenza come l’Assegno Sociale, rappresenta una rete di protezione essenziale per chi ha avuto percorsi lavorativi non continuativi. Nondimeno, è fondamentale comprendere che tali provvedimenti, seppur assicurino una soglia minima di sopravvivenza, non bastano per garantire un avvenire finanziario tranquillo e indipendente. La vera sfida consiste nel superare la concezione dell’assistenzialismo e nell’abbracciare una mentalità propositiva nella gestione delle proprie finanze.
Un concetto base di economia e finanza cruciale in questo scenario è l’importanza della diversificazione degli investimenti. Non fare affidamento unicamente sul sistema pensionistico statale, ma valutare altre modalità di risparmio e investimento, come fondi pensione complementari, piani di accumulo o investimenti nel settore immobiliare, può fare una grande differenza nel lungo termine. Una nozione più avanzata consiste nella comprensione del rischio e del rendimento. Ogni investimento implica un determinato livello di rischio, ma un’analisi accurata e una strategia ben definita possono contribuire a massimizzare i guadagni riducendo al minimo i rischi. Imparare a valutare le diverse possibilità di investimento e a creare un portafoglio diversificato è essenziale per tutelare il proprio capitale e accrescerlo nel tempo.
In ultima analisi, la pensione con 5 anni di contributi e l’Assegno Sociale rappresentano un punto di partenza, non un traguardo. La vera sicurezza finanziaria si costruisce con consapevolezza, pianificazione e un impegno costante nella cura del proprio futuro economico. Meditiamo su come possiamo diventare protagonisti del nostro destino finanziario, convertendo le sfide in opportunità e plasmando un futuro più solido e prospero per noi stessi e per le generazioni a venire.