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Allarme salari bassi: la verità dietro il rating di Moody’s

Mentre il governo esulta per il miglioramento del rating, la Cgil denuncia milioni di lavoratori sottopagati. Approfondiamo le ombre del mercato del lavoro italiano.
  • 6,2 milioni di lavoratori guadagnano massimo 1000€ al mese.
  • 10,9 milioni di dipendenti percepiscono meno di 25mila € annui.
  • Almeno 2,8 milioni sotto la soglia di 9,5€ lordi orari.

La recente valutazione di Moody’s ha generato reazioni contrastanti nella sfera politica ed economica italiana. Mentre l’esecutivo manifesta compiacimento per il riconoscimento del proprio operato, le forze di opposizione sollevano perplessità sulla reale condizione occupazionale e salariale nel paese.

Il plauso del governo

Da Palazzo Chigi sono giunte reazioni positive alla decisione di Moody’s, evidenziando come ciò rappresenti un segno di fiducia nella solidità dell’economia nazionale e nella credibilità delle politiche economiche attuate dal governo. È stato rimarcato l’impegno profuso nella tutela delle finanze pubbliche, nella promozione della crescita e nel favorire l’arrivo di capitali. Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso apprezzamento, menzionando i pareri favorevoli di altre agenzie di rating e i dati incoraggianti riguardanti la contrazione dello spread, l’aumento degli investimenti esteri, il controllo dell’inflazione e la crescita dell’occupazione e del reddito individuale. Il ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, ha celebrato la resilienza del sistema economico italiano, sostenuta da un mercato del lavoro dinamico, da bilanci solidi per famiglie e aziende e da un settore bancario in salute. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha fatto notare come lo spread abbia raggiunto i livelli minimi da diversi anni, parallelamente alla crescita dell’occupazione e alla diminuzione della disoccupazione. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha commentato che il giudizio di Moody’s è il risultato di un lavoro serio e costante svolto fin dall’insediamento del governo, sottolineando come questo risultato rechi benefici a famiglie, imprese e istituti bancari italiani.

Cosa ne pensi?
  • Ottima notizia da Moody's! Finalmente un riconoscimento......
  • Salari bassi? 🤔 Moody's guarda solo i numeri......
  • E se Moody's avesse ragione? Forse il problema......

Le ombre sul mercato del lavoro

In contrasto con l’ottimismo governativo, la Cgil ha portato alla luce gli aspetti problematici della situazione, sottolineando la persistenza del lavoro sottopagato e dei salari bassi. Secondo uno studio del sindacato, in Italia ci sono 6,2 milioni di lavoratori nel settore privato che guadagnano al massimo mille euro al mese, mentre circa 10,9 milioni di dipendenti percepiscono meno di 25mila euro lordi annui. Coloro che possiedono contratti a tempo determinato e part-time percepiscono salari lordi annui medi rispettivamente di 10,3 mila e 11,8 mila euro, cifre che scendono ulteriormente a 7,1 mila euro per chi si trova in entrambe le condizioni. L’alta incidenza delle qualifiche più basse e la forte discontinuità lavorativa contribuiscono a mantenere bassi i salari. La Cgil vede nel referendum dell’8 e 9 giugno un’opportunità per porre rimedio a una situazione divenuta insostenibile, richiedendo l’eliminazione della precarietà, l’implementazione di strategie volte a invertire il declino industriale e l’approvazione di una legge sul salario minimo.

Dettagli della valutazione di Moody’s

Per quanto concerne i particolari del giudizio espresso, l’agenzia Moody’s ha mantenuto il rating Baa3 per l’Italia e ha innalzato la previsione (outlook) da stabile a positiva. Questa revisione dell’outlook è una conseguenza del miglioramento delle prospettive di bilancio, in un contesto caratterizzato da risultati fiscali migliori del previsto nel 2024 e da una cornice politica interna stabile. Gli esperti di Moody’s evidenziano che il fattore chiave dietro il miglioramento del bilancio è stata una contrazione della spesa, dovuta primariamente alla progressiva abolizione degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie efficienti dal punto di vista energetico (Superbonus), ma anche a una robusta crescita delle entrate, derivanti soprattutto dalle imposte sul reddito delle persone fisiche e da altre tasse. L’agenzia si aspetta che gli indicatori di bilancio continuino a progredire, in linea con il piano strutturale di bilancio a medio termine del governo.

Riflessioni sul futuro economico italiano

Il divario di opinioni tra il governo e le organizzazioni sindacali solleva quesiti fondamentali sul divenire economico italiano. Da un lato, si esalta il miglioramento dei conti pubblici e la stabilità politica, elementi che alimentano la fiducia degli investitori e la prosperità economica. Dall’altro, si evidenzia la persistenza di aree di indigenza e precarietà nel mondo del lavoro, che potrebbero compromettere la coesione sociale e la sostenibilità dello sviluppo. È fondamentale che il governo continui a lavorare per consolidare i risultati raggiunti, ma è altrettanto importante che si impegni a contrastare il lavoro povero e a promuovere una crescita inclusiva, che benefici tutti i cittadini.

Un concetto base di economia che si applica a questa situazione è quello del PIL (Prodotto Interno Lordo). Un aumento del PIL indica una crescita economica, ma è essenziale analizzare come questa crescita è distribuita. Se il PIL aumenta ma i salari rimangono stagnanti o diminuiscono, la crescita non è inclusiva e può portare a disuguaglianze sociali.
Un concetto più avanzato è quello della curva di Lorenz e del coefficiente di Gini, che misurano la disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Un coefficiente di Gini alto indica una maggiore disuguaglianza. Monitorare questi indicatori è fondamentale per valutare se la crescita economica sta beneficiando tutti i segmenti della popolazione o solo una minoranza.

In definitiva, la valutazione di Moody’s rappresenta un’opportunità per riflettere sul modello di sviluppo che vogliamo per l’Italia. Vogliamo una crescita che si basi solo sui numeri o una crescita che migliori la vita di tutti i cittadini? La risposta a questa domanda determinerà il futuro del nostro paese.
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Almeno 2,8 milioni di impiegati, se si considera la retribuzione oraria lorda, si collocano sotto la soglia dei 9,5 euro.*


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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