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- Accertamenti imposte dirette, Irap, IVA aumentati dell'8% nel 2024.
- Solo il 3,8% dei soggetti ISA è stato controllato.
- Rottamazione quater: perdita di 11,2 miliardi di euro.
- Riscossione coattiva: recupero crediti poco oltre il 3%.
- Ispezioni presso la sede dei contribuenti: aumento dell'84,7%.
## chi finisce nel mirino del Fisco italiano?
Nel panorama economico italiano, l’attenzione verso i controlli fiscali è sempre alta, soprattutto per alcune categorie di contribuenti. Secondo i dati recenti della Corte dei Conti, resi pubblici il 26 giugno 2025, emerge un quadro dettagliato delle partite IVA più soggette a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il settore edile, insieme a commercialisti, bar e studi legali, si trova in cima alla lista. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la frequenza complessiva degli accertamenti rimane relativamente bassa, interessando una piccola percentuale del totale delle partite IVA attive.
Le attività di accertamento in materia di imposte dirette, Irap, IVA e Registro hanno visto un incremento dell’8% nel 2024, raggiungendo circa 400.000 interventi. Nonostante questo aumento, la Corte dei Conti definisce tali numeri “modesti”, considerando l’ampiezza del fenomeno dell’evasione fiscale nel Paese. La carenza di personale e le difficoltà nell’accesso tempestivo alle banche dati fiscali, come quelle relative alle fatture elettroniche e ai dati finanziari, rappresentano ostacoli significativi per l’efficacia dei controlli.
Analizzando nel dettaglio le partite IVA soggette agli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale), si osserva che nel 2024 il settore delle costruzioni e gli intermediari del commercio sono stati i più controllati, con un’incidenza del 5,1%. Seguono le attività di intonacatura, rivestimento e tinteggiatura (3,9%) e i commercialisti, ragionieri e periti commerciali (3,6%). Bar, pasticcerie, gelaterie e studi legali si attestano rispettivamente al 3,1% e al 3%. Al contrario, settori come la locazione immobiliare e gli studi medici presentano percentuali di controllo inferiori al 2,5%.
È cruciale ribadire che, nonostante l’attenzione verso determinate categorie, gli accertamenti sostanziali interessano solo una minima parte dei contribuenti. Infatti, su 2,5 milioni di soggetti ISA, solo il 3,8% è stato sottoposto a controlli. Questo dato evidenzia una disparità tra l’ampiezza del fenomeno evasivo e la capacità del Fisco di contrastarlo efficacemente.
L’evoluzione dei controlli: tra accessi brevi e verifiche mirate
Oltre ai dati relativi alle partite IVA soggette agli ISA, la Relazione della Corte dei Conti fornisce ulteriori spunti di riflessione sull’attività di controllo fiscale nel suo complesso. Nel 2024, solo l’1,4% dei contribuenti è stato oggetto di verifiche fiscali, un dato che sottolinea ulteriormente la limitata incisività del Fisco. Ciononostante, si riscontra un notevole incremento delle ispezioni effettuate presso la sede dei contribuenti, con un aumento dell’84,7% nel confronto con i due anni precedenti, riguardo ad accessi rapidi, verifiche focalizzate e controlli fiscali generali.
Nonostante il recupero di entrate fiscali abbia toccato un picco storico nel 2024, raggiungendo la cifra di 22,8 miliardi di euro, la Corte dei Conti evidenzia una disproporzione tra le azioni di compliance e le verifiche sostanziali. Di conseguenza, le indagini fiscali complete rappresentano una porzione sempre più ridotta del lavoro svolto dagli uffici dell’amministrazione finanziaria. Questo solleva interrogativi sull’efficacia complessiva del sistema di controllo e sulla sua capacità di dissuadere comportamenti evasivi.

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Rottamazione delle cartelle: un’arma a doppio taglio?
Un altro aspetto critico analizzato dalla Corte dei Conti riguarda l’efficacia della rottamazione delle cartelle come strumento per incrementare gli incassi fiscali. A fronte di un guadagno di 3,5 miliardi di euro derivante da definizioni agevolate e pace fiscale nel 2024, la rottamazione quater ha subito una perdita di 11,2 miliardi di euro a causa delle rate scadute e non versate nel 2023 e nel 2024.
Secondo la Corte dei Conti, questa discrepanza tra incassi potenziali ed effettivi è intrinseca al sistema stesso della pace fiscale. Molti contribuenti aderiscono alla rottamazione con l’obiettivo di ritardare la riscossione coattiva, piuttosto che con la reale intenzione di saldare i propri debiti. Questa dinamica solleva dubbi sull’opportunità di continuare a promuovere forme di rottamazione delle cartelle, soprattutto alla luce dell’ingente ammontare di crediti (oltre 1.200 miliardi di euro) ancora da riscuotere.
La Corte dei Conti mette in discussione l’efficacia delle politiche di condono fiscale, suggerendo che potrebbero incentivare comportamenti opportunistici e minare la fiducia nel sistema tributario. La continua riproposizione di rottamazioni, anziché risolvere il problema dell’evasione, potrebbe contribuire a perpetuarlo.
Riscossione esecutiva: un sistema in declino?
Il processo di riscossione coattiva appare in una fase di arretramento, con la percentuale di recupero dei crediti accumulati nelle cartelle che si attesta poco oltre il 3%. Questo dato, evidenziato dalla Corte dei Conti, solleva dubbi sulla capacità del sistema di recuperare efficacemente i crediti fiscali. In molti casi, il pagamento delle rate delle cartelle viene utilizzato dalle imprese per aumentare la propria liquidità, piuttosto che per sanare definitivamente la propria posizione debitoria.
I giudici della Corte dei Conti esprimono forti perplessità sulla veridicità, attendibilità, correttezza e trasparenza dei dati relativi ai residui del magazzino, mettendo in discussione la solidità del sistema di riscossione. La difficoltà nel recuperare i crediti fiscali rappresenta un problema strutturale che incide negativamente sulle finanze pubbliche e sulla percezione di equità del sistema tributario.
Verso un Fisco più efficiente: la sfida per il futuro
I dati e le analisi della Corte dei Conti delineano un quadro complesso del sistema di controllo e riscossione fiscale in Italia. Se da un lato si registrano progressi nel recupero delle imposte, dall’altro emergono criticità significative legate alla limitata incisività dei controlli, all’efficacia della rottamazione delle cartelle e alla difficoltà nel recuperare i crediti fiscali. La sfida per il futuro è quella di rendere il Fisco più efficiente, equo e trasparente, in grado di contrastare efficacemente l’evasione e di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Comprendere il Moltiplicatore Fiscale: Una Lezione di Economia per Tutti
Amici, parliamoci chiaro: l’economia può sembrare un labirinto, ma con le giuste chiavi, anche i concetti più complessi diventano accessibili. Oggi, prendiamo in esame il moltiplicatore fiscale, un’idea fondamentale per capire come le decisioni del governo influenzano le nostre tasche. Immaginate che lo Stato decida di investire in nuove infrastrutture. Questo investimento iniziale non si ferma lì; crea posti di lavoro, aumenta i redditi, e di conseguenza, stimola i consumi. Questo aumento dei consumi, a sua volta, genera ulteriore reddito, creando un effetto a catena. Ecco, il moltiplicatore fiscale misura proprio questa amplificazione dell’impatto iniziale.
Una nozione più avanzata, ma altrettanto cruciale, è il concetto di elasticità dell’offerta aggregata. Questo termine si riferisce alla reattività dell’offerta totale di beni e servizi in un’economia alle variazioni dei prezzi. In un contesto di controlli fiscali e riscossione, un’offerta aggregata più elastica significa che le imprese possono adattarsi più facilmente alle variazioni della domanda indotte dalle politiche fiscali. Ad esempio, se i controlli fiscali aumentano la fiducia nel sistema e stimolano gli investimenti, un’offerta aggregata elastica permetterà alle imprese di rispondere rapidamente a questa nuova domanda, evitando strozzature e inflazione.
Riflettiamoci un attimo: se il sistema fiscale fosse percepito come più equo e trasparente, non saremmo tutti più incentivati a contribuire? E se lo Stato investisse in modo oculato, creando opportunità di lavoro e stimolando la crescita, non ne gioveremmo tutti? L’economia non è solo numeri e grafici; è la storia delle nostre vite, delle nostre scelte, e del futuro che vogliamo costruire.







