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- Fitch declassa Afreximbank a BBB-, scatenando la reazione dell'Unione Africana.
- L'African Credit Rating Agency (ACRA) punta a operare da settembre.
- Prime valutazioni del debito da fine 2025/inizio 2026, sfida all'oligopolio.
L’Unione Africana si prepara a sfidare il dominio delle agenzie di rating occidentali, un’iniziativa che potrebbe riscrivere le regole del gioco finanziario nel continente e non solo. La miccia che ha innescato questa reazione è stata la recente decisione di Fitch di declassare l’African Export-Import Bank (Afreximbank) al livello BBB-, una valutazione che l’Unione Africana considera ingiustificata e frutto di una scarsa comprensione delle dinamiche finanziarie africane.
La genesi della discordia
Il declassamento di Afreximbank da parte di Fitch ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da tempo, infatti, serpeggia un malcontento diffuso tra i leader africani nei confronti delle agenzie di rating occidentali, accusate di applicare un “African Risk Premium” che penalizza ingiustamente le economie del continente. Questo presunto pregiudizio si tradurrebbe in costi di finanziamento più elevati per i paesi africani, limitandone le opportunità di crescita e sviluppo.

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La risposta africana: nasce l’African Credit Rating Agency
Per contrastare quello che percepiscono come un sistema iniquo, l’Unione Africana ha deciso di passare all’azione, progettando la creazione di una propria agenzia di rating: l’African Credit Rating Agency (ACRA). L’obiettivo è ambizioso: spezzare l’oligopolio di Fitch, S&P e Moody’s e fornire una valutazione più accurata e imparziale del rischio sovrano e corporate in Africa. Si prevede che ACRA possa iniziare a operare già a settembre, con le prime valutazioni del debito previste tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
Un’impresa ardua
Nonostante l’entusiasmo e la determinazione, la strada per ACRA non sarà certo in discesa. Le agenzie di rating occidentali godono di una solida reputazione e di una vasta esperienza, oltre a disporre di risorse finanziarie e umane considerevoli. ACRA dovrà quindi dimostrare di essere in grado di competere ad armi pari, offrendo valutazioni affidabili e tempestive, basate su una profonda conoscenza delle specificità del contesto africano. Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di ACRA di guadagnarsi la fiducia degli investitori internazionali e di affermarsi come un punto di riferimento credibile nel panorama del rating globale.
Verso un nuovo equilibrio finanziario?
La nascita di ACRA rappresenta un passo significativo verso una maggiore autonomia finanziaria per l’Africa. Se l’agenzia riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi, potrebbe contribuire a ridurre l’African Risk Premium, abbassando i costi di finanziamento per i paesi africani e favorendo lo sviluppo economico del continente. Allo stesso tempo, l’iniziativa potrebbe stimolare una maggiore concorrenza nel settore del rating, spingendo le agenzie occidentali a rivedere le proprie metodologie e a tenere maggiormente conto delle specificità dei mercati emergenti.
Riflessioni conclusive: un’opportunità per ripensare il sistema finanziario globale
L’iniziativa dell’Unione Africana ci invita a riflettere sul ruolo delle agenzie di rating nel sistema finanziario globale. È fondamentale che queste istituzioni operino in modo indipendente e imparziale, fornendo valutazioni accurate e trasparenti che riflettano la reale situazione economica e finanziaria dei paesi e delle imprese. Solo in questo modo è possibile garantire un’allocazione efficiente del capitale e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva.
Un concetto base di economia e finanza che si applica perfettamente a questa situazione è quello del “rischio paese”. Il rischio paese rappresenta la probabilità che un paese non sia in grado di onorare i propri debiti sovrani, influenzando direttamente i tassi di interesse che deve pagare per finanziarsi sui mercati internazionali. Un’agenzia di rating che valuta il rischio paese in modo distorto può quindi avere un impatto significativo sull’economia di un intero continente.
Un concetto più avanzato è quello della “teoria del portafoglio”. Gli investitori, quando costruiscono un portafoglio, cercano di diversificare il rischio investendo in asset diversi, provenienti da paesi e settori diversi. Se le agenzie di rating penalizzano sistematicamente i paesi africani, gli investitori potrebbero essere indotti a sottopesare questi mercati nei loro portafogli, privando l’Africa di capitali preziosi per la sua crescita.
Questa vicenda ci spinge a interrogarci su come possiamo contribuire a creare un sistema finanziario più equo e inclusivo, in cui tutti i paesi abbiano le stesse opportunità di accedere ai capitali necessari per il loro sviluppo. La sfida è complessa, ma è fondamentale per costruire un futuro più prospero per tutti.







