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- A settembre 2025 previste circa 569.000 assunzioni, calo del 2,6% rispetto al 2024.
- Difficoltà di reperimento del personale al 45,6% delle assunzioni programmate.
- Il tempo determinato è la forma contrattuale più diffusa (60,0%).
È il 5 settembre 2025, e le aziende italiane si preparano ad affrontare un autunno denso di nuove assunzioni, pur in un contesto di lieve flessione rispetto all’anno precedente. Le previsioni occupazionali, elaborate dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, delineano uno scenario in cui, nonostante le opportunità, persistono significative difficoltà nel reperire i profili professionali adeguati.
Il quadro generale delle assunzioni previste
Per il mese di settembre 2025, le imprese italiane prevedono di effettuare circa 569.000 assunzioni. Questo dato, sebbene considerevole, segna una diminuzione di circa 15.000 unità rispetto a settembre 2024, pari a un calo del 2,6%. Ampliando l’orizzonte temporale al trimestre settembre-novembre, le previsioni indicano oltre 1,4 milioni di assunzioni, con una flessione di 30.000 unità (-1,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La difficoltà di reperimento dei profili ricercati si attesta al 45,6%, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, ma rimane comunque un fattore critico per le imprese. Questo dato evidenzia un persistente mismatch tra domanda e offerta di lavoro, un tema centrale nel dibattito economico italiano.
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Analisi settoriale: luci e ombre
L’analisi settoriale rivela dinamiche differenziate. Il settore primario prevede circa 44.000 contratti a settembre, in lieve calo rispetto all’anno precedente, e poco meno di 114.000 nel trimestre settembre-novembre. L’industria, nel suo complesso, programma 147.000 entrate a settembre e 404.000 nel trimestre, con una diminuzione rispettivamente di 5.000 e 14.000 unità rispetto al 2024.
All’interno dell’industria, il manifatturiero prevede circa 91.000 assunzioni a settembre e 251.000 nel trimestre, mentre le costruzioni ne ricercano 56.000 nel mese e 154.000 nel trimestre. Il settore dei servizi, infine, prevede 377.000 contratti a settembre e circa 1 milione nel trimestre, con una flessione rispettivamente di 9.000 e 16.000 unità rispetto al 2024.

Le tipologie contrattuali e le difficoltà di reperimento
Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale più diffusa, con circa 341.000 unità, pari al 60,0% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (97.000, 17,0%) e quelli di somministrazione (50.000, 8,8%).
A settembre, le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per 259.000 assunzioni programmate (45,6% del totale). La causa prevalente è la “mancanza di candidati” (29,2%), seguita dalla “preparazione inadeguata” (12,9%). Questi dati sottolineano la necessità di interventi mirati per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, investendo in formazione e riqualificazione professionale.
Verso un futuro del lavoro più inclusivo e qualificato
Le previsioni occupazionali per settembre 2025 offrono uno spaccato interessante del mercato del lavoro italiano. Se da un lato si conferma la vitalità del tessuto produttivo, con un numero significativo di assunzioni programmate, dall’altro emergono criticità persistenti, come il mismatch tra domanda e offerta e la difficoltà di reperimento dei profili professionali adeguati.
È fondamentale che le istituzioni, le imprese e i lavoratori collaborino per affrontare queste sfide, investendo in formazione, riqualificazione e politiche attive del lavoro. Solo così sarà possibile costruire un futuro del lavoro più inclusivo, qualificato e in grado di rispondere alle esigenze di un’economia in continua evoluzione.
Navigare le acque del mercato del lavoro: una bussola per il futuro
Amici, analizzando questi dati, una nozione base di economia che emerge con forza è l’importanza del capitale umano. Investire in istruzione e formazione non è solo un bene per il singolo, ma un motore di crescita per l’intera economia. Una forza lavoro qualificata e aggiornata è in grado di attrarre investimenti, stimolare l’innovazione e aumentare la competitività delle imprese.
Un concetto più avanzato, strettamente legato a questo tema, è quello della flessibilità del lavoro. In un mondo in rapida trasformazione, è essenziale che i lavoratori siano in grado di adattarsi ai cambiamenti, acquisendo nuove competenze e abbracciando nuove forme di lavoro. Questo richiede un impegno costante all’apprendimento e alla riqualificazione, ma anche un sistema di welfare in grado di sostenere i lavoratori durante le transizioni professionali.
Riflettiamo insieme: quali sono le competenze che ci permetteranno di affrontare al meglio le sfide del futuro? Come possiamo contribuire a creare un mercato del lavoro più inclusivo e dinamico? Le risposte a queste domande sono fondamentali per costruire un futuro di prosperità per noi e per le generazioni a venire.
- Dati e analisi dettagliate sulle previsioni occupazionali a medio termine.
- Dati ufficiali del bollettino Excelsior, fonte primaria citata nell'articolo.
- Report completo sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali nel periodo 2025-2029.
- Comunicato stampa Unioncamere su previsioni assunzioni a settembre e nel trimestre.







