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- Soglia critica: 5.000 euro di debiti scaduti blocca l'accesso al CPB.
- Esclusi dal calcolo i tributi locali come IMU e tassa di soggiorno.
- CPB decade se vengono meno i requisiti dell'articolo 10 comma 2.
Un’Analisi Approfondita delle Soglie di Debito e delle Cause di Esclusione
Il concordato preventivo biennale (CPB) rappresenta uno strumento cruciale per la gestione fiscale delle imprese italiane. Tuttavia, la sua applicazione è soggetta a rigide condizioni, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio costante degli importi dei debiti fiscali e contributivi. La soglia critica di 5.000 euro di debiti scaduti assume un’importanza fondamentale, potendo determinare sia l’impossibilità di accedere al concordato, sia la sua decadenza.
La normativa, delineata dall’articolo 10 comma 2 del decreto legislativo n. 13/2024, consente l’accesso al CPB ai contribuenti che, nell’esercizio fiscale antecedente a quelli oggetto della proposta, non presentano passività relative a imposte gestite dall’Agenzia delle Entrate o a contributi previdenziali. Tali passività devono essere state definitivamente riconosciute tramite sentenza inappellabile o atti impositivi non più soggetti a contestazione. Ciononostante, è contemplata un’eccezione per i contribuenti che, rispettando i termini di cui all’articolo 9, comma 3, abbiano saldato i loro debiti, purché l’ammontare complessivo residuo, comprensivo di interessi e sanzioni, non superi la soglia di 5.000 euro.

Debiti Rilevanti e Atti Impositivi: Cosa Considerare
Ai fini della verifica della soglia di 5.000 euro, è essenziale distinguere tra i debiti rilevanti e quelli esclusi. Nel computo rientrano le pendenze relative a tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate e gli oneri previdenziali. Sono invece esclusi i tributi locali, come Tares, Tosap, imposta comunale sulla pubblicità, Cosap, IMU, Tasi, imposta di soggiorno e tassa di sbarco.
La Circolare 18/E 2024 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce quali atti impositivi devono essere considerati per verificare la causa ostativa. Si tratta di cartelle di pagamento afferenti controlli formali e documentali (articoli 36 bis e 36 ter del DPR 600/73 e articolo 54 bis del DPR 633/72) e atti impositivi conseguenti ad attività di controllo o di liquidazione degli uffici. Non rilevano gli atti i cui termini di pagamento o di impugnazione non sono scaduti al 31 dicembre dell’anno precedente l’adesione, né quelli oggetto di procedure di sospensione o rateazione. Anche i cosiddetti “avvisi bonari”, ancorché scaduti alla data di riferimento, non sono considerati.
Per quanto concerne i debiti previdenziali, si devono prendere in considerazione gli avvisi di addebito e gli atti di accertamento affini, inclusi quelli emanati dalle casse autonome di previdenza. Tuttavia, la possibilità di uno scambio informativo tra l’Agenzia delle Entrate e le Casse previdenziali solleva questioni delicate in materia di privacy e trattamento dei dati, in conformità con il GDPR.
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Decadenza dal CPB: Conseguenze e Distinzioni
La decadenza dal concordato preventivo biennale si verifica, come indicato all’articolo 22 comma 1 lettera d) del Dlgs 13/24, quando vengono meno i requisiti di cui all’articolo 10, comma 2. In questo caso, la decadenza si applica a tutte le annualità oggetto del CPB. L’articolo 22, comma 3-bis, specifica che le imposte e i contributi rimangono dovuti, calcolati in base al reddito e al valore della produzione netta concordati, qualora questi superino i valori effettivamente realizzati.
È fondamentale distinguere tra chi ha “perso” il requisito del debito in corso di CPB (ad esempio, a causa della revoca della rateazione o della perdita di un contenzioso) e chi ha accettato la proposta dell’Agenzia in presenza della causa ostativa del debito oltre soglia al momento dell’accettazione. Nel primo caso, il contribuente è comunque tenuto al versamento di quanto derivante dalla proposta di CPB, anche se superiore al reddito effettivo. Nel secondo caso, il CPB non è valido e il contribuente è tenuto al pagamento di quanto dovuto riferito al reddito effettivamente prodotto e/o accertato.
Un aspetto cruciale riguarda il monitoraggio dei debiti: la verifica deve fare riferimento alla datazione delle notifiche, ovvero agli atti notificati al 31 dicembre dell’anno precedente il periodo di adesione, e non al periodo di competenza di cartelle ed atti. Ad esempio, una cartella afferente l’anno di imposta 2023 non rileva se notificata successivamente al 31 dicembre 2023, anche se durante il periodo di validità del CPB.
Novità 2025/2026: Esclusioni e Operazioni Straordinarie
Per il biennio 2025/2026, è importante rilevare che i soggetti che hanno avviato la propria attività nel periodo d’imposta 2024 (intendendo per inizio attività il momento dell’apertura della partita IVA) non possono aderire al concordato preventivo. Si aggiunge che la condizione ostativa legata ad operazioni straordinarie deve essere esaminata in riferimento al primo anno contemplato dalla proposta di concordato.
Implicazioni Economiche e Finanziarie: Una Visione d’Insieme
Il concordato preventivo biennale, pur offrendo vantaggi in termini di certezza fiscale, richiede un’attenta gestione dei debiti e una precisa comprensione delle cause di esclusione. La soglia dei 5.000 euro rappresenta un limite critico che deve essere costantemente monitorato per evitare spiacevoli sorprese.
Navigare le Complessità del CPB: Consigli Pratici e Riflessioni Finali
Il concordato preventivo biennale è uno strumento che può semplificare la vita delle imprese, ma richiede una conoscenza approfondita delle regole del gioco. La soglia dei 5.000 euro è un ostacolo da non sottovalutare, e il monitoraggio costante dei debiti è essenziale per evitare la decadenza.
Oltre la Soglia: Come il CPB Influenza la Pianificazione Finanziaria Aziendale
La gestione del debito è un pilastro fondamentale della pianificazione finanziaria aziendale. Il concordato preventivo biennale, con le sue regole stringenti, evidenzia l’importanza di una gestione oculata dei debiti fiscali e contributivi. Un debito superiore alla soglia di 5.000 euro può compromettere l’accesso al CPB e vanificare i benefici derivanti dalla certezza fiscale.
Un concetto avanzato da considerare è l’analisi del rischio fiscale. Le imprese dovrebbero valutare attentamente il rischio di incorrere in debiti fiscali e contributivi, e adottare misure preventive per mitigare questo rischio. Questo può includere una pianificazione fiscale accurata, una gestione efficiente della liquidità e una comunicazione trasparente con l’Agenzia delle Entrate.
Riflettiamo: il CPB non è solo un accordo con il Fisco, ma un’opportunità per ripensare la gestione finanziaria della propria impresa. Un’attenta analisi dei debiti e una pianificazione oculata possono fare la differenza tra il successo e il fallimento.
- La circolare dell'Agenzia delle Entrate fornisce istruzioni dettagliate sul concordato preventivo biennale.
- Testo integrale del decreto legislativo n. 13/2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
- Circolare INPS sul concordato preventivo biennale e debiti contributivi.
- Relazione annuale del Garante Privacy 2022, focus su comunicazione dati all'Agenzia Entrate.







