Allarme a Wall Street: l’ombra oscura dell’IA incombe sul mercato?

Una Prospettiva Approfondita

Wall Street, nonostante un’apparente inarrestabile ascesa, presenta delle vulnerabilità intrinseche che potrebbero innescare una correzione significativa. _Non servono necessariamente notizie negative per scatenare un crollo, ma anche solo notizie meno positive delle aspettative possono essere sufficienti._ Questo è particolarmente vero considerando le enormi aspettative riposte nell’intelligenza artificiale (IA) e i massicci investimenti che la sostengono.

Molte aziende, per finanziare questa spesa colossale, stanno ricorrendo all’indebitamento. Ad esempio, Meta ha emesso un bond da 30 miliardi di dollari, mentre Oracle ne aveva emesso uno da 18 miliardi, entrambi destinati a investimenti in IA. Il rischio è che, nonostante gli sforzi immensi, i ritorni non siano proporzionati. Sebbene il mercato attualmente mostri un atteggiamento positivo, con stime che prevedono un valore economico di 20mila miliardi di dollari generato dall’IA generativa (di cui 8mila miliardi solo negli USA, secondo Goldman Sachs), i timori latenti a volte emergono.

La Concentrazione del Mercato e la Circolarità degli Investimenti

Un’ulteriore fonte di preoccupazione è la concentrazione del mercato. L’indice S&P 500 è composto per il 33% da soli sette titoli, tutti appartenenti al settore delle big tech. Appena sette aziende, con Nvidia che ha raggiunto una capitalizzazione di cinquemila miliardi di dollari, contribuiscono a un terzo del valore totale dell’indice. Questa elevata concentrazione rende l’intera Borsa vulnerabile alle performance di queste poche aziende.

La circolarità degli investimenti rappresenta un’altra criticità. Si consideri il caso di OpenAI: la società riceve finanziamenti dalle grandi aziende tecnologiche per lo sviluppo dei suoi data center, ma allo stesso tempo queste stesse aziende tech le vendono i microprocessori necessari al funzionamento di tali data center. Queste interconnessioni si manifestano in numerose imprese, spesso attraverso intrecci di finanziamenti e partecipazioni azionarie. Di conseguenza, se una di queste aziende dovesse subire un contraccolpo, l’effetto domino potrebbe colpire l’intero sistema.

Bolla del Credito e Segnali di Stress

Il terzo tallone d’Achille è rappresentato dalla potenziale bolla del credito. Il fallimento di alcune società legate al settore auto, ai prestiti a leva e a quelli subprime, come First Brands, Cantor e Tricolor, ha sollevato interrogativi sulla solidità del credito in questo settore. Le incertezze si sono poi propagate al settore bancario regionale, a seguito degli annunci di perdite significative su grandi crediti da parte di First Brands e Western Alliance, estendendosi infine anche ai fondi di private debt. Si teme che una contrazione dell’economia statunitense possa rivelare le conseguenze dell’eccessiva facilità creditizia degli anni precedenti.

Diverse indicazioni suggeriscono l’esistenza di una certa tensione finanziaria. I default sono attualmente bassi, ma sui crediti subprime per il settore auto le insolvenze sono salite al 5,93%, un livello vicino ai record storici, secondo Morgan Stanley. Inoltre, si osserva un boom delle ristrutturazioni di crediti erogati da fondi di private debt, attraverso i cosiddetti “Pik” (payment-in-kind), che consentono di pagare gli interessi non in contanti. Questa particolare forma di crediti problematici (“bad Pik”) ha raggiunto il 6% del totale, in netto contrasto con il 2% registrato nel 2021, secondo i dati di Lincoln International riportati da Bloomberg. Questi segnali provenienti dal mondo del credito statunitense, sia bancario che non bancario, destano preoccupazione.

Navigare le Incognite: Prudenza e Consapevolezza nel Mercato Finanziario

In sintesi, Wall Street, pur mostrando una notevole resilienza, non è immune da rischi. La concentrazione del mercato, la circolarità degli investimenti e la potenziale bolla del credito rappresentano vulnerabilità significative. La prudenza e la consapevolezza sono fondamentali per navigare in questo contesto complesso. _È essenziale monitorare attentamente i segnali di stress nel sistema finanziario e diversificare gli investimenti per mitigare i rischi._

Amici, parliamoci chiaro: il mondo della finanza può sembrare un labirinto, ma con un po’ di conoscenza possiamo orientarci meglio. Un concetto base da tenere a mente è la *diversificazione del portafoglio. Non mettere tutte le uova nello stesso paniere! Distribuire i propri investimenti su diverse asset class (azioni, obbligazioni, immobili, ecc.) aiuta a ridurre il rischio complessivo.

E per chi vuole approfondire, un concetto più avanzato è quello del Value Investing*. Questa strategia, resa celebre da Warren Buffett, consiste nell’individuare aziende sottovalutate dal mercato, ovvero con un prezzo inferiore al loro valore intrinseco. Richiede un’analisi approfondita dei bilanci e delle prospettive future dell’azienda, ma può portare a rendimenti interessanti nel lungo periodo.

Infine, vi invito a riflettere: _siamo davvero consapevoli dei rischi che ci assumiamo quando investiamo?_ Informarsi, studiare e non farsi prendere dalla fretta sono i primi passi per proteggere i nostri risparmi e costruire un futuro finanziario più solido.