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- Moody's ha declassato il rating del debito usa da aaa ad aa1.
- Il debito usa supera il 120% del pil, pari a 36mila miliardi.
- Gli etf sui titoli usa a 20 anni hanno perso il 29% dal 2020.
Analisi del Downgrade di Moody’s e le Contromisure di Goldman Sachs
Il recente declassamento del rating del debito statunitense da parte di Moody’s, da Aaa ad Aa1, ha scosso il panorama finanziario, sebbene non abbia colto di sorpresa i mercati. Questo evento, avvenuto alla vigilia del dibattito sul “Big beautiful bill” di Trump, può essere interpretato come un monito alla politica americana riguardo alla gestione dei conti pubblici. Gli investitori, tuttavia, non hanno reagito in modo eccessivamente allarmato, poiché il cambiamento di giudizio era ampiamente previsto. I rendimenti dei titoli decennali e trentennali hanno subito un leggero aumento, con il costo del Treasury a dieci anni che ha superato il 4,5% e quello del titolo a 30 anni che ha oltrepassato il 5%.

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Le Reazioni del Mercato e le Dinamiche del Debito USA
Nonostante il downgrade, non si prevede un “Sell America” generalizzato sui 4,5mila miliardi di dollari tra Treasury e Repo custoditi nei fondi monetari mondiali, né sui titoli detenuti dalle banche. Questo è dovuto a diversi fattori: molti mandati di investimento non richiedono un rating tripla A per i titoli del Tesoro USA, le banche non sono obbligate a ridurre la loro esposizione ai bond statunitensi e la Depository Trust and Clearing Corporation (DTCC) non modifica l’haircut in base al rating. Inoltre, la Federal Reserve può intervenire acquistando titoli di Stato in caso di vendite incontrollate, offrendo un ulteriore livello di sicurezza.
Le finanze pubbliche americane registrano un disavanzo annuo di 2 mila miliardi di dollari, portando l’indebitamento complessivo a 36 mila miliardi, una cifra che supera il 120% del Prodotto Interno Lordo. Di questa somma considerevole, 28,8 miliardi (equivalenti al 100% del PIL) sono detenuti da soggetti al di fuori del governo. Appena un decennio fa, l’ammontare del debito si attestava a 12,6 mila miliardi, meno di un terzo del livello attuale. La quota della spesa pubblica destinata al pagamento degli oneri finanziari sul debito raggiunge il 14%, risultando la seconda voce più consistente dopo le prestazioni sociali (22%) e superando le spese per la Difesa (13%), Medicare (13%) e la Sanità (13%).
Il “Big Beautiful Bill” e le Divergenze di Opinione
La proposta di legge di Trump, il “Big beautiful bill”, mira a prorogare i tagli fiscali del 2017, ma secondo il Congressional Budget Office e il Joint Committee on Taxation, questa proroga costerebbe 4mila miliardi di dollari, a cui si aggiungerebbero ulteriori 800 miliardi di tagli di tasse. La Casa Bianca prevede di compensare queste mancate entrate con tagli alla spesa e limiti ai sussidi verdi per 2mila miliardi, oltre a una crescita economica stimolata dagli incentivi.
Moody’s, tuttavia, non è convinta da questa manovra, citando l’incertezza sulla riduzione della spesa. L’agenzia prevede un aumento del deficit al 9% entro il 2035 e un conseguente aumento del debito. Al contrario, Goldman Sachs stima che i tagli fiscali saranno compensati dalle entrate derivanti dai dazi, che avranno un impatto negativo sulla crescita. Secondo Goldman Sachs, il “Big beautiful bill” aumenterà il deficit dello 0,4% del PIL, ma sarà compensato da circa 400 miliardi di dollari di entrate dai dazi.
Implicazioni per i Risparmiatori e la Stabilità Finanziaria
La bocciatura dell’affidabilità del debito americano da parte di Moody’s ha focalizzato l’attenzione sull’andamento dei titoli del Tesoro, in particolare quelli con scadenza a dieci anni. Dopo un periodo di turbolenza, le quotazioni si sono stabilizzate intorno al 4,5%, un rendimento superiore ai BTP italiani. Questo solleva preoccupazioni sull’onere del servizio del debito e sulla stabilità del sistema finanziario internazionale.
Gli ETF legati ai titoli obbligazionari americani, considerati sicuri, hanno subito perdite significative. Ad esempio, un ETF sul titolo americano ventennale ha registrato una perdita del 29% dal 1° gennaio 2020 e del 50% dai massimi del marzo 2020. Questo evidenzia come anche gli investimenti considerati a basso rischio possano comportare perdite considerevoli.
Verso una Nuova Era di Realismo Economico
La situazione attuale richiede un approccio più realistico e prudente alla gestione delle finanze pubbliche e degli investimenti. Il downgrade di Moody’s e le divergenze con Goldman Sachs evidenziano la complessità delle sfide economiche che gli Stati Uniti devono affrontare. È fondamentale che i policymaker adottino misure concrete per ridurre il deficit e stabilizzare il debito, evitando politiche protezionistiche che potrebbero danneggiare la crescita economica.
Un concetto base di economia e finanza applicabile a questa situazione è il rischio sovrano. Questo termine si riferisce al rischio che uno Stato non sia in grado di ripagare il proprio debito. Il downgrade di Moody’s è un segnale che il rischio sovrano degli Stati Uniti è aumentato, il che può portare a tassi di interesse più elevati e a una minore fiducia degli investitori.
Un concetto più avanzato è la curva dei rendimenti. Questa curva mostra la relazione tra i tassi di interesse e la scadenza dei titoli di Stato. Un’inversione della curva dei rendimenti, in cui i tassi a breve termine sono superiori a quelli a lungo termine, è spesso considerata un segnale di recessione imminente. La recente volatilità dei rendimenti dei Treasury USA potrebbe indicare una maggiore incertezza sulle prospettive economiche del paese.
Riflettiamo su come le decisioni economiche prese oggi possano avere un impatto significativo sul futuro finanziario di un paese e dei suoi cittadini. La gestione responsabile del debito pubblico e la promozione di una crescita economica sostenibile sono essenziali per garantire la prosperità a lungo termine.







