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- Aumento medio di 14-15 centesimi a pacchetto nel 2026.
- Tabacco trinciato: rincaro di circa 50 centesimi (30 grammi) nel 2026.
- Tabacco riscaldato: crescita stimata del 42% entro il 2028.
Il panorama fiscale italiano si prepara a una serie di modifiche che impatteranno direttamente sulle tasche dei fumatori. La manovra finanziaria del 2026 prevede un incremento delle accise sui tabacchi, una mossa che si tradurrà in un aumento graduale dei prezzi di sigarette, tabacco trinciato, sigari e prodotti alternativi come le sigarette elettroniche. Questa decisione, inserita in un contesto più ampio di ricerca di nuove entrate per lo Stato, mira a generare un gettito aggiuntivo di circa 1,5 miliardi di euro nel triennio 2026-2028.
L’incremento delle accise è stato concepito per essere progressivo, al fine di evitare bruschi shock di mercato e limitare il rischio di un aumento del contrabbando, un fenomeno già presente in Italia e che rappresenta una sfida per l’erario e la salute pubblica. Il governo ha optato per un approccio graduale, simile a quello adottato per l’aumento dell’età pensionabile, distribuendo l’impatto su più anni.
Dettagli sugli Aumenti Previsti
Nel dettaglio, l’aumento medio per pacchetto di sigarette sarà di circa 14-15 centesimi nel 2026, per poi assestarsi su un incremento di 10-12 centesimi nel 2027 e di ulteriori 13-14 centesimi nel 2028. Questo significa che, nel corso del triennio, i fumatori dovranno mettere in conto un aumento complessivo di circa 40 centesimi a pacchetto. Per il tabacco trinciato, l’incremento sarà più cospicuo, con un rincaro di circa 50 centesimi per una confezione da 30 grammi nel 2026, cui seguiranno ulteriori maggiorazioni nei due anni successivi, per un totale di circa 80 centesimi entro il 2028. Anche i cigarillos subiranno rincari, con un aumento di 28 centesimi nel 2026 e di circa 11 centesimi negli anni a venire. Il tabacco riscaldato, un settore in forte espansione, vedrà un incremento distribuito lungo tutto il triennio, con una crescita complessiva stimata intorno al 42% entro il 2028.
È importante sottolineare che questi aumenti sono stimati e che il mercato potrebbe decidere di assorbire in parte i rincari, soprattutto per i marchi più economici, al fine di mantenere la competitività. Tuttavia, è probabile che la maggior parte dell’aumento si rifletterà sui prezzi al consumo.
Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, si prevede un aumento della percentuale dell’accisa sui prodotti liquidi da inalazione senza combustione e sugli aromi. L’aliquota fiscale sui prodotti contenenti nicotina raggiungerà il 18% nel 2026, mentre per quelli privi di nicotina e aromi si attesterà al 13%, con successivi incrementi nei periodi successivi.

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La Direttiva Europea e le Sue Implicazioni
Questi aumenti nazionali si inseriscono in un contesto più ampio, caratterizzato dalla proposta di una nuova direttiva europea, la cosiddetta direttiva «Ted», che mira a riformare la tassazione del tabacco a livello comunitario. La direttiva introduce, tra le altre disposizioni, un’imposta minima di 215 euro per ogni migliaio di sigarette, un valore notevolmente superiore all’attuale accisa fissa italiana di 29,50 euro per mille sigarette, a cui si aggiunge una quota variabile pari al 49,5% del prezzo di vendita. Per il tabacco trinciato, la direttiva prevede un minimo di 215 euro per chilogrammo o il 62% del prezzo di vendita, a fronte del 60% attuale.
L’attuazione della direttiva richiederà tempo, con un periodo di transizione che si estenderà fino al 1° gennaio 2031, consentendo un aumento graduale dei prezzi. Tuttavia, è evidente che l’Italia dovrà adeguarsi a standard fiscali più elevati, il che si tradurrà in ulteriori aumenti dei prezzi per i consumatori.
La Federazione Italiana Tabaccai (FIT) ha espresso preoccupazione per gli effetti negativi di un aumento eccessivo della tassazione, sottolineando il rischio di un’espansione del mercato illecito e i danni economici per le tabaccherie, microimprese familiari che costituiscono una rete insostituibile nel panorama distributivo e nel tessuto sociale del Paese. La FIT ha chiesto di considerare l’adeguamento della tassazione al potere d’acquisto di ogni Stato membro, al fine di salvaguardare la competitività del settore.
Verso un Futuro Più Costoso per i Fumatori: Quali Alternative?
L’aumento delle accise sui tabacchi rappresenta una sfida per i fumatori, che dovranno fare i conti con prezzi più elevati. Tuttavia, questa situazione potrebbe anche rappresentare un’opportunità per riflettere sulle proprie abitudini e considerare alternative al fumo tradizionale. Le sigarette elettroniche, pur soggette a un aumento delle accise, potrebbero rappresentare una soluzione meno costosa rispetto alle sigarette tradizionali. Allo stesso tempo, è importante considerare le implicazioni per la salute e valutare la possibilità di smettere di fumare, una scelta che porterebbe benefici sia economici che personali.
La decisione del governo di aumentare le accise sui tabacchi è motivata dalla necessità di incrementare le entrate statali e di adeguarsi alle normative europee. Tuttavia, è importante valutare attentamente gli effetti di questa politica, al fine di evitare conseguenze negative per i consumatori, i rivenditori e l’erario. Un approccio equilibrato, che tenga conto delle diverse esigenze e dei diversi interessi in gioco, è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per il settore del tabacco in Italia.
Implicazioni Economiche e Scelte Individuali: Un Equilibrio Delicato
L’aumento delle accise sul tabacco, come abbiamo visto, è una manovra che incide direttamente sul portafoglio dei consumatori. Ma al di oltre dell’impatto immediato sui prezzi, questa decisione solleva questioni più ampie legate all’economia comportamentale e alle scelte individuali. L’elasticità della domanda, ovvero la reazione dei consumatori alle variazioni di prezzo, gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Se la domanda di sigarette è relativamente anelastica, ovvero se i consumatori continuano ad acquistare sigarette nonostante l’aumento dei prezzi, l’effetto principale sarà un aumento delle entrate per lo Stato. Tuttavia, se la domanda è elastica, l’aumento dei prezzi potrebbe portare a una diminuzione dei consumi e, di conseguenza, a un aumento del contrabbando e del mercato nero.
Un concetto avanzato che si applica in questo contesto è la teoria della spinta gentile (nudge). Questa teoria suggerisce che, attraverso piccoli interventi e incentivi, è possibile influenzare le scelte delle persone in modo positivo, senza ricorrere a divieti o imposizioni. Nel caso del tabacco, l’aumento delle accise potrebbe essere visto come un “nudge” per spingere i fumatori a ridurre il consumo o a smettere del tutto. Tuttavia, è importante che questo “nudge” sia accompagnato da politiche di supporto, come campagne di sensibilizzazione e programmi di aiuto per smettere di fumare, al fine di massimizzare l’efficacia dell’intervento.
Quindi, cosa fare? Beh, la risposta è profondamente personale. Ognuno di noi ha le proprie abitudini, le proprie motivazioni e le proprie risorse. L’importante è essere consapevoli delle implicazioni economiche delle nostre scelte e cercare di prendere decisioni informate, che siano in linea con i nostri obiettivi e i nostri valori. Magari, questo aumento dei prezzi può essere la spinta giusta per iniziare a pensare a un futuro senza fumo, un futuro più sano e, perché no, anche più ricco.







