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- Inflazione USA stabile al 2,7%, ma dati 'core' in aumento.
- Rimozione capo Bureau solleva dubbi su affidabilità dati.
- Mercato prevede taglio tassi Fed con probabilità dell'84%.
- Milano cresce dello 0,85%, Francoforte in difficoltà.
Nel mese di luglio, l’inflazione statunitense ha registrato un valore pari al *2,7%, risultando sotto le previsioni formulate dagli esperti e mantenendosi stabile rispetto al mese scorso. Questa situazione contribuisce ad accrescere la possibilità che la Federal Reserve (Fed) possa attuare un abbassamento dei tassi nei prossimi incontri. Ciononostante, cominciano a manifestarsi delle riserve riguardo alla validità dei dati economici; ciò è avvenuto dopo il licenziamento di Erika McEntarfer dal ruolo di capo del Bureau of Labor Statistics, accusata di aver alterato le informazioni relative all’occupazione.
Preoccupazioni sull’Affidabilità dei Dati Economici
La stabilità dell’inflazione al 2,7% su base annua, con un aumento mensile dello 0,2%, potrebbe sembrare un segnale positivo. Tuttavia, il dato “core”, che esclude energia e alimentari, ha registrato un aumento del 3,1%. Un elemento che desta preoccupazione è il livello dei beni di base, superiore ai valori degli ultimi anni, indicando un possibile impatto dei dazi imposti da Donald Trump.

La rimozione di Erika McEntarfer solleva dubbi sull’integrità delle statistiche economiche. Questo episodio evoca esperienze passate riscontrabili in paesi come Grecia e Argentina, dove le accuse di alterazione dei dati hanno seriamente danneggiato la fiducia sia nei mercati che tra i partner internazionali. In conseguenza dei tagli di bilancio precedenti al licenziamento, il Bureau si era trovato costretto a fermare la raccolta di informazioni in alcune regioni specifiche, adottando metodi stimativi per colmare tali lacune informative.
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- E se l'inflazione fosse un problema secondario...? 🤔...
Reazioni del Mercato e Politiche Monetarie
La prolungata tregua commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina ha inizialmente fornito supporto ai mercati azionari; tuttavia, si è assistito a una ripresa della prudenza mentre gli investitori attendono i nuovi _dati sull’inflazione_. In un recente intervento, Donald Trump ha affermato che l’aumento dei dazi resterà sospeso fino al 10 novembre per consentire la negoziazione di un _accordo finale_. Le aspettative del mercato indicano con una probabilità dell’84% l’opzione di un _taglio dei tassi d’interesse_ da parte della Fed già nel mese prossimo.
Le piazze finanziarie europee hanno registrato performance positive dopo le notizie riguardanti l’inflazione negli USA; infatti, Milano ha segnato una chiusura in crescita dello 0,85%. Al contempo, però, Francoforte non ha seguito lo stesso trend positivo: questa borsa sta affrontando difficoltà dovute al forte ribasso del famoso indice Zew, strumento significativo per valutare il sentiment economico in Germania.
Implicazioni e Allarmi
Jp Morgan ha messo in guardia sul fatto che l’allontanamento di McEntarfer potrebbe “determinare rischi per la politica monetaria, per la stabilità finanziaria e per le prospettive economiche”, rendendo politici i dati su cui si basano le decisioni della Fed.
L’International Statistical Institute ha espresso disapprovazione per l’azione di Trump, sostenendo che essa contravviene ai principi delle Nazioni Unite in materia di statistiche.
Trump ha inoltre attaccato il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, suggerendo che dovrebbe concentrarsi sulla sua attività di DJ anziché gestire un istituto finanziario. Ha anche accusato Jerome Powell di aver causato danni incalcolabili all’economia e sta valutando una causa contro di lui per la gestione degli edifici della Fed.
Considerazioni Finali: Trasparenza e Fiducia nei Dati Economici
L’episodio concernente l’inflazione negli Stati Uniti accompagnato dalle controversie sui dati finanziari sottolinea l’essenziale necessità di una trasparenza autentica insieme all’indipendenza delle istituzioni dedite alla raccolta statistica. Infatti, il grado di fiducia riposto nei suddetti dati risulta imprescindibile per garantire la stabilità del mercato finanziario, oltre a influenzare significativamente le decisioni legate alla politica monetaria.
Tra i principi basilari da memorizzare in economia vi è senza dubbio il concetto di inflazione. Quest’ultima, pur sembrando distante dalla quotidianità, tocca direttamente sia il potere d’acquisto degli individui sia la competitività nel mondo imprenditoriale. Un regime inflazionistico ben gestito contribuisce a favorire una crescita eccezionale ed equilibrata nel contesto economico globale.
Ulteriore riflessione va dedicata alla curva di Phillips, illustrante un’interessante correlazione negativa fra inflazione stessa e tassi d’impiego (disoccupazione). Nonostante ciò, bisogna tenere presente che tale rapporto non sempre tiene fede alle reali dinamiche del mercato; può infatti risultare alterato da variabili esterne quali le attese provenienti dagli operatori del mercato o dall’applicabilità delle scelte politico-monetarie da parte delle autorità bancarie centrali.
Rimane pertanto cruciale coltivare nella popolazione una coscienza critica rispetto ai rilievi economici diffusi nel dibattito pubblico; solo così sarà possibile apprendere efficacemente ed interpretare al meglio i dati con cui gli utenti possono interfacciarsi quotidianamente. Soltanto adottando tale metodo è possibile promuovere un dibattito pubblico* fondato su informazioni accurate, il che, a sua volta, porta a scelte politiche più mirate e produttive.







