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- Mps offre 0,9 euro per azione, esborso di 750 milioni.
- Patto di sindacato Mediobanca: Falck entra con lo 0,13%.
- Mediobanca prevede utile netto di 1,9 miliardi nel 2028.
L’adesione di figure di spicco come gli eredi di Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia Benetton all’offerta tramite Mediobanca ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di potere sottese a questa mossa. Se da un lato l’operazione può apparire come un’iniezione di fiducia e capitali per Mps, dall’altro emerge la necessità di analizzare se tale iniziativa possa celare dinamiche interne al patto di sindacato di Mediobanca che potrebbero influenzare le strategie di investimento e di credito di Mps, con conseguenze indirette sui risparmiatori italiani.
Il successo dell’operazione, sancito dal superamento della soglia minima di adesione del 35%, è stato agevolato dal rilancio dell’offerta da parte di Mps, con l’introduzione di una componente in contanti pari a 0,9 euro per azione, per un esborso complessivo di circa 750 milioni di euro. Tuttavia, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ha reiterato la propria contrarietà all’operazione, definendola “priva di razionale industriale e finanziario” e “fortemente distruttiva di valore”.
L’attenzione si concentra ora sul ruolo del patto di sindacato di Mediobanca, un accordo parasociale che riunisce diversi azionisti storici dell’istituto. La composizione del patto ha subito variazioni nel tempo, con l’ingresso di nuovi membri come Federico Falck e Alberto Aspesi, a fronte dell’uscita di altri, come il gruppo Gavio. Tali dinamiche interne suggeriscono una continua ridefinizione degli equilibri di potere all’interno di Mediobanca.
Il patto di sindacato: composizione e strategie
Il patto di sindacato di Mediobanca, elemento cardine nella governance dell’istituto, ha visto una partecipazione variabile nel tempo, influenzando le dinamiche interne e le strategie adottate. Nel febbraio del 2025, l’accordo tra soci ha visto l’ingresso di Afl srl, sotto il controllo di Federico Falck, con una partecipazione dello 0,13% (pari a 1,1 milioni di azioni), e dello stilista Alberto Aspesi, che ha aderito con lo 0,33% (corrispondente a 2,7 milioni di azioni) tramite la sua controllata Bocca di Rosa srl. Tali ingressi hanno compensato le uscite del gruppo Gavio, riducendo la quota del patto all’11,4% prima dei nuovi arrivi.
Tra gli azionisti di lunga data del patto si annoverano Finprogr della famiglia Doris, che ha incrementato la sua quota allo 0,96%, Mediolanum (3,49%), e altri partecipanti con porzioni minori quali Monge, Lucchini, Gavio, Pecci, la holding metallurgica Ferrero, Vittoria Assicurazioni (legata alla famiglia Acutis) e Valsabbina investimenti.
L’assemblea dei soci storici ha confermato Angelo Casò come presidente e Massimo Doris e Alberto Pecci come membri del comitato. Durante l’incontro, sono stati esaminati i risultati semestrali di Mediobanca al 31 dicembre, che hanno evidenziato la validità del modello di business specializzato, incentrato sul wealth management e sul private investment bank. I soci hanno inoltre espresso unanime condivisione circa la valutazione preliminare del consiglio di amministrazione di Mediobanca riguardo all’inadeguatezza dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Mps.

- 🚀 Ottima operazione per MPS, finalmente un'iniezione di fiducia e capitali......
- 👎 Questa OPAS mi puzza di bruciato, troppi conflitti di interesse in ballo......
- 🤔 Ma se guardassimo la questione da un altro punto di vista, e se......
Governance, rischi e scenari futuri
La governance di Mediobanca e i potenziali rischi derivanti dall’operazione con Mps sono stati oggetto di ampio dibattito. Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, ha denunciato possibili conflitti di interesse da parte di alcuni azionisti presenti sia in Mediobanca che in Generali, accusandoli di aver anteposto interessi relativi ad altri asset italiani a quelli di Mediobanca.
Nel frangente in cui l’Opas di Mps raggiungesse la quota minima del 35%, l’istituto senese avanzerebbe la richiesta di scioglimento dell’attuale Consiglio di Amministrazione di Mediobanca. Luigi Lovaglio, ceo di Rocca Salimbeni, ha escluso un coinvolgimento di Alberto Nagel nella futura governance post-operazione. Tra i possibili successori di Nagel sono stati ipotizzati Marco Morelli e Mauro Micillo. Per la presidenza, si valutano i profili di Vittorio Grilli, Fabrizio Palenzona e Nicola Maione.
L’operazione potrebbe comportare il rischio di una fuga di private banker e consulenti finanziari da Mediobanca, con possibili conseguenze negative per la qualità del servizio offerto alla clientela. Inoltre, l’influenza del patto di sindacato sulle strategie di investimento e di credito di Mps potrebbe portare a scelte non sempre ottimali per la tutela del risparmio.
La partita degli utili e le proiezioni future
Mediobanca ha delineato un piano strategico al 2028 che prevede, in ottica standalone, un utile netto di 1,9 miliardi di euro e un incremento della remunerazione per gli azionisti. L’istituto stima una crescita del 45% rispetto al giugno 2025, con un utile per azione a 2,4 euro (+14% medio annuo). L’utile ordinario è previsto a 1,7 miliardi di euro (+30%), con un eps a 2,1 euro (+9% medio annuo) su ricavi superiori a 4,4 miliardi di euro (+20% nel triennio e +6% medio annuo).
Per i soci, sono previsti trasferimenti complessivi di 4,9 miliardi di euro nell’arco di tre anni, di cui ben 4,5 miliardi di euro saranno erogati in contanti.
La distribuzione degli utili raggiungerà il 100% dei profitti ordinari e avverrà interamente in denaro, con un dividendo per azione pari a 1,12 euro nel 2025, che registrerà un aumento del 50% nel 2026, per poi raddoppiare fino a 2,1 euro nel 2028.
Tali obiettivi, secondo l’a.d. Alberto Nagel, evidenziano un “entusiasmante percorso di crescita stand-alone” che verrà “ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali”, il cui completamento è atteso a ottobre e che innalzerà i ricavi 2028 a quota 5 miliardi di euro, con un Rote superiore al 20%. Mediobanca persiste nel giudicare “priva di razionale industriale e finanziario” e “caratterizzata da evidenti elevati rischi di esecuzione” la proposta di acquisizione da parte di Mps.
Oltre le cifre: implicazioni per il risparmiatore
In definitiva, l’operazione Mediobanca-Mps rappresenta uno snodo cruciale per il sistema finanziario italiano. Al di là dei tecnicismi e delle cifre, è fondamentale comprendere come tali dinamiche possano riverberarsi sulla vita quotidiana dei risparmiatori. Una nozione basilare da tenere a mente è l’importanza della diversificazione del portafoglio: non concentrare i propri investimenti in un unico settore o titolo, ma distribuire il rischio su diverse asset class. Questo principio, apparentemente semplice, può proteggere i risparmi da eventuali turbonze di mercato o decisioni aziendali che potrebbero impattare negativamente su specifici investimenti.
Un concetto più avanzato, applicabile al caso specifico, è l’analisi della corporate governance e dei potenziali conflitti di interesse. Comprendere chi detiene il potere decisionale all’interno di un’azienda e quali sono i suoi interessi può aiutare a valutare la solidità e la sostenibilità di un investimento nel lungo termine. In questo contesto, monitorare le dinamiche interne al patto di sindacato di Mediobanca e le strategie adottate dai suoi membri può fornire indicazioni preziose per orientare le scelte di investimento in modo consapevole e responsabile.
È importante ricordare che ogni decisione finanziaria dovrebbe essere frutto di una riflessione personale e di una valutazione attenta dei propri obiettivi e della propria tolleranza al rischio. Non esiste una formula magica per il successo finanziario, ma la conoscenza e la consapevolezza sono strumenti fondamentali per navigare nel complesso mondo degli investimenti e proteggere i propri risparmi.







