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- Solo l'8,2% delle imprese italiane usa IA nel 2024.
- Il mercato italiano dell'IA vale 1,2 miliardi di euro.
- L'utilizzo dell'IA sul lavoro sale al 46% nel 2025.
realtà e prospettive
L’intelligenza artificiale (IA) continua a suscitare un acceso dibattito nel panorama economico e finanziario italiano, alimentato da una rapida evoluzione tecnologica e da promesse di trasformazioni profonde. L’entusiasmo iniziale, tuttavia, sembra essersi in parte raffreddato, lasciando spazio a un’analisi più pragmatica delle reali implicazioni per il mondo del lavoro, gli investimenti e la produttività. Oggi, 29 agosto 2025, assistiamo a un mercato in fermento, con aziende che esplorano le potenzialità dell’IA e altre che faticano a integrarla nei propri processi.
Il “paradosso della produttività” resta un tema centrale. Nonostante la crescente adozione di soluzioni basate sull’IA, i guadagni di produttività su larga scala tardano a manifestarsi. Questo fenomeno solleva interrogativi cruciali: stiamo sovrastimando le capacità attuali dell’IA o sottovalutando gli investimenti necessari per una sua implementazione efficace?
I dati più recenti offrono uno spaccato interessante della situazione italiana. Nel 2024, solo l’8,2% delle imprese con almeno 10 addetti utilizzava tecnologie di IA, un dato in crescita rispetto al 5% del 2023, ma ancora inferiore alla media europea del 13,5%. Le realtà aziendali di grandi dimensioni (con più di 250 lavoratori) rivelano un incremento notevole nell’integrazione di queste tecnologie, passando da un 24,1% a un 32,5%. Questo divario dimensionale evidenzia una sfida importante: *come favorire l’adozione dell’IA anche nelle piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico italiano?
Il mercato italiano dell’IA, d’altra parte, registra una forte espansione. Nel 2024, ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. La Generative AI, in particolare, sta trainando questa crescita, rappresentando il 43% del valore del mercato. Tuttavia, l’Italia si posiziona ancora dietro ad altri Paesi europei in termini di adozione complessiva dell’IA. Solo il 59% delle grandi imprese italiane ha un progetto attivo in questo ambito, contro una media europea del 69%.
Impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro: competenze e formazione
L’impatto dell’IA sul mondo del lavoro è un altro tema cruciale. L’automazione dei compiti ripetitivi e l’aumento dell’efficienza nei processi produttivi rappresentano indubbi vantaggi, ma sollevano anche preoccupazioni riguardo alla possibile perdita di posti di lavoro e alla necessità di una riqualificazione professionale.
Le metodologie di IA più diffuse comprendono l’identificazione automatica di contenuti testuali (54,5%) e l’intelligenza artificiale generativa (45,3%). Quest’ultima, in particolare, trova applicazione in chatbot e nella generazione di contenuti, modificando radicalmente le modalità di interazione tra aziende e clienti.
Un dato interessante emerge dall’EY Italy AI Barometer: l’utilizzo dell’IA sul lavoro è salito dal 12% nel 2024 al 46% nel 2025. Questo incremento significativo testimonia una rapida adozione, ma anche la necessità di investire in programmi di formazione e sviluppo delle competenze. L’Italia, in questo senso, si distingue per un elevato livello di investimento nella formazione avanzata, con il 64% dei lavoratori che dichiara di acquisire competenze specifiche. Resta, tuttavia, una sfida importante: ridurre il divario tra manager e dipendenti nella percezione, nell’uso e nella formazione sugli strumenti di IA.

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Opportunità di investimento nel settore dell’intelligenza artificiale
Il settore dell’IA offre indubbie opportunità di investimento, ma richiede un’attenta analisi e una strategia oculata. Il mercato italiano è in forte espansione, con un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro nel 2024. I settori più attivi sono Telco & Media, Insurance, Energy, Resource & Utility e Banking & Finance. Anche le istituzioni pubbliche stanno orientandosi verso l’IA, evidenziando un incremento nel suo impiego che supera il 100%.
Tuttavia, è fondamentale approcciarsi agli investimenti con prudenza. Il settore è ancora in fase di sviluppo e alcune aziende potrebbero essere sopravvalutate. Gli investitori dovrebbero concentrarsi su modelli di business solidi, team di gestione esperti e una chiara visione del futuro. Diversificare il portafoglio e valutare attentamente i rischi associati a questo settore in rapida evoluzione sono strategie essenziali per un investimento consapevole.
Per massimizzare la produttività dell’IA, le aziende devono adottare un approccio strategico e olistico, definendo obiettivi chiari e misurabili, investendo in infrastrutture e competenze adeguate, coinvolgendo i dipendenti nel processo di cambiamento e monitorando continuamente i risultati.
Verso un futuro guidato dall’intelligenza artificiale: prospettive e riflessioni
L’intelligenza artificiale non è una soluzione magica per tutti i problemi economici, ma rappresenta uno strumento potente con il potenziale di trasformare profondamente la nostra società. Superare il paradosso della produttività richiede un impegno congiunto da parte di imprese, istituzioni e lavoratori, investendo in formazione, riqualificazione professionale e infrastrutture adeguate.
Colmare il divario tecnologico e dimensionale tra grandi aziende e PMI è fondamentale per garantire una crescita inclusiva e sostenibile. La collaborazione tra pubblico e privato, insieme a strumenti di sostegno strutturati, può favorire l’adozione dell’IA anche nelle realtà più piccole. Il potenziale è enorme, ma trasformarlo in valore reale richiede un’azione coordinata e una visione strategica.
In sintesi, l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida e un’opportunità per l’Italia. Sfruttare appieno il suo potenziale richiede un approccio consapevole, una strategia di lungo termine e un investimento costante in competenze e innovazione. Solo così potremo costruire un futuro più prospero e inclusivo, in cui l’IA sia al servizio del progresso economico e sociale.
Vorrei concludere con una riflessione: uno dei principi fondamentali dell’economia e della finanza è la diversificazione del rischio. Proprio come non metteremmo tutti i nostri risparmi in un’unica azione, allo stesso modo non dovremmo riporre tutte le nostre aspettative di crescita nella sola intelligenza artificiale. Diversificare le nostre competenze, investire in formazione continua e coltivare la nostra creatività umana sono strategie essenziali per affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità che l’IA ci offre.
In un’ottica più avanzata, possiamo considerare il concetto di “capitale umano”. L’IA può automatizzare compiti ripetitivi, ma non può sostituire la capacità di pensiero critico, la creatività e l’intelligenza emotiva, qualità che costituiscono il nostro capitale umano. Investire in noi stessi, sviluppando queste competenze*, è il miglior modo per aumentare il nostro valore nel mercato del lavoro e garantirci un futuro professionale di successo. L’IA non è una minaccia, ma uno strumento che possiamo utilizzare a nostro vantaggio, se siamo pronti a investire nel nostro capitale umano.
- Relazione annuale Banca d'Italia 2024 sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale in Italia.
- Documento ufficiale del Governo italiano sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
- Sito ufficiale di AGID, cruciale per le politiche sull'IA nella PA.
- Sito ufficiale di Aspen Institute Italia, utile per approfondire il Rapporto AI 2025.







