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- L'ue dipende dalla domanda usa per quasi un quinto della sua crescita.
- Le esportazioni sostengono il 15% dell'occupazione, pari a oltre 30 milioni di posti.
- Salari reali ue non al passo con la produttività, 9% in meno degli usa.
In un discorso tenuto a Coimbra, in Portogallo, durante il XVIII Cotec Europe, Draghi ha sottolineato come le azioni unilaterali intraprese dall’amministrazione statunitense, in particolare l’imposizione di dazi, abbiano minato l’ordine multilaterale in modo che definisce “difficilmente reversibile”. Questa situazione, secondo Draghi, rappresenta un vero e proprio “punto di rottura” che impone all’Europa una profonda riflessione e un cambio di strategia.
Draghi ha evidenziato come l’Europa sia diventata eccessivamente dipendente dalla domanda statunitense per alimentare la propria crescita economica. Quasi un quinto del valore aggiunto totale dell’UE proviene dalle esportazioni, sostenendo circa il 15% dell’occupazione, pari a oltre 30 milioni di posti di lavoro. Inoltre, l’UE registra un ampio avanzo delle partite correnti, assorbendo domanda dal resto del mondo. Questa apertura, pur vantaggiosa in tempi normali, rende l’Europa particolarmente vulnerabile alle politiche commerciali dei suoi partner, soprattutto degli Stati Uniti, che rappresentano il principale mercato di esportazione europeo, assorbendo oltre il 20% delle esportazioni di beni.

Le Strategie Proposte da Draghi per un’Europa Più Autonoma
Di fronte a questa situazione, Draghi ha delineato una serie di strategie che l’Europa dovrebbe adottare per ridurre la propria dipendenza dagli Stati Uniti e promuovere una crescita interna più robusta. La prima e più urgente è quella di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti che garantisca all’UE un accesso al mercato americano. Tuttavia, Draghi ha avvertito che è “azzardato credere che i nostri scambi commerciali con gli USA torneranno alla normalità dopo una rottura così grave delle relazioni”. Pertanto, l’Europa deve concentrarsi sulla creazione di una crescita endogena.
Per fare ciò, Draghi ha suggerito di rivedere le politiche macroeconomiche che hanno governato l’Europa dal 2008. In particolare, ha criticato la “repressione salariale” che ha frenato i consumi interni e ha contribuito a una crescita più lenta rispetto agli Stati Uniti. Draghi ha sottolineato che “i nostri salari reali non sono riusciti a tenere il passo nemmeno con la nostra lenta produttività, mentre i salari reali negli Stati Uniti sono aumentati di 9 punti percentuali in più”.
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L’Importanza del Mercato Interno e del Debito Comune
Un altro punto cruciale sollevato da Draghi è la necessità di rafforzare il mercato interno europeo. Ha osservato che, dopo il 2008, l’UE ha sostanzialmente rinunciato “allo sviluppo del mercato interno come fonte di crescita”, al punto che “le barriere esterne nei servizi sono diminuite più velocemente di quelle interne”. Draghi ha esortato a eliminare le barriere che ostacolano il mercato interno e a promuovere maggiori investimenti per stimolare la domanda interna.
Inoltre, Draghi ha ribadito l’importanza dell’emissione di debito comune dell’UE per finanziare la spesa comune, in particolare nel settore della difesa. Ha sostenuto che “l’emissione di bond europei può garantire che la spesa aggregata non risulti insufficiente” e che “fornirebbe l’’anello mancante’ nei frammentati mercati dei capitali europei, ovvero l’assenza di un safe asset comune”.
Verso un Futuro di Innovazione e Libertà: La Visione di Draghi per l’Europa
In conclusione, Draghi ha lanciato un appello per un’Europa più integrata e resiliente, capace di affrontare le sfide globali con determinazione e visione. Ha sottolineato che lo “shock politico” proveniente dagli Stati Uniti deve essere la molla che spinga l’Europa a superare le proprie divisioni e a intraprendere un percorso di crescita autonoma e sostenibile.
Draghi ha esortato l’Europa a investire massicciamente e responsabilmente nel proprio futuro, ad affrontare gli interessi acquisiti che ostacolano l’innovazione e a proteggere e preservare la propria libertà. La sua visione è quella di un’Europa che produce ricchezza per i propri cittadini, che si fa valere sulla scena internazionale e che contribuisce a un ordine mondiale più giusto ed equo.
Riflessioni Finali: Navigare le Onde dell’Incertezza Economica
In un contesto economico globale sempre più incerto e volatile, il discorso di Mario Draghi risuona come un campanello d’allarme per l’Europa. Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, accentuate dall’imposizione di dazi, rappresentano una sfida significativa per l’economia europea, che deve ora ripensare le proprie strategie e cercare nuove vie per la crescita.
Una nozione base di economia che emerge chiaramente da questa situazione è l’importanza della diversificazione. Come individui, diversificare i nostri investimenti ci protegge dai rischi specifici di un singolo asset. Allo stesso modo, un’economia che dipende troppo da un singolo partner commerciale è vulnerabile alle sue politiche e alle sue fluttuazioni economiche.
Un concetto più avanzato è quello della “sovranità economica”. In un mondo globalizzato, è illusorio pensare di poter essere completamente indipendenti dagli altri paesi. Tuttavia, è fondamentale che un’economia abbia il controllo delle proprie leve strategiche, come la politica monetaria, la politica fiscale e la politica industriale. Questo le permette di reagire in modo efficace agli shock esterni e di perseguire i propri obiettivi di sviluppo.
In definitiva, il futuro economico dell’Europa dipenderà dalla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti globali, di promuovere l’innovazione e la competitività, e di costruire un’economia più resiliente e inclusiva. La sfida è grande, ma le opportunità non mancano. Sta a noi, come cittadini europei, impegnarci per costruire un futuro migliore per il nostro continente.