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- Occupazione: incremento di sole 35.000 unità mensili tra maggio e luglio 2025.
- FTSE MIB: incremento dello 0,69% dopo l'apertura al ribasso.
- PIL: crescita del 1,2% nel primo semestre, calo rispetto al 2,5% del 2024.
Il discorso tenuto da Jerome Powell al simposio di Jackson Hole il 22 agosto 2025 ha generato notevoli turbolenze sui mercati finanziari, prospettando una possibile riduzione dei tassi di interesse già nel mese di settembre. Tale iniziativa, scaturita da un’attenuazione del dinamismo del mercato del lavoro e dall’impatto dei dazi sui livelli dei prezzi, costituisce un punto di svolta rilevante per le politiche monetarie sia negli Stati Uniti che a livello mondiale.
Il contesto economico e le motivazioni della Fed
Powell ha sottolineato come l’incremento medio dell’occupazione si sia ridotto notevolmente, attestandosi a sole 35.000 unità mensili tra maggio e luglio 2025, un valore decisamente inferiore rispetto al 2024. Tale flessione, pur non avendo ancora determinato un incremento significativo della disoccupazione, ha accresciuto il rischio di un deterioramento più rapido del mercato del lavoro, con possibili tagli al personale e una crescita improvvisa della disoccupazione.
Parallelamente, il presidente della Fed ha riconosciuto che “gli effetti dei dazi sui prezzi al consumo sono ormai chiaramente visibili” e destinati ad aumentare nei prossimi mesi. Questa combinazione di elementi – un mercato del lavoro meno vivace e un’inflazione che potrebbe essere incentivata dai dazi – mette la Fed di fronte a una complessa sfida nell’equilibrare il suo duplice obiettivo: massima occupazione e stabilità dei prezzi.

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La reazione dei mercati e le implicazioni
L’apertura di Powell verso un possibile abbassamento dei tassi ha istantaneamente generato una reazione positiva nelle piazze finanziarie. I rendimenti dei titoli di Stato biennali sono diminuiti e Wall Street ha cambiato direzione, registrando una chiusura in rialzo dopo un’apertura in territorio negativo. Anche Piazza Affari ha tratto vantaggio da questo annuncio, terminando la giornata con un incremento dello 0,69% sull’indice FTSE MIB, emergendo come la migliore tra le Borse europee. In particolare, si sono messe in evidenza STMicroelectronics (+4,67%) e Stellantis (+4,23%).
Ciononostante, Powell ha anche provato a moderare le aspettative di una sequenza aggressiva di tagli dei tassi, evidenziando che la Fed non permetterà che un temporaneo incremento dei prezzi si trasformi in un problema di inflazione cronica. Ha ribadito l’importanza di mantenere salde le stime sull’inflazione da parte di famiglie e aziende.
Le sfide e le incertezze
L’economia statunitense si trova di fronte a una duplice difficoltà: una decelerazione della crescita (il PIL nel primo semestre è aumentato dell’1,2% rispetto al 2,5% del 2024) e il pericolo che le tariffe doganali riattivino la spinta inflazionistica. Powell ha evidenziato come la Fed debba “equilibrare” i suoi due obiettivi primari, in una congiuntura resa più complessa dalle decisioni in materia di commercio e dalle politiche migratorie dell’amministrazione Trump.
Inoltre, il discorso di Powell è stato interpretato anche come un segnale politico, con lo scopo di salvaguardare l’indipendenza della Fed in un momento in cui la Casa Bianca esercita pressioni sull’istituto centrale. Le minacce di licenziamento indirizzate a Lisa Cook, membro del Board dei governatori, mettono in luce le tensioni esistenti tra la Fed e l’amministrazione.
Verso una nuova era di politica monetaria?
La valutazione da parte della Fed di un taglio dei tassi a settembre potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nella politica monetaria americana. Dopo un periodo di aumenti dei tassi per contrastare l’inflazione, la banca centrale sembra ora indirizzata a sostenere l’espansione economica, pur prestando grande attenzione all’inflazione.
Ad ogni modo, il percorso futuro della politica monetaria resta imprevedibile e sarà legato all’evoluzione dei dati economici, in particolare quelli relativi al mercato del lavoro e all’inflazione. Come ha ribadito Powell, “la nostra politica non è predeterminata. Decideremo solo sulla base dei dati, per proteggere al meglio l’economia americana“.
## Navigare l’incertezza: una bussola per investitori e risparmiatori
In un contesto economico così dinamico e incerto, è fondamentale per investitori e risparmiatori adottare un approccio prudente e informato. Comprendere i meccanismi che influenzano i tassi di interesse e l’inflazione è essenziale per prendere decisioni finanziarie consapevoli.
Una nozione base di economia che può illuminare questo scenario è il concetto di *tasso di interesse reale. Questo tasso rappresenta il rendimento effettivo di un investimento, al netto dell’inflazione. Ad esempio, se un investimento offre un rendimento del 5% e l’inflazione è del 3%, il tasso di interesse reale è del 2%. Comprendere il tasso di interesse reale aiuta a valutare se un investimento sta effettivamente generando un guadagno o se il suo valore è eroso dall’inflazione.
Un concetto più avanzato è la curva dei rendimenti. Questa curva rappresenta graficamente i tassi di interesse di titoli di Stato con diverse scadenze. Una curva dei rendimenti normale (con tassi più alti per le scadenze più lunghe) indica generalmente aspettative di crescita economica. Una curva invertita (con tassi più alti per le scadenze più brevi) può segnalare un rischio di recessione. Monitorare la curva dei rendimenti può fornire indicazioni preziose sull’andamento futuro dell’economia.
In questo contesto di incertezza, è importante diversificare i propri investimenti, valutare attentamente i rischi e i rendimenti potenziali e, soprattutto, rimanere informati sull’evoluzione della politica monetaria e delle dinamiche economiche globali. La conoscenza e la prudenza sono le migliori armi per affrontare le sfide del mercato e proteggere il proprio patrimonio.
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Rielaborazione:
Prenderemo decisioni unicamente sulla base delle evidenze concrete, al fine di preservare al massimo la solidità dell’economia statunitense.







