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- Immatricolazioni cinesi in Europa: aumento del 111% (maggio 2025).
- Quota di mercato cinese quasi raddoppiata: dal 2,9% al 5,9%.
- Dazi sui BEV fino al 35%, spinta verso i PHEV.
L’industria automobilistica europea si trova di fronte a una sfida senza precedenti: l’avanzata inesorabile delle auto cinesi. Un nuovo servizio online, denominato China EV Marketplace, promette di rivoluzionare il mercato, offrendo ai consumatori europei la possibilità di acquistare direttamente dalla Cina veicoli elettrici (BEV) e ibridi plug-in (PHEV), semplificando drasticamente le procedure di importazione. Questa mossa strategica, che elimina burocrazia e complicazioni doganali, potrebbe scuotere le fondamenta dei costruttori locali, già alle prese con una transizione ecologica complessa e costosa.
L’onda cinese: numeri e strategie
Nel solo mese di maggio 2025, i costruttori cinesi hanno immatricolato *65.808 esemplari in Europa, segnando un incremento del 111% rispetto allo stesso periodo del 2024. La loro quota di mercato è quasi raddoppiata, passando dal 2,9% al 5,9% in un solo anno. Marchi come BYD, MG e NIO stanno guidando questa espansione con una strategia ben precisa: offrire prezzi inferiori a quelli dei concorrenti europei, pur mantenendo elevati standard di tecnologia, autonomia e connettività.
La chiave del successo cinese risiede in diversi fattori. Innanzitutto, le case automobilistiche cinesi vendono milioni di veicoli all’anno nel loro mercato interno, beneficiando di economie di scala significative. Inoltre, possiedono catene di fornitura integrate che riducono i costi in modo drastico e dispongono di una capacità produttiva che l’Europa non può eguagliare. L’uscita dal mercato statunitense, a causa delle tariffe punitive, ha reso l’Europa il bersaglio principale di questa offensiva commerciale.

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Il servizio porta-a-porta: come funziona
Il nuovo servizio di China EV Marketplace promette di eliminare la complessità dell’importazione. Fino a poco tempo fa, acquistare un’auto elettrica cinese significava affrontare pratiche doganali, traduzioni di documenti, procedure fiscali e il ritiro del veicolo al porto. Ora, l’intero processo si svolge online, con un sistema che accompagna il cliente dall’ordine alla consegna finale.
La piattaforma ha dichiarato di aver condotto test del sistema in vari paesi pilota, registrando tempi medi di consegna inferiori ai due mesi dall’ordine, pressappoco la metà rispetto all’acquisto tradizionale tramite concessionario. Il cliente seleziona il modello desiderato sul portale, procede al caricamento della documentazione necessaria, finalizza il pagamento e riceve la data di consegna direttamente a domicilio.
Questo approccio offre vantaggi evidenti: prezzi competitivi, tempi di consegna ridotti e un’esperienza di acquisto simile a quella di un concessionario tradizionale. Tuttavia, restano aperte alcune questioni cruciali, come la gestione delle garanzie e l’assistenza tecnica sul territorio, che potrebbero influenzare il successo dell’operazione.
Tariffe e strategie: il ruolo dei PHEV
L’invasione cinese è strettamente legata alle tariffe e alle diverse categorie di veicoli elettrici. In Europa, i Battery Electric Vehicle (BEV) sono soggetti a dazi fino al 35%, una barriera che mira a proteggere l’industria locale. Tuttavia, questa misura sta spingendo i marchi cinesi a diversificare la loro offerta, puntando sui Plug-in Hybrid Electric Vehicle (PHEV), che al momento non sono colpiti dalle stesse tariffe.
I PHEV rappresentano un compromesso interessante per i consumatori, offrendo costi contenuti, autonomia elettrica sufficiente e la possibilità di evitare i tempi di ricarica prolungati. Al contrario, gli Extended-Range Electric Vehicle (EREV), molto popolari in Cina, sono stati penalizzati dai dazi, nonostante il motore termico serva solo come generatore per ricaricare le batterie.
Alcuni analisti prevedono che i costruttori cinesi potrebbero aggirare le tariffe aprendo stabilimenti di assemblaggio in Europa, classificando così i veicoli come “produzione locale”.
Quale futuro per l’industria automobilistica europea?
L’ingresso su larga scala dei veicoli cinesi pone una notevole sfida per i produttori europei, che si trovano a dover competere con rivali dotati di un vantaggio significativo grazie ai costi contenuti e all’elevata velocità di fabbricazione. Anche giganti dell’automotive come Volkswagen, Stellantis e Renault incontrano difficoltà nel progredire con la transizione ecologica, e spesso i loro veicoli non presentano innovazioni tecniche sufficienti a giustificare la maggiore spesa. In un periodo in cui le auto elettriche europee rimangono un privilegio per pochi, un veicolo cinese ordinato online e recapitato a casa, con batterie di ultima generazione e una completa dotazione tecnologica, potrebbe incentivare un maggior numero di persone all’acquisto di un’auto elettrica.
Tuttavia, questa democratizzazione rischia di innescare una reazione politica. L’Unione Europea potrebbe seguire l’esempio degli Stati Uniti, inasprendo i dazi e sostenendo che il dumping cinese minaccia migliaia di posti di lavoro nel settore automobilistico. Nei prossimi mesi, l’UE dovrà decidere se accogliere l’ondata di BEV cinesi o se erigere nuove barriere per proteggere la propria industria.
Navigare nel cambiamento: una bussola per il consumatore
In questo scenario in rapida evoluzione, è fondamentale che i consumatori siano informati e consapevoli delle dinamiche del mercato. La trasparenza sui costi, le garanzie e l’assistenza post-vendita diventeranno elementi cruciali nella scelta di un veicolo elettrico, indipendentemente dalla sua provenienza.
L’arrivo delle auto cinesi non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per l’industria europea di accelerare l’innovazione e offrire prodotti più competitivi. La competizione, se gestita in modo equo e trasparente, può portare benefici a tutti gli attori del mercato, compresi i consumatori.
Amici, in questo contesto di trasformazione del mercato automobilistico, è essenziale comprendere un concetto fondamentale: il vantaggio comparato. Questo principio economico, introdotto da David Ricardo, ci insegna che ogni paese o azienda dovrebbe specializzarsi nella produzione di beni e servizi in cui è più efficiente, anche se potrebbe produrre altri beni a costi inferiori. Nel caso delle auto cinesi, il loro vantaggio risiede nei costi di produzione più bassi e nella capacità di innovare rapidamente nel settore dei veicoli elettrici.
Un concetto più avanzato da considerare è l’elasticità della domanda*. Questo termine indica quanto la quantità domandata di un bene o servizio varia in risposta a una variazione del suo prezzo. Se la domanda di auto elettriche è elastica, una piccola diminuzione del prezzo (come quella offerta dalle auto cinesi) può portare a un aumento significativo delle vendite. Al contrario, se la domanda è inelastica, la variazione del prezzo avrà un impatto minore sulle vendite.
Vi invito a riflettere su come questi concetti economici influenzano le vostre decisioni di acquisto. Siete disposti a pagare di più per un’auto europea, magari per sostenere l’industria locale, o siete più attratti dai prezzi competitivi delle auto cinesi? La risposta a questa domanda dipende dalle vostre priorità e dalla vostra percezione del valore.







