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- Adesione: invio congiunto dichiarazione redditi e modelli ISA.
- Ammissibili: attività in agricoltura, industria, servizi, professioni e commercio nel 2024.
- Dal 30 settembre termine ultimo per aderire (era luglio).
È ufficialmente partita la stagione del concordato preventivo biennale per le partite IVA, con l’obiettivo di definire in anticipo le imposte dovute per gli anni 2025 e 2026. L’Agenzia delle Entrate ha rilasciato il software “Il tuo Isa 2025 Cpb”, uno strumento essenziale per calcolare l’indice sintetico di affidabilità fiscale (ISA) e valutare la convenienza dell’adesione al concordato. Questo strumento rappresenta un passo significativo verso una maggiore certezza fiscale per i contribuenti, offrendo la possibilità di pianificare con maggiore precisione il proprio carico tributario.
Modalità di adesione al concordato preventivo biennale
I contribuenti interessati al concordato preventivo biennale 2025-2026 hanno a disposizione due modalità per formalizzare la propria adesione. La prima opzione prevede l’invio congiunto della dichiarazione dei redditi e dei modelli ISA. In alternativa, è possibile aderire in via autonoma, trasmettendo il modello CPB unitamente al solo frontespizio del modello Redditi 2025. In quest’ultimo caso, è fondamentale utilizzare la casella “Comunicazione CPB” appositamente inserita nel frontespizio del modello Redditi. La trasmissione dovrà avvenire tramite lo stesso canale utilizzato per la dichiarazione annuale, rispettando il termine fissato per l’adesione al concordato.
Chi può aderire al concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale 2025-2026 è accessibile ai contribuenti che, durante il 2024, hanno svolto principalmente attività economiche nei campi dell’agricoltura, della produzione industriale, dei servizi, delle professioni e del commercio, per le quali sono stati approvati gli ISA. Un requisito essenziale è che questi contribuenti non abbiano già usufruito del concordato per il primo biennio (2024-2025). L’intento è di espandere il numero di soggetti ammissibili, concedendo a un numero sempre crescente di partite IVA l’opportunità di beneficiare di una maggiore stabilità fiscale.

Novità e modifiche in arrivo
Parallelamente all’avvio del concordato preventivo biennale, il Parlamento sta esaminando un decreto legislativo di modifica che introdurrà alcune rettifiche alle norme dell’accordo preventivo con il Fisco. Le modifiche di maggior rilievo includono la stabilizzazione al 30 settembre del termine ultimo per aderire, precedentemente fissato a luglio, e l’esclusione dei contribuenti a regime forfettario, ammessi in forma sperimentale per il primo anno. Tali cambiamenti, attualmente in valutazione presso le commissioni Finanze di Camera e Senato, mirano a perfezionare il concordato preventivo biennale, rendendolo uno strumento più efficiente e focalizzato, capace di venire incontro alle specifiche necessità delle diverse categorie di contribuenti.
Concordato preventivo biennale: uno strumento per la pianificazione finanziaria
Il concordato preventivo biennale rappresenta un’opportunità significativa per le partite IVA di pianificare con maggiore certezza il proprio futuro finanziario. Definire in anticipo le imposte dovute per i due anni successivi consente di gestire meglio il flusso di cassa, di programmare investimenti e di evitare sorprese fiscali. In un contesto economico in continua evoluzione, la prevedibilità è un fattore chiave per la crescita e la stabilità delle imprese.
Amici, parliamoci chiaro: il concordato preventivo biennale è come avere una bussola in un mare di incertezze fiscali. Conoscere in anticipo le tasse da pagare è un vantaggio enorme per chiunque abbia una partita IVA.
Una nozione base di economia che si applica perfettamente a questo contesto è il concetto di rischio. Il concordato preventivo biennale, in sostanza, riduce il rischio fiscale per le imprese, consentendo loro di pianificare con maggiore precisione le proprie attività e investimenti.
Un concetto più avanzato è quello di asimmetria informativa. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate, grazie ai dati in suo possesso, ha una conoscenza maggiore della capacità contributiva delle imprese rispetto alle imprese stesse. Il concordato preventivo biennale cerca di ridurre questa asimmetria, offrendo alle imprese la possibilità di negoziare un accordo basato su dati oggettivi e trasparenti.
Riflettiamoci un attimo: in un mondo ideale, tutti dovremmo avere la possibilità di pianificare il nostro futuro finanziario con la massima certezza possibile. Il concordato preventivo biennale è un passo in questa direzione, ma è importante che le imprese lo valutino attentamente, considerando i propri obiettivi e le proprie esigenze specifiche.
Finalmente qualcosa di concreto per noi partite IVA! Basta con l’ansia di fine anno e le sorprese inaspettate. Se funziona come promesso, è una svolta epocale.
Mah, io non mi fido tanto. Sembra troppo bello per essere vero. Sicuramente ci saranno delle clausole nascoste che ci fregheranno alla fine. Staremo a vedere…
Qualcuno sa se conviene anche per chi ha un regime forfettario? Ho letto che non è proprio automatico… Devo informarmi meglio, ma non vorrei perdere questa occasione.
Certo, pianificare è importante, ma non dimentichiamoci che lo Stato incassa sempre. Spero solo che non si inventino nuovi modi per compensare le mancate entrate… Vigilare è d’obbligo.