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- European banks: dividends doubled to almost €72 billion in 2024.
- Southern Europe benefited from higher rates on variable-rate loans.
- Italian, Nordic, and Spanish banks led with the highest ROAE in Q1 2025.
Un’analisi approfondita
Il panorama finanziario europeo sta vivendo una fase di trasformazione significativa. Nonostante le crescenti complessità normative, in particolare con l’implementazione di Basilea IV a partire da gennaio 2025, le banche europee hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento e di crescita. Questo è stato possibile grazie a un aumento degli utili e a strategie di ottimizzazione del bilancio che hanno contribuito a rafforzare la capitalizzazione degli istituti.
Un aspetto cruciale di questa evoluzione è l’incremento della remunerazione degli azionisti, resa possibile dai livelli di capitale più elevati. Tuttavia, secondo Morningstar DBRS, questa flessibilità potrebbe ridursi nei prossimi anni a causa di una contrazione della redditività, influenzata da tassi di interesse più bassi, dall’impatto residuo di Basilea IV e dalla potenziale conclusione di operazioni di M&A.
Andrea Costanzo, Vice President di European Financial Institution Ratings presso Morningstar DBRS, ha sottolineato come gli ampi buffer di capitale delle banche europee rappresentino una solida difesa contro l’incertezza accentuata dalle tensioni geopolitiche e dalla guerra commerciale globale. Questo è particolarmente rilevante in un contesto economico mondiale in continua evoluzione.
Performance diversificate e strategie di adattamento
Le banche situate nell’Europa del sud hanno beneficiato in modo particolare dell’incremento dei tassi di interesse, favorito da una quota maggiore di prestiti con tasso variabile e da una raccolta su depositi non remunerati.
Questa resilienza è imputabile a diverse tattiche, tra cui la protezione dai rischi legati ai tassi, l’espansione del credito, la diversificazione delle entrate tramite attività che generano commissioni e i profitti derivanti dalle operazioni di trading.
Durante il primo trimestre del 2025, le istituzioni bancarie di Italia, Paesi Nordici e Spagna hanno mostrato la più alta percentuale di ritorno sul capitale proprio (ROAE), mentre quelle di Francia, Germania e Paesi Bassi hanno evidenziato un andamento più contenuto.
Le banche di Grecia, Italia e Portogallo hanno diminuito i loro RWA tra la fine del 2020 e l’inizio del 2024, anche grazie a iniziative di riduzione del rischio.
L’incremento degli RWA in altre nazioni è stato determinato dalla crescita intrinseca delle attività e, in alcuni frangenti, da acquisizioni.
Nel 2024, le banche analizzate hanno distribuito quasi 72 miliardi di euro in dividendi sugli utili netti, una cifra che è circa il doppio rispetto al 2022.
Nel corso del 2020 e del 2021, le autorità di regolamentazione avevano imposto restrizioni sulla distribuzione di dividendi per salvaguardare il capitale durante la pandemia di COVID-19.
Nel complesso, gli istituti di credito italiani, scandinavi e del Regno Unito hanno esibito i dividend payout ratio più cospicui nel corso del 2024.
La distribuzione dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie rimangono gli strumenti principali per ricompensare gli azionisti, ma gli istituti bancari mirano sempre più a creare valore nel medio termine attraverso operazioni di fusione e acquisizione.
- 📈 Ottima analisi! Le banche europee stanno dimostrando una resilienza......
- 📉 Non sono convinto di questa crescita... Basilea IV e i tassi......
- 🤔 E se la vera opportunità fosse altrove? Un punto di vista......
Il confronto con le banche americane e le prospettive future
Dopo anni di difficoltà, le banche europee stanno superando le loro controparti americane sui mercati. Molte banche europee hanno visto le loro valutazioni tornare al valore contabile, un dato significativo se confrontato con il 2,4 volte il valore contabile di JPMorgan e il doppio del valore contabile di Goldman Sachs. Gli istituti bancari europei, che prima della crisi finanziaria presentavano una capitalizzazione insufficiente, hanno accumulato riserve di capitale imposte dalle autorità di regolamentazione, ponendo dei limiti ai dividendi per gli azionisti.
Un decennio di tassi di interesse prossimi allo zero ha complicato la capacità degli istituti di credito di generare profitti.
Il quadro è mutato dopo la pandemia di Covid, quando le banche centrali hanno iniziato a elevare i tassi di interesse per combattere l’inflazione.
I rendimenti dei titoli di stato tedeschi con scadenza trentennale sono saliti rapidamente, superando di un margine di 1,3 punti percentuali quelli a due anni.
Nel Regno Unito, la forbice è superiore a 1,5 punti percentuali.
Tuttavia, resta da capire se le banche europee saranno in grado di proseguire la loro espansione senza un incremento dei tassi a lungo termine.
Le istituzioni di credito hanno potenziato settori come la gestione patrimoniale per proteggersi dalle oscillazioni dei tassi di interesse, ma l’opposizione politica alle fusioni è percepita come un freno al potenziale di crescita del settore.
Francesco Sandrini, responsabile globale delle strategie multi-asset di Amundi, ha osservato che le banche appaiono come la componente più solida del portafoglio, ma vi è una crescente percezione che il periodo più propizio sia giunto al termine.
Le quotazioni dei principali istituti bancari del Vecchio Continente hanno toccato i picchi massimi successivi alla crisi finanziaria globale del 2008, trainate dall’aumento dei tassi di interesse a lungo termine, che ha originato introiti straordinari.
Questa ripresa segna un cambiamento radicale per un settore che ha faticato a risollevarsi dalle crisi passate e a competere con i rivali statunitensi.
Un mix di fattori, tra cui un impatto trasformativo sulle entrate grazie a tassi di interesse maggiori, un contesto economico favorevole e misure atte a migliorare l’efficienza, ha fornito un sostegno agli istituti di credito.
Nonostante il calo delle azioni di HSBC a seguito della mancata rispondenza alle previsioni degli analisti nei risultati del secondo trimestre, e nonostante il brusco decremento dei titoli bancari in risposta alle tariffe imposte dagli Stati Uniti, gli istituti bancari compresi nell’indice europeo Stoxx 600 evidenziano comunque un progresso del 34% dall’inizio dell’anno.
Gli investitori si sono orientati verso i titoli bancari europei, incentivati da un crescente ottimismo economico nella regione, da previsioni più favorevoli per i loro portafogli di prestiti e da valutazioni inferiori rispetto a colossi americani come JPMorgan Chase e Goldman Sachs.

Navigare nel futuro: sfide e opportunità per il settore bancario europeo
Il settore bancario europeo si trova a un bivio, con sfide normative e geopolitiche che si intrecciano con opportunità di crescita e innovazione. La capacità delle banche di adattarsi a un contesto in rapida evoluzione sarà determinante per il loro successo futuro. La gestione del capitale, la diversificazione dei ricavi e l’attenzione all’efficienza operativa rimarranno elementi chiave per mantenere la redditività e attrarre investitori.
Le fusioni e acquisizioni potrebbero rappresentare un’opportunità per creare valore nel medio termine, ma la resistenza politica e le complessità normative potrebbero limitare il potenziale di crescita del settore. Sarà fondamentale per le banche europee trovare un equilibrio tra la remunerazione degli azionisti e gli investimenti a lungo termine per garantire una crescita sostenibile e una solida posizione nel mercato globale.
Inoltre, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei servizi finanziari offriranno nuove opportunità per migliorare l’efficienza e raggiungere nuovi clienti. Le banche che sapranno sfruttare al meglio queste tecnologie saranno in grado di competere con successo in un mercato sempre più competitivo e dinamico.
Cari lettori, spero che questo articolo vi abbia fornito una panoramica chiara e approfondita del settore bancario europeo. Come promesso, vorrei condividere con voi una nozione base di economia e finanza applicabile al tema che abbiamo trattato.
La diversificazione del portafoglio è una strategia fondamentale per ridurre il rischio negli investimenti. Invece di concentrare tutti i vostri capitali in un unico settore o in un singolo titolo, distribuite i vostri investimenti tra diverse asset class, come azioni, obbligazioni e immobili. Questo vi aiuterà a proteggere il vostro patrimonio dalle fluttuazioni del mercato e a ottenere rendimenti più stabili nel tempo.
E ora, una nozione più avanzata: il concetto di Value at Risk (VaR). Il VaR è una misura statistica che stima la massima perdita potenziale che un portafoglio di investimenti potrebbe subire in un determinato periodo di tempo, con un certo livello di confidenza. Ad esempio, un VaR a 95% indica che c’è una probabilità del 5% che il portafoglio subisca una perdita superiore a un determinato importo. Comprendere e monitorare il VaR del vostro portafoglio può aiutarvi a gestire il rischio in modo più efficace e a prendere decisioni di investimento più informate.
Infine, vi invito a riflettere su come le dinamiche del settore bancario europeo possano influenzare le vostre scelte di investimento e la vostra pianificazione finanziaria. Comprendere i trend del mercato e le strategie delle banche può aiutarvi a prendere decisioni più consapevoli e a proteggere il vostro patrimonio nel lungo termine. Ricordate sempre che l’educazione finanziaria è la chiave per raggiungere i vostri obiettivi economici e vivere una vita più serena e prospera.
- Comunicato stampa di BPER Banca sul miglioramento del rating da Morningstar DBRS.
- Report di Morningstar DBRS sulla capitalizzazione delle banche europee.
- Presenta i risultati finanziari di Amundi, rilevante per l'analisi degli investimenti.
- Sito ufficiale di Morningstar, utile per approfondire rating e analisi.







