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- Accordo G7: esenzioni USA rischiano di minare l'intesa centennale.
- Digital services tax canadese del 3% causa tensioni commerciali.
- Stiglitz critica governi che favoriscono multinazionali a discapito dei cittadini.
Accordo G7 sulla Tassazione Globale: Un Compromesso tra Sovranità Fiscale e Ritorsioni Commerciali
Il recente accordo del G7 in materia di tassazione minima globale per le multinazionali ha generato una vivace controversia nel contesto economico a livello mondiale. All’origine di tale dibattito vi sono le esenzioni accordate alle aziende americane, percepite da numerosi analisti come un arretramento nei confronti delle finalità di giustizia fiscale e nella battaglia contro l’elusione.
Le Esenzioni USA: Un Punto di Svolta?
L’intesa, mediata dalla presidenza canadese del G7, prevede una “soluzione parallela” che tiene conto della “sovranità fiscale dei Paesi”. In sostanza, le aziende americane potranno beneficiare di esenzioni in virtù delle tasse già versate negli Stati Uniti. Questa concessione, secondo il Financial Times, rischia di minare l’accordo fiscale globale, considerato il più importante degli ultimi cento anni.
Il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, pur definendo l’accordo una “pietra miliare nella cooperazione fiscale internazionale”, sembra riconoscere implicitamente le difficoltà insite in questo compromesso. La decisione degli Stati Uniti di inserire nel proprio budget la possibilità di imporre “tasse di ritorsione” sugli investimenti esteri provenienti da Paesi che applicassero la Global minimum tax ha esercitato una forte pressione sui negoziati.

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Le Reazioni Internazionali: Tra Compromesso e Critiche
Il ministro italiano Giancarlo Giorgetti ha definito l’accordo un “compromesso onorevole” che protegge le imprese italiane dalle ritorsioni automatiche previste dalla legislazione statunitense. Tuttavia, esperti come Antonio Tomassini e Christian Montinari dello studio legale Dla Piper hanno sottolineato come, in caso di esenzioni generalizzate agli Usa, l’iniziativa Ocse rischierebbe di rimanere una questione esclusivamente europea, con benefici di gettito limitati.
Alberto Trabucchi, condirettore generale di Assonime, ha evidenziato l’urgenza di semplificare il meccanismo, trasformandolo in uno strumento per rafforzare la coesione europea in materia di fiscalità diretta. Markus Meinzer, direttore politico del gruppo di attivisti Tax Justice Network, ha definito l’accordo un “cedimento frettoloso” che renderebbe “morto” l’accordo sull’imposta minima.
Le Implicazioni per le Big Tech e la Tassazione Digitale
L’accordo raggiunto al G7 solleva interrogativi sulle implicazioni per le Big Tech e la tassazione dei servizi digitali. La “digital services tax” canadese, che prevedeva un’imposta del 3% sui profitti delle multinazionali del web, è stata uno dei fattori scatenanti delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Canada.
L’esenzione per le compagnie statunitensi potrebbe favorire ulteriormente le Big Tech, che già beneficiano di complesse strutture societarie per ottimizzare il carico fiscale. Resta aperto il tema della tassazione sui servizi digitali, un altro tassello della fiscalità che gli Usa intendono rivedere a favore dei propri campioni tecnologici.
Un Nuovo Ordine Fiscale Globale?
Il premio Nobel Joseph Stiglitz ha criticato aspramente i governi che hanno “anteposto gli interessi delle multinazionali a quelli delle piccole e medie imprese, dei loro cittadini e della gente comune in tutto il pianeta”. Secondo Stiglitz, la rinuncia a entrate pubbliche, soprattutto in un momento di difficoltà economica, è una scelta incomprensibile.
Gabriel Zucman, fondatore e direttore dell’EU Tax Observatory, ha definito “prevedibile, eppure vergognosa e patetica, la capitolazione del G7”. Zucman auspica regole del gioco del tutto nuove, che tengano conto degli interessi di tutti i Paesi, non solo di quelli più sviluppati. La proposta di negoziare un accordo fiscale globale in sede Nazioni Unite, anziché in ambito Ocse, mira proprio a garantire una maggiore inclusività e trasparenza.
Verso una Fiscalità Più Equa: Sfide e Opportunità
Il recente accordo ottenuto al G7 segna una fase transitoria che suscita dubbi riguardo all’effettiva efficacia della tassazione minima globale. Le deroghe concesse alle aziende statunitensi potrebbero compromettere le azioni intraprese contro l’elusione fiscale, minando così il principio dell’equità nel sistema tributario mondiale.
D’altra parte, tale intesa potrebbe essere interpretata come il catalizzatore per avviare conversazioni più ampie e inclusive in tema di fiscalità globale. Il vero compito consiste nel raggiungere un bilanciamento tra la sovranità fiscale degli stati individuali e l’importanza della cooperazione internazionale nell’affrontare fenomeni elusivi e assicurare una giusta distribuzione delle risorse disponibili.
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Cari lettori, questa intesa propone importanti motivazioni per riflettere insieme a noi.
Un concetto economico fondamentale da tenere a mente è quello delle esternalità. Qui possiamo osservare come le pratiche elusive delle grandi multinazionali generino effetti collaterali negativi: mentre i profitti risultano accaparrati da privati soggetti economici, le conseguenze (rappresentate dalla riduzione delle entrate fiscali destinate allo stato) ricadono su tutta la collettività sociale; questa dinamica ha ripercussioni dirette sui servizi pubblici offerti ai cittadini nonché sulla loro qualità della vita quotidiana. Un principio teorico sofisticato riguarda la teoria dei giochi, dove ciascuno Stato agisce similmente a un partecipante in una competizione non collaborativa durante l’elaborazione della propria strategia fiscale. Il fine ultimo di tale condotta risiede nella massimizzazione del profitto individuale; tuttavia, questa attitudine potrebbe condurre a situazioni di inefficienza collettiva. In tal senso, iniziative globali volte alla creazione di una tassazione minima comune rappresentano uno sforzo significativo per mitigare tali disfunzioni e perseguire modalità operative più equilibrate.
Interroghiamoci su quale ruolo possiamo rivestire noi cittadini nel promuovere sistemi fiscali più giusti: diventa fondamentale informarsi adeguatamente e prendere parte attivamente ai dibattiti pubblici. È altresì importante sostenere le realtà associative impegnate nella lotta per l’equità tributaria; ogni singolo atto contribuisce a costruire il cambiamento desiderato.
- Accordo del Consiglio UE sulla tassazione minima delle multinazionali.
- Brochure esplicativa dell'OCSE sul quadro inclusivo per affrontare l'erosione della base imponibile.
- Sito ufficiale OCSE per approfondire la cooperazione fiscale internazionale.
- Comunicato stampa di Tax Justice Network sull'accordo del G7 e impatto sulla tassazione.







