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- La Pandina è l'ibrida più venduta in Italia con 7.671 unità.
- Grande Panda: solo 2.526 unità vendute a settembre.
- Stellantis investirà 2 miliardi di euro quest'anno in Italia.
- Stellantis ha investito 24 miliardi di euro dal 2021 in Italia.
- Mercato italiano in contrazione del 7% rispetto all'anno precedente.
Un parallelo con le sfide produttive degli anni ’80
L’introduzione recente nel settore automobilistico della FIAT Grande Panda suscita inevitabilmente un paragone con le complesse sfide che la FIAT di Torino affrontò negli anni ’80 in termini di produzione. In un periodo di rapida trasformazione economica e industriale, FIAT dovette misurarsi con una concorrenza agguerrita da parte di produttori stranieri, specialmente francesi, che offrivano veicoli più all’avanguardia e competitivi. Oggi, nel 2025, il Gruppo Stellantis, sotto la guida di John Elkann, si trova di fronte a una situazione analoga, con l’imperativo di assicurare una produzione efficiente e remunerativa per la Grande Panda, considerando l’andamento del mercato globale e le nuove necessità dei consumatori.
La FIAT Grande Panda, pensata inizialmente per il mercato europeo e poi per quello mondiale, si configura come un crossover compatto di segmento B, con una lunghezza approssimativa di quattro metri. Questo modello, che riprende certi elementi stilistici del modello Panda originale di 45 anni fa, si inserisce in un segmento di mercato estremamente combattuto, dove la competizione è accesa e le aspettative degli acquirenti sono elevate.
Un aspetto di fondamentale importanza da valutare è la scelta del sito produttivo. La decisione di fabbricare la Grande Panda in Serbia, se da un lato può rappresentare una strategia per contenere i costi di produzione, dall’altro suscita domande sull’influsso economico e occupazionale per l’Italia. È cruciale ponderare con attenzione l’equilibrio tra efficienza economica e vantaggi sociali, tenendo a mente le peculiarità del contesto italiano e le esigenze del tessuto industriale nazionale.
Nel 1980, la FIAT versava in una condizione economica non ideale, alle prese con la competizione di modelli come la Renault 4 e la Citroen Dyane, che proponevano un rapporto qualità-prezzo più favorevole rispetto alla FIAT 126. Attualmente, Stellantis deve confrontarsi con l’ascesa di marchi low-cost come Dacia e con la presenza di nuovi costruttori che puntano su veicoli economici e accessibili.
La Pandina, assemblata nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, si conferma l’auto ibrida più popolare in Italia, con 7.671 unità vendute, rappresentando oltre il 57% della categoria A delle citycar. Tuttavia, la Grande Panda, nel mese di settembre, ha registrato solo 2.526 unità, un risultato considerato insufficiente per un modello che avrebbe dovuto trainare le vendite del marchio. Questo dato evidenzia la necessità di un’attenta analisi del mercato e di una strategia di marketing mirata per rilanciare le vendite della Grande Panda.
Il leggero slittamento della produzione della nuova cinque porte rispetto a quanto comunicato inizialmente dal presidente serbo Aleksandar Vucic, che aveva annunciato l’avvio delle linee nel quarto trimestre di quest’anno, con il mese di ottobre come potenziale finestra per il “day one”, rappresenta un ulteriore elemento di complessità. Stellantis, tuttavia, ha confermato che le procedure di avvio produttivo della FIAT Grande Panda stanno procedendo regolarmente secondo i programmi illustrati nei mesi scorsi, smentendo le indiscrezioni pubblicate da alcuni media.
La situazione di Maserati, con una produzione crollata a poche decine di unità e una gamma ridotta a soli tre modelli, rappresenta un campanello d’allarme che non va sottovalutato. È imperativo che Stellantis dedichi particolare cura al destino di Maserati, la cui esistenza è profondamente radicata in Italia, a Modena e nella Motor Valley.

Posizionamento nel mercato e concorrenza
Il posizionamento della Grande Panda nel mercato automobilistico è un aspetto cruciale per il suo successo. Questo modello si inserisce in un segmento B altamente competitivo, dove deve confrontarsi con numerosi concorrenti, tra cui modelli consolidati e nuove proposte. La sua capacità di distinguersi e di attrarre i consumatori dipenderà da diversi fattori, tra cui il design, la tecnologia, il prezzo e l’affidabilità.
Tra i principali concorrenti della Grande Panda, troviamo la Citroën C3, con cui condivide la piattaforma Smart Car, i motori e alcuni lamierati. La Citroën C3 si presenta come un’alternativa interessante, con un prezzo di listino che parte da 15.240 euro per la versione con il motore 1.2 PureTech non elettrificato e 20.550 euro per la versione ibrida leggera.
Un altro concorrente da tenere in considerazione è la Dacia Sandero, un modello più tradizionale con motori a benzina e a GPL, venduti a prezzi accessibili. La Dacia Sandero viene offerta a partire da 13.850 euro nella versione Streetway. La variante più interessante è probabilmente quella a GPL, con il motore a 3 cilindri da 101 CV, proposta a partire da 16.050 euro.
Anche la Opel Corsa rappresenta un’alternativa interessante, con un prezzo di partenza di 19.900 euro per la versione con il motore 1.2 turbo a benzina e 23.900 euro per la versione ibrida leggera con cambio automatico.
La Hyundai i20 è un altro modello da tenere d’occhio, con un prezzo di listino che parte da 19.900 euro per la versione con il motore 1.2 aspirato da 79 CV e 21.850 euro per la versione con il motore 1.0 turbo da 100 CV e sistema ibrido leggero.
La MG 3 si distingue per la sua motorizzazione ibrida full con cambio automatico, che eroga fino a 194 CV, ad un prezzo di partenza di 19.900 euro.
La Renault Clio offre una vasta gamma di motorizzazioni, tra cui benzina, GPL, ibrida (full) e diesel, con potenze che vanno dai 67 ai 147 CV. I prezzi partono da 19.000 euro, ma la versione più interessante probabilmente quella a GPL con il motore 3 cilindri da 101 CV, venduta a partire da 19.300 euro.
Altri concorrenti da considerare sono la Suzuki Ignis, la Kia Picanto, la Renault 5 E-Tech, la Hyundai Inster e la Dacia Spring.
La Renault 5 E-Tech, nella sua versione più economica, costa solamente 100 euro in più rispetto alla citycar della FIAT, con un’autonomia dichiarata di circa 300 km. La Hyundai Inster, invece, propone una ricetta simile a quella del modello italiano, con linee squadrate, look da crossover e buono spazio a bordo. La Dacia Spring, infine, si presenta come l’auto a batteria più economica sul listino italiano, venduta a partire da 17.900 euro.
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Impatto economico per l’Italia: Occupazione e investimenti
L’impatto economico della FIAT Grande Panda sull’Italia è un tema di grande rilevanza, soprattutto in termini di occupazione e investimenti. La decisione di produrre questo modello in Serbia, sebbene possa portare a una riduzione dei costi, solleva preoccupazioni sul potenziale impatto negativo sul tessuto industriale italiano.
Secondo John Elkann, presidente di Stellantis, il comparto automobilistico italiano riesce a sopravvivere grazie all’apporto del suo gruppo. Nel corso di un’audizione alla Camera dei Deputati, Elkann ha fornito garanzie sulla successione di Carlos Tavares e ha ribadito il piano industriale delineato al tavolo del Mimit, con l’intento di condividere con i parlamentari la visione di un settore automobilistico che ha iniziato il 2025 in modo sfavorevole.
Elkann ha precisato che il 2025 si preannuncia come un altro anno complesso, con il mercato italiano che mostra una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente nello stesso periodo. Ciononostante, ha previsto un incremento della produzione a partire dal 2026, favorito dal lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane, i cui volumi produttivi saranno influenzati dalle condizioni di mercato e da fattori esterni come i dazi.
Stellantis ha previsto investimenti per 2 miliardi di euro quest’anno e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani. Elkann ha inoltre evidenziato che, dalla fondazione di Stellantis nel gennaio 2021, l’azienda ha destinato all’acquisto di componenti e servizi dalla filiera italiana una somma complessiva di 24 miliardi di euro, cifra che si stima raggiungerà i 30 miliardi di euro entro la fine del 2025.
Dal 2004 al 2023, Stellantis, precedentemente, ha realizzato in Italia 16,7 milioni di autoveicoli, generando una valorizzazione totale della produzione che si approssima ai 700 miliardi di euro.
“Per ogni euro generato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia”, ha puntualizzato Elkann. Inoltre, nel corso di questi 20 anni, sono stati corrisposti 38,9 miliardi di euro in retribuzioni.
Prima dell’intervento di Elkann, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva espresso l’aspettativa che il presidente di Stellantis confermasse gli accordi presi al tavolo Stellantis del 17 dicembre, ovvero un piano per l’Italia che restituisca una posizione centrale all’industria automobilistica italiana all’interno delle strategie di sviluppo del gruppo.
Nonostante la flessione del mercato interno e il decremento occupazionale in Italia, Stellantis ha salvaguardato la produzione e i posti di lavoro grazie all’esportazione, con marchi e veicoli italiani come le Jeep in Basilicata, le Dodge in Campania, i furgoni Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e, più recentemente, le DS a Melfi.
Prospettive future per la produzione automobilistica in Italia
Le prospettive future per la produzione automobilistica in Italia sono strettamente legate alle scelte strategiche di Stellantis e alla sua capacità di investire nel nostro Paese. La FIAT Grande Panda rappresenta un’opportunità per rilanciare il settore, ma è fondamentale che questo modello sia prodotto in Italia e che generi un impatto positivo sull’occupazione e sull’indotto.
La situazione di Maserati, con la produzione ridotta ai minimi termini, rappresenta un segnale preoccupante. È necessario un piano di rilancio per questo marchio storico, che deve tornare a essere un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.
Gli investimenti annunciati da Stellantis sono importanti, ma devono essere accompagnati da una strategia industriale chiara e da un impegno concreto a favore della produzione in Italia. È fondamentale che il Governo italiano svolga un ruolo attivo nel dialogo con Stellantis, per garantire che gli interessi del nostro Paese siano tutelati e che il settore automobilistico italiano possa tornare a essere competitivo e all’avanguardia.
Le sfide che attendono Stellantis sono molteplici, ma le opportunità per rilanciare il settore automobilistico in Italia sono concrete. La FIAT Grande Panda può essere un tassello importante in questa strategia, a patto che sia prodotta in Italia e che generi un impatto positivo sull’economia e sull’occupazione.
Tra innovazione e tradizione: la resilienza del mercato automobilistico italiano
Il mercato automobilistico italiano, pur affrontando sfide significative, dimostra una notevole capacità di resilienza, oscillando tra la necessità di innovazione e il rispetto per la tradizione. La FIAT Grande Panda, in questo contesto, rappresenta un tentativo di coniugare questi due aspetti, richiamando un modello iconico del passato e adattandolo alle esigenze del presente. Tuttavia, come abbiamo visto, il successo di questa operazione dipenderà da una serie di fattori, tra cui la capacità di superare le sfide produttive, di posizionarsi efficacemente nel mercato e di generare un impatto economico positivo per l’Italia.
La nozione base di economia che si applica in questo contesto è quella del costo opportunità: ogni decisione, come quella di produrre un’auto in un determinato paese, comporta la rinuncia ad alternative potenzialmente vantaggiose. Nel caso della Grande Panda, la scelta di produrla in Serbia potrebbe aver comportato la rinuncia a benefici economici e occupazionali per l’Italia. Un concetto più avanzato è quello della teoria dei giochi, che analizza le interazioni strategiche tra diversi attori, come Stellantis, il governo italiano e i concorrenti nel mercato automobilistico. Le decisioni di ciascun attore influenzano il risultato finale e richiedono una valutazione attenta delle possibili reazioni degli altri.
Come evidenziato da Elkann, per ogni singolo euro generato da Stellantis, nove euro si diffondono nel resto dell’economia.
La configurazione più invitante è verosimilmente quella a GPL, dotata del propulsore a 3 cilindri da 101 cavalli, offerta con un prezzo di partenza di 16.050 euro.
La versione considerata più allettante è probabilmente quella alimentata a GPL, provvista di un motore a tre cilindri da 101 CV, con un costo iniziale di 19.300 euro.







