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- La borsa di Tel Aviv ha superato il 200% dopo il ribasso iniziale.
- Il settore tecnologico genera il 20% del PIL israeliano.
- Investitori esteri hanno comprato 2,5 miliardi di shekel a maggio 2025.
I mercati finanziari, spesso percepiti come entità amorali, sembrano premiare contesti e figure che sollevano interrogativi etici e politici. L’ascesa economica e tecnologica di Israele, unitamente alla performance di Donald Trump, evidenzia come la logica del mercato possa divergere dai valori morali condivisi. Gli indici azionari di Stati Uniti e Israele, nonostante le differenze dimensionali delle rispettive economie, registrano performance positive, generando disappunto in chi vorrebbe attribuire ai mercati un ruolo di giudice etico.
È fondamentale comprendere che i mercati sono aggregati di decisioni individuali, guidate da calcoli di convenienza, previsioni e aspettative. Non si schierano con il bene o il male, né con ideologie specifiche, sebbene siano influenzabili da narrazioni ideologiche e analisi prodotte da centri studi di fondi d’investimento e grandi banche. Tuttavia, le correnti ideologiche generano solo “mode d’investimento” temporanee, destinate a scontrarsi con la realtà dei fatti.
Il boom della borsa di Tel Aviv in tempi di conflitto
Dopo quasi due anni dall’avvio delle ostilità contro Hamas, sorprendentemente la borsa di Tel Aviv si è rivelata più forte delle previsioni fatte dagli analisti. Nonostante un contesto caratterizzato da scontri multipli sul campo, una mobilitazione incessante delle forze armate israeliane, una gravissima crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, l’insorgere di denunce per presunti crimini bellici e manifestazioni popolari all’interno dello Stato israeliano, l’andamento dei mercati finanziari ha toccato vette mai viste prima. L’indice principale della borsa telavivense, noto come Tase, dopo aver subito un drastico ribasso pari al 23% a seguito degli attacchi risalenti al 7 ottobre 2023, è riuscito ad incrementare i suoi valori superando addirittura il 200% rispetto ai punti più bassi registrati.
A stimolare questa ripresa eccezionale sono stati significativi flussi d’investimenti provenienti dall’estero nonché la tenacia mostrata dal comparto tecnologico nazionale – cruciale per l’economia poiché genera circa il 20% dell’intero prodotto interno lordo (PIL), nonché copre oltre metà delle esportazioni nazionali. Il CEO Avi Hasson di Startup Nation Central ha sottolineato come gli operatori finanziari esteri abbiano sviluppato una visione meno pessimistica riguardo ai rischi economici ed economico-geopolitici principalmente grazie alla collaborazione strategica con Washington, alle pressioni esercitate su Hezbollah e all’operazione effettuata contro Teheran nel mese di giugno del 2025. Nel mese di maggio dell’anno 2025 si è registrata una significativa operazione da parte degli investitori esteri, i quali hanno comprato titoli quotati sul Tase per un valore approssimativo pari a 2,5 miliardi di shekel (che corrispondono a circa 743 milioni di dollari). Questo ha condotto a un volume totale d’acquisto dall’inizio dell’anno fissato a 9,1 miliardi di shekel (pari a 2,7 miliardi in valuta statunitense). Nello spazio temporale relativo al quarto trimestre del 2024, si nota come i debiti accumulati verso soggetti non residenti siano incrementati in misura consistente—precisamente con una variazione positiva pari a 27,5 miliardi di dollari, ottenendo così una somma globale che tocca i 554 miliardi. La valorizzazione dello shekel—che ha conseguito una crescita pari al 7% nei confronti della valuta americana post-conflitto con l’Iran—insieme alla previsione di una riduzione dell’inflazione nel rispetto dei parametri definiti dalla banca centrale per il terzo trimestre del medesimo anno potrebbe creare le condizioni favorevoli per esperire manovre dirette ad alleviare le politiche monetarie nei mesi avvenire.

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Il ruolo della tecnologia e degli investimenti esteri
L’industria tecnologica in Israele si afferma come un pilastro fondamentale dell’economia nazionale, attirando notevoli flussi d’investimento dall’estero. Questa vitalità del settore è ulteriormente sostenuta da una percezione generale di riduzione delle minacce geopolitiche, che ha generato una crescita significativa nella borsa di Tel Aviv. La sinergia tra le forze armate statunitensi e quelle israeliane, così come le operazioni militari dirette contro Hezbollah e l’Iran, ha incrementato il livello di fiducia degli investitori globali. Il crescente apporto di capitale straniero non solo ha avuto effetti positivi sullo shekel ma anche sull’intera stabilità economica del paese.
Oltre l’etica: la razionalità dei mercati
I mercati finanziari non sono vincolati da questioni etiche; piuttosto seguono una logica intrinseca che si fonda su elementi quantitativi come dati economici, previsioni ed aspettative future. In questo contesto emerge il successo imprenditoriale di Israele, così come l’efficacia delle strategie di Donald Trump: entrambi i casi dimostrano chiaramente che le dinamiche del mercato tendono a premiare scenari e personalità in grado di generare valore tangibile anche in situazioni moralmente complesse. Infatti, la straordinaria resilienza della tecnologia israeliana unita alla sua abilità nel catturare capitali stranieri ha determinato una solidificazione della fiducia degli investitori; questo fenomeno è stato ulteriormente amplificato dalle scelte politiche portate avanti da Trump che hanno sostenuto un incremento nell’espansione dei mercati finanziari.
Navigare le acque dell’economia: una bussola per il futuro finanziario
Comprendere la dicotomia tra etica e logica di mercato è fondamentale per orientarsi nel complesso mondo della finanza. Una nozione base di economia ci insegna che i mercati sono influenzati da una molteplicità di fattori, tra cui la fiducia degli investitori, la stabilità politica e le performance economiche. Ignorare questi fattori, basandosi esclusivamente su considerazioni etiche, può portare a decisioni di investimento errate.
Un concetto più avanzato è quello dell’“efficienza del mercato”, che suggerisce che i prezzi degli asset riflettono tutte le informazioni disponibili. Sebbene questa teoria sia oggetto di dibattito, sottolinea l’importanza di analizzare attentamente i dati economici e le tendenze del mercato, piuttosto che affidarsi a giudizi morali.
Riflettiamo: in un mondo sempre più interconnesso, come possiamo conciliare i nostri valori etici con le dinamiche spesso spietate dei mercati finanziari? La risposta non è semplice, ma richiede una profonda comprensione dei meccanismi economici, una costante analisi dei dati e una buona dose di consapevolezza critica.







