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- Tassazione sigarette: possibile aumento del 139%.
- Sigari: tassazione potrebbe aumentare del 1090%.
- Aumento di 1€ a pacchetto, oltre il 20%.
- Nel 2024, tra 14.500 e 15.000 coltivatori tabacco in UE.
- Export tabacco riscaldato dall'italia: ricavi per quasi 2 miliardi €.
L’Unione Europea sta valutando attentamente una rielaborazione significativa della Direttiva sulle Accise sui Prodotti da Tabacco (TED), un’azione che potrebbe provocare un’impennata dei costi per un’ampia gamma di prodotti, dalle sigarette tradizionali alle alternative più moderne come le sigarette elettroniche e il tabacco scaldato. Questa iniziativa, sostenuta dal Commissario olandese Wopke Hoekstra, ha come fine l’incremento delle entrate dell’UE attraverso una tassazione più severa nel comparto del tabacco.
Aumenti Proposti e Impatto sui Prezzi
Le proposte attualmente al vaglio sono di vasta portata e potrebbero avere un impatto considerevole sulle finanze dei consumatori. Si discute di un aumento del 139% sulla tassazione delle sigarette, un 258% sul tabacco sfuso per le sigarette fatte a mano e un sorprendente 1090% sui sigari. Questi aumenti potrebbero portare a un incremento di circa 1 euro per pacchetto, equivalente a oltre il 20% in più, sia per le sigarette classiche che per i prodotti a tabacco riscaldato.

Questi aumenti, se implementati, rappresenterebbero una svolta radicale rispetto alle attuali politiche fiscali e potrebbero generare preoccupazioni riguardo alla competitività del settore del tabacco in Italia. Il governo italiano, infatti, ha già espresso l’intenzione di salvaguardare gli investimenti nel settore, sottolineando l’importanza dell’aspetto fiscale per le imprese che operano nel paese.
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Implicazioni per la Filiera Produttiva
La catena di produzione del tabacco in Europa, e in special modo in Italia, potrebbe risentire di questi aumenti. Malgrado meno del 4% della raccolta annuale globale di tabacco provenga dall’UE, il settore continua a dare lavoro a un numero considerevole di persone. Nel 2024, si stimano tra i 14.500 e i 15.000 coltivatori di tabacco nell’UE, un numero in calo rispetto ai 60.000 del 2010. I paesi con il maggior numero di coltivatori sono Bulgaria, Grecia e Polonia.
L’Italia, nello specifico, ha sviluppato importanti catene produttive, con un ruolo cruciale sotto il profilo occupazionale ed economico. L’esportazione di articoli di tabacco riscaldato fabbricati in Italia genera complessivamente ricavi per quasi due miliardi di euro all’anno. Un aumento significativo delle imposte potrebbe compromettere la competitività di queste aziende e mettere a repentaglio posti di lavoro.
Le Motivazioni Dietro la Proposta
La Commissione Europea è alla ricerca di nuove fonti di finanziamento per sostenere il bilancio a lungo termine dell’UE. Le accise sul tabacco rappresentano già una risorsa importante, e l’incremento della tassazione potrebbe contribuire a finanziare le nuove priorità strategiche dell’Unione, come la difesa e la competitività. Inoltre, le entrate aggiuntive potrebbero essere utilizzate per ripagare i bond del NGEU (Next Generation EU), con un esborso massimo di 29 miliardi di euro all’anno a partire dal 2028 per trent’anni.
La proposta di revisione della Direttiva TED è contenuta in uno studio tecnico interno di 196 pagine, che ha già generato un ampio dibattito. Il documento prevede un aumento dell’accisa minima sulle sigarette da 90 a 215 euro per 1.000 pezzi, sul tabacco da arrotolare da 60 a 215 euro/kg, e sui sigari e sigarilli si propone 143 euro/kg o per 1.000 unità. Riguardo alle sigarette elettroniche, si considera un’imposizione basata sulla concentrazione di nicotina, mentre per il tabacco riscaldato la proposta indica 108 €/1.000 unità o 155 €/kg.
Verso un Futuro Più Costoso per i Fumatori?
Il percorso per l’approvazione di questa riforma è tutt’altro che agevole. Qualsiasi modifica alla direttiva TED, così come ogni decisione riguardante nuove risorse proprie o la struttura del bilancio UE, richiede l’accordo unanime dei 27 Stati membri. Questo implica che la proposta dovrà superare un processo politico e diplomatico complesso, durante il quale potrebbero emergere forti opposizioni da parte di alcuni paesi.
Riflessioni Finali: Un Equilibrio Difficile tra Entrate Fiscali e Impatto Economico
La revisione della Direttiva sulle Accise del Tabacco rappresenta un tentativo di bilanciare le necessità di bilancio dell’UE con le preoccupazioni economiche dei paesi membri e le abitudini dei consumatori. Aumentare le tasse sul tabacco potrebbe generare entrate significative, ma potrebbe anche avere conseguenze negative per le filiere produttive e per i fumatori, che si troverebbero a dover affrontare prezzi più alti.
Un concetto fondamentale in economia e finanza applicabile a questa situazione è l’elasticità della domanda. Questo principio ci dice quanto la quantità domandata di un bene o servizio cambia in risposta a una variazione del suo prezzo. Nel caso del tabacco, se la domanda è relativamente anelastica (cioè, i consumatori continuano a fumare anche se i prezzi aumentano), l’aumento delle tasse potrebbe essere una fonte di entrate stabile per l’UE. Tuttavia, se la domanda è elastica, l’aumento dei prezzi potrebbe portare a una diminuzione del consumo di tabacco, riducendo le entrate fiscali e favorendo il mercato nero.
Un concetto più avanzato è la curva di Laffer, che illustra la relazione tra le aliquote fiscali e le entrate fiscali. Secondo questa teoria, aumentare le aliquote fiscali oltre un certo punto può effettivamente ridurre le entrate fiscali, poiché scoraggia l’attività economica. Nel caso del tabacco, un aumento eccessivo delle tasse potrebbe spingere i consumatori verso alternative illegali o verso altri prodotti, riducendo le entrate fiscali complessive.
È importante riflettere su come le politiche fiscali influenzino non solo le entrate statali, ma anche i comportamenti dei consumatori e la salute pubblica. Un aumento delle tasse sul tabacco potrebbe incentivare le persone a smettere di fumare, con benefici per la salute a lungo termine, ma potrebbe anche avere conseguenze economiche indesiderate. Trovare un equilibrio tra questi obiettivi è una sfida complessa, che richiede una valutazione attenta dei costi e dei benefici di ogni possibile intervento.