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- Fondo Scaleup Europe nel 2026 per evitare la fuga di cervelli.
- I primi 3 operatori cloud detengono i due terzi del mercato.
- Superare gli ostacoli normativi che frenano lo sviluppo dell'ai.
L’Unione Europea, dopo anni di inseguimento ai giganti digitali americani e cinesi, sta per intraprendere una strategia offensiva. La Commissione Europea si appresta a lanciare un piano ambizioso per colmare il divario di finanziamento che separa le aziende europee dalle loro controparti statunitensi, con un focus particolare sull’intelligenza artificiale (AI) e sulla tecnologia quantistica. Questo sforzo, come riportato da “Politico”, mira a creare campioni tecnologici europei capaci di competere a livello globale, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti, soprattutto in un contesto di crescenti tensioni commerciali.
La strategia si articola attorno al nuovo Fondo Scaleup Europe, previsto per il 2026 e cofinanziato da investitori privati. L’obiettivo primario è quello di evitare la fuga di cervelli e di capitali verso gli Stati Uniti, un fenomeno che ha storicamente penalizzato l’innovazione europea. Il fondo mira a fornire alle startup europee le risorse necessarie per crescere e prosperare all’interno dell’Unione, creando un ecosistema più dinamico e competitivo.

Intesa Sanpaolo e la Visione di Gros-Pietro sull’Autonomia di Calcolo
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza per l’Europa di sviluppare una propria capacità di calcolo per l’intelligenza artificiale. Durante il Festival dell’Economia di Trento, Gros-Pietro ha evidenziato la dipendenza europea dai fornitori di cloud non europei, con i primi tre operatori che detengono i due terzi del mercato. Questa concentrazione rappresenta un rischio significativo, soprattutto per settori come l’industria finanziaria, che fa un ampio uso dell’AI.
Per ridurre questa dipendenza, Gros-Pietro ha insistito sulla necessità di investire in infrastrutture di calcolo europee, consentendo al continente di non dipendere completamente da un numero ristretto di fornitori americani o cinesi. Intesa Sanpaolo ha dimostrato il suo impegno in questo settore nominando un esperto di AI, la Prof.ssa Maria Rosaria Taddeo dell’Università di Oxford, nel proprio Consiglio di Amministrazione, riconoscendo la delicatezza dei problemi legati all’impiego dell’AI nei confronti delle persone.
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AI e Informazione: La Libertà di Ricerca come Motore di Innovazione
L’industria digitale è il fulcro dello sviluppo economico globale, dominata da multinazionali come le GAFAM e nuove realtà legate all’AI come Open AI e NVIDIA. Queste aziende, prevalentemente americane, detengono una quota di mercato preponderante, lasciando all’Europa un ruolo marginale. Questa situazione solleva interrogativi sulla competitività europea e sulla sua capacità di innovare.
L’Europa, culla di innovazioni come il World Wide Web e il primo personal computer, ha perso terreno nel settore digitale. Per invertire questa tendenza, è necessario superare gli ostacoli burocratici e normativi che frenano lo sviluppo dell’AI. L’European AI Act, pur ambizioso, rischia di soffocare l’innovazione con regolamentazioni ex-ante. Un approccio più efficace sarebbe quello di promuovere la libertà di ricerca e di regolamentare a posteriori i fenomeni negativi, consentendo all’innovazione di prosperare.
Un Futuro Tecnologico Europeo: Sovranità e Competitività
L’iniziativa europea per l’autonomia tecnologica rappresenta un passo cruciale per garantire la sovranità economica e la competitività del continente nel panorama globale. Il piano della Commissione Europea, il Fondo Scaleup Europe e gli investimenti in infrastrutture di calcolo sono elementi chiave per colmare il divario con gli Stati Uniti e la Cina. La nomina di esperti di AI nei consigli di amministrazione delle aziende, come nel caso di Intesa Sanpaolo, dimostra una crescente consapevolezza dell’importanza di affrontare le sfide etiche e sociali legate all’intelligenza artificiale.
È fondamentale che l’Europa adotti un approccio flessibile e pragmatico alla regolamentazione dell’AI, promuovendo la libertà di ricerca e l’innovazione. Solo così il continente potrà recuperare il terreno perduto e diventare un protagonista nel futuro tecnologico.
Amici, parliamoci chiaro: l’articolo che avete appena letto è un invito a non dormire sugli allori. In economia, un concetto fondamentale è quello del vantaggio comparato. Ogni paese, ogni azienda, ogni individuo dovrebbe specializzarsi nella produzione di beni e servizi in cui è relativamente più efficiente. L’Europa ha un enorme potenziale nel campo dell’innovazione e della ricerca, ma deve creare un ambiente favorevole per trasformare queste idee in realtà economiche.
Un concetto più avanzato è quello della sovranità tecnologica. Non si tratta di chiudersi al mondo, ma di avere la capacità di controllare le tecnologie critiche per la propria economia e sicurezza. Questo significa investire in ricerca e sviluppo, sostenere le startup innovative e creare un quadro normativo che non soffochi l’innovazione.
Riflettete: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire a questo cambiamento? Forse sostenere le aziende europee, informarci sulle nuove tecnologie o semplicemente essere più aperti all’innovazione. Il futuro dell’Europa dipende anche da noi.