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- Bce ferma i tassi dopo 8 aumenti consecutivi da giugno 2024.
- Divario tassi variabili-fissi: +50 punti base, forse +70 nel 2026.
- Surroghe al 32%, under 36 richiedono mutui con LTV > 80%.
- Compravendite immobiliari: +11,2% nel primo trimestre 2025.
- Mutui per acquisto casa: dal 38,6% al 45,8% in un anno.
La progressione dei finanziamenti concessi, rilevata da Banca d’Italia, risulta ancor più rimarchevole; attualmente, la quota delle transazioni immobiliari sostenute da mutuo è salita a , in contrasto con il dato di un anno prima.
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La Banca Centrale Europea (BCE) adotta una linea di azione cauta, mantenendo invariati i livelli dei tassi di interesse dopo otto incrementi consecutivi a partire da giugno 2024. Questa decisione, presa all’unanimità dal Consiglio direttivo, è il risultato di un’analisi accurata dell’inflazione, che attualmente corrisponde all’obiettivo di medio termine del 2%. Nel frattempo, il mercato dei prestiti ipotecari in Italia sta vivendo mutamenti considerevoli, con il tasso variabile che si sta rivelando più allettante rispetto a quello fisso, specialmente per chi compra immobili a bassa efficienza energetica.
Tassi invariati e mutui variabili in vantaggio
La BCE ha lasciato invariato il tasso sui depositi al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,4%. Questa sospensione, ad ogni modo, non implica la fine definitiva della politica restrittiva. Le previsioni sull’Euribor suggeriscono una diminuzione graduale almeno fino alla metà del 2026, favorita da una politica monetaria meno rigida. Malgrado ciò, il percorso non è privo di ostacoli, con fattori di incertezza come l’evoluzione delle retribuzioni, l’instabilità geopolitica e le decisioni commerciali degli Stati Uniti, che potrebbero influenzare le prossime azioni della BCE.
L’Osservatorio MutuiSupermarket.it evidenzia che il divario tra i tassi variabili e quelli fissi ha già superato i 50 punti base e potrebbe raggiungere i 70 entro la primavera del 2026. Al momento, il mutuo a tasso variabile più conveniente propone un TAN del 2,58%, con una rata mensile di 599 euro per un capitale di 150.000 euro. Questo dato si confronta con il 3,00% del mutuo a tasso fisso più vantaggioso, la cui rata ammonta a 632 euro. Il risparmio previsto nei primi due anni potrebbe superare i 1.000 euro, grazie al previsto calo dell’Euribor.
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Fisso vs Variabile: una scelta ponderata
Nonostante l’attrattiva del tasso variabile nel breve periodo, il tasso fisso continua a offrire vantaggi importanti. La costanza della rata, la protezione da futuri aumenti e la maggiore prevedibilità del budget familiare rimangono elementi cruciali per chi ha un reddito fisso, una programmazione finanziaria rigida o una limitata propensione al rischio.

Il mercato dei mutui sta rispondendo a queste nuove tendenze. Le surroghe sono diminuite al 32%, e diminuisce anche la percentuale di mutui richiesti dagli under 36, ora al 40%. Tuttavia, si osserva un crescente interesse tra i giovani per finanziamenti con Loan To Value (LTV) superiori all’80%, raggiungendo ora il 54%, il che rivela le difficoltà nell’accantonare il capitale iniziale e una rinnovata fiducia nel mutuo come strumento per l’acquisto di una casa.
Il mercato immobiliare in ripresa
Nel primo trimestre del 2025, le compravendite immobiliari residenziali hanno registrato un aumento dell’11,2% rispetto all’anno precedente. La progressione dei finanziamenti concessi, rilevata da Banca d’Italia, risulta ancor più rimarchevole; attualmente, la quota delle transazioni immobiliari sostenute da mutuo è salita a 45,8%, in contrasto con il dato del 38,6% di un anno prima. Ciò lascia intendere che le famiglie italiane stanno tornando ad acquistare casa utilizzando il credito ipotecario, e non più soltanto i propri risparmi. Il nuovo scenario dei tassi, più conveniente e stabile, sembra aver generato nuove opportunità.
Scelte consapevoli per il futuro finanziario
La decisione tra tasso fisso e variabile deve essere ponderata considerando la propria situazione economica e finanziaria. Chi dispone di un reddito certo, una prospettiva a lungo termine e una bassa tolleranza al rischio potrebbe orientarsi verso la tranquillità del tasso fisso. Al contrario, chi è disposto ad accettare una rata leggermente più variabile può beneficiare di eventuali future diminuzioni dei tassi e delle strategie della BCE.
Navigare le acque della finanza: una bussola per le scelte
In un contesto economico in continuo cambiamento, comprendere le dinamiche dei tassi d’interesse e le implicazioni per i mutui è fondamentale. La BCE, con le sue decisioni, influenza direttamente il costo del denaro e, di conseguenza, le scelte finanziarie delle famiglie e delle imprese. La pausa nei rialzi dei tassi, pur non essendo un segnale di inversione di tendenza, offre un momento di riflessione per valutare le opzioni disponibili e pianificare il futuro finanziario con maggiore consapevolezza.
Un concetto base di economia da tenere a mente è il tasso di interesse reale, che rappresenta il costo effettivo del denaro al netto dell’inflazione. Se l’inflazione è al 2% e il tasso nominale di un mutuo è al 3%, il tasso reale è solo dell’1%. Questo significa che il costo reale del finanziamento è inferiore a quanto sembri a prima vista.
Un concetto più avanzato è la duration di un mutuo, che misura la sensibilità del suo valore alle variazioni dei tassi d’interesse. Un mutuo a tasso fisso con una duration elevata sarà più sensibile alle variazioni dei tassi rispetto a un mutuo a tasso variabile o con una duration inferiore. Comprendere la duration può aiutare a valutare il rischio associato a un determinato tipo di mutuo.
In definitiva, la scelta tra tasso fisso e variabile è una decisione personale che dipende da molti fattori, tra cui la propria situazione finanziaria, la propensione al rischio e le aspettative sull’andamento futuro dei tassi d’interesse. Informarsi, confrontare le offerte e chiedere consiglio a un esperto sono passi fondamentali per prendere una decisione consapevole e adatta alle proprie esigenze.







