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- Scadenza CPB prorogata al 30 settembre 2025, più tempo per valutare.
- Incremento massimo del reddito limitato al 10% per ISA pari a 10.
- Conciliazione giudiziale estesa a tutti i procedimenti pendenti in Cassazione.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto che apporta modifiche alla riforma fiscale, con interventi significativi sul concordato preventivo biennale (CPB). Le nuove norme, entrate in vigore il 4 giugno 2025, puntano a snellire gli adempimenti, migliorare la giustizia tributaria e rivedere le sanzioni fiscali, ponendo particolare attenzione al CPB.
Dilazione dei termini e nuove esclusioni
Una delle principali novità è la dilazione della scadenza per aderire al CPB, spostata al *30 settembre 2025, rispetto al precedente termine del 31 luglio. Questa proroga concede ai contribuenti più tempo per valutare i benefici e gli svantaggi dell’adesione. Tuttavia, il decreto introduce anche nuove cause di esclusione, in particolare per chi adotta il regime forfetario, data la natura sperimentale del concordato.
Un’altra importante preclusione riguarda i contribuenti che dichiarano redditi individuali da lavoro autonomo e contemporaneamente partecipano a studi associati, società tra professionisti o società tra avvocati. In questi scenari, l’accesso al concordato è permesso solo se anche le associazioni e le società a cui il professionista partecipa hanno scelto di aderire al CPB per gli stessi periodi d’imposta.
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Massimale e “clausola salva concordato”
Il decreto stabilisce un massimale per l’incremento del reddito proposto rispetto a quello dichiarato nell’anno fiscale precedente l’adesione. Questo limite, fissato al 10% per i contribuenti con un elevato indice di affidabilità fiscale (ISA pari a 10), ha lo scopo di tutelare i contribuenti più corretti da aumenti di reddito eccessivi avanzati dal fisco. Per chi ha un indice ISA pari almeno a 9, gli incrementi non supereranno il 15%, mentre per chi ha almeno un indice pari a 8, il tetto è del 25%.
È stata inoltre introdotta una “clausola salva concordato” che stabilisce come la semplice notifica di un avviso bonario non comporti la decadenza dal CPB, a patto che il contribuente sistemi la propria posizione entro 60 giorni. Questa disposizione offre una maggiore flessibilità e protezione per i contribuenti che potrebbero incappare in piccoli errori o omissioni.

Altre previsioni e snellimenti
Il decreto prevede anche altre misure di snellimento, come la trasmissione annuale, invece che semestrale, dei dati relativi alla tessera sanitaria a partire dalle informazioni del 2025, per la dichiarazione precompilata. La possibilità di ricorrere alla conciliazione giudiziale è stata ora ampliata a tutti i procedimenti pendenti in Cassazione, una facoltà che in precedenza era circoscritta solo a quelli successivi al gennaio 2024.
Un’ulteriore novità riguarda la deducibilità del costo del lavoro, prorogata fino al 2027, e inserita tra le rettifiche del reddito concordato. Questo intervento mira a favorire l’assunzione di nuovi dipendenti a tempo indeterminato, anche in presenza di CPB.
Concordato preventivo biennale: un’occasione per la pianificazione fiscale
Il concordato preventivo biennale rappresenta un’opportunità per i contribuenti di pianificare le proprie imposte per un arco di tempo di due anni, offrendo maggiore sicurezza e prevedibilità. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente i pro e i contro dell’adesione, considerando la propria specifica situazione e le nuove disposizioni introdotte dal decreto correttivo.
Un concetto fondamentale di economia e finanza applicabile a questo tema è la pianificazione fiscale, ovvero la strategia per gestire le proprie finanze al fine di ridurre al minimo il carico fiscale in modo legale ed efficace. Il CPB offre uno strumento per pianificare le imposte su un orizzonte temporale più ampio, permettendo di prevedere e gestire meglio i flussi di cassa.
Un concetto più avanzato è la teoria dei giochi*, che può essere impiegata per analizzare le interazioni tra il contribuente e l’amministrazione fiscale nel contesto del CPB. Entrambe le parti hanno un interesse a massimizzare il proprio risultato (il contribuente a ridurre al minimo le imposte, l’amministrazione fiscale a massimizzare il gettito), e la scelta di aderire o meno al CPB può essere vista come una mossa strategica in un gioco a somma non zero.
Riflettiamo: il concordato preventivo biennale è un’occasione per semplificare la vita fiscale e pianificare il futuro, ma richiede una valutazione attenta e consapevole. È un invito a diventare protagonisti attivi della propria gestione finanziaria, sfruttando gli strumenti a disposizione per costruire un futuro più sereno e prospero.
- Dettagli sul decreto correttivo della riforma fiscale approvato dal Consiglio dei Ministri.
- Definizione ufficiale del Concordato Preventivo Biennale dal sito dell'Agenzia delle Entrate.
- Approfondimento sugli ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale.
- Dettagli su istruzioni, scadenze, adesione e revoca del concordato preventivo biennale.