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- I data center potrebbero ridurre del 5% le emissioni residenziali.
- Si eviterebbero 6 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.
- L'Italia ha 168 data center, 46% in Lombardia.
I data center, infrastrutture sempre più cruciali nell’era digitale, si trovano al centro di un dibattito che ne ridefinisce il ruolo: da meri consumatori di energia a potenziali protagonisti di un modello industriale innovativo. La crescente domanda di dati, alimentata dall’intelligenza artificiale, dal cloud computing e dall’Internet of Things, rende queste strutture indispensabili per la competitività e la sicurezza nazionale. Tuttavia, il loro sviluppo richiede un approccio strategico che integri efficienza, sostenibilità e rigenerazione urbana.
Il Potenziale Energetico Nascosto dei Data Center
Un recente studio condotto da A2A e TEHA Group ha evidenziato come i data center possano contribuire significativamente alla decarbonizzazione delle città. Recuperando il calore di scarto prodotto da queste infrastrutture, si potrebbe ridurre del 5% le emissioni del settore residenziale. Questo approccio, inoltre, favorirebbe l’utilizzo di energie rinnovabili attraverso contratti a lungo termine e accelererebbe il recupero di aree dismesse. Proiettandosi in una prospettiva di massima espansione, si calcola che si potrebbero evitare le emissioni di circa 6 milioni di tonnellate di CO2 annue, una quantità paragonabile a quella prodotta da 1,7 milioni di individui.
Nel 2024, sono stati censiti oltre 10.000 data center a livello mondiale, con l’Europa che ne ospita più di 2.200 e l’Italia che si posiziona al tredicesimo posto con 168 strutture. La regione Lombardia, in particolare, si sta affermando come un nodo strategico in rapida espansione, con il capoluogo Milano che detiene il 46% della capacità energetica nazionale, superando centri urbani come Madrid e Zurigo.

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Esempi Virtuosi e Progetti Innovativi
L’integrazione dei data center nelle reti di teleriscaldamento rappresenta una soluzione concreta per sfruttare il loro potenziale energetico. In Finlandia, ad esempio, un data center da 75 MW nel Comune di Mantsala è stato collegato alla rete di teleriscaldamento locale, coprendo il fabbisogno termico di 2.500 case e riducendo i costi energetici per la popolazione. Microsoft ha avviato un progetto simile nei pressi di Helsinki, con l’obiettivo di coprire fino al 40% del fabbisogno termico della popolazione locale, pari a circa 100.000 abitanti.
Anche in Italia si stanno muovendo i primi passi in questa direzione. A2A sta collaborando con Retelit e DBA Group a Milano per recuperare il calore di un data center in costruzione da 3,2 MW e immetterlo nella rete di teleriscaldamento che alimenta il municipio 6. Invece, a Brescia, è stato inaugurato un nuovo data center, ideato dall’azienda francese Qarnot, che impiega un sistema di raffreddamento a liquido capace di recuperare energia termica ad alte temperature e di inserirla direttamente nella rete per riscaldare gli immobili. Questo impianto avrà la capacità di soddisfare le necessità di riscaldamento di oltre 1.350 abitazioni equivalenti, scongiurando l’emissione di 3.500 tonnellate di anidride carbonica.
Impatto Economico e Prospettive Future
Lo sviluppo dei data center in Italia potrebbe contribuire significativamente alla crescita del PIL nazionale. Si stima che, in uno scenario di pieno sviluppo, si potrebbe raggiungere un aumento del 15% del PIL, con la creazione di 150.000 nuovi posti di lavoro. Per soddisfare la domanda attuale, si prevede un investimento di circa 30 miliardi di euro, infrastrutture incluse.
Secondo un’analisi, la Data Economy ha generato per l’Italia un valore di 60,6 miliardi di euro nel 2024, corrispondente al 2,8% del PIL nazionale. Entro i prossimi dieci anni, si prevede che il numero di dispositivi IoT e la richiesta di servizi cloud triplicheranno, mentre il volume di traffico dati raddoppierà abbondantemente. In questo contesto, il valore della Data Economy potrebbe superare i 200 miliardi di euro entro il 2030.
Verso un Futuro Sostenibile e Digitale
I data center rappresentano un’opportunità unica per coniugare sviluppo digitale e sostenibilità ambientale. Integrando queste infrastrutture nel tessuto urbano e sfruttando il loro potenziale energetico, è possibile creare un modello di crescita economica che sia al tempo stesso efficiente, inclusivo e rispettoso dell’ambiente. La sfida consiste nel pilotare questo processo di cambiamento con visione a lungo termine, garantendo che la digitalizzazione si trasformi in una risorsa accessibile a tutti e non in un onere per le generazioni future.
Un concetto fondamentale da tenere a mente è quello dell’efficienza energetica. Ridurre il consumo di energia dei data center non solo diminuisce l’impatto ambientale, ma libera anche risorse economiche che possono essere reinvestite in altre aree. Un approccio più avanzato consiste nell’implementare modelli di economia circolare, in cui i rifiuti e i sottoprodotti di un processo diventano risorse per un altro. Nel caso dei data center, il calore di scarto può essere utilizzato per il teleriscaldamento, riducendo la dipendenza da fonti energetiche tradizionali e creando un ciclo virtuoso.
Riflettiamo su come le nostre scelte quotidiane, dall’utilizzo dei dispositivi digitali alla gestione dei consumi energetici, influenzino la domanda di dati e, di conseguenza, la necessità di data center. Essere consapevoli di questo legame ci permette di adottare comportamenti più responsabili e di contribuire a un futuro digitale più sostenibile.







