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- La "revenge tax" aumenta le imposte sui redditi passivi fino al 20%.
- L'indice S&P 500 è aumentato solo dello 0.4% quest'anno.
- Il debito pubblico USA potrebbe salire di 3.300 miliardi di dollari.
Assolutamente. Ecco l’articolo riformulato come richiesto, con le frasi indicate profondamente parafrasate:
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L’ombra della “Revenge Tax” di Trump: una minaccia per l’economia globale?
Il panorama economico internazionale è scosso da una potenziale svolta protezionistica promossa dall’amministrazione Trump, con l’introduzione della Sezione 899, soprannominata “revenge tax”. Questa misura, inserita nel disegno di legge sul rinnovo del quadro fiscale statunitense, mira a penalizzare i Paesi con politiche fiscali ritenute “discriminatorie” verso gli Stati Uniti. L’impatto di tale mossa potrebbe essere significativo, innescando una vera e propria guerra finanziaria con ripercussioni su azioni, obbligazioni e sul valore del dollaro.
La Sezione 899 prevede un aumento delle imposte federali sui redditi passivi statunitensi percepiti da soggetti esteri, come interessi, dividendi e royalties, con un incremento fino al 20% rispetto all’aliquota standard. *Questa sanzione fiscale riguarderebbe primariamente nazioni quali Regno Unito, Francia, Canada e Australia, ree di aver introdotto gravami sui servizi digitali che colpiscono i giganti tecnologici americani quali Meta e Google, o di aver aderito a iniziative per una tassazione minima globale sui profitti delle aziende.

- 👍 Ottima analisi! Però forse si sottovaluta l'impatto......
- 🤔 Questa 'revenge tax' mi sembra un autogol......
- 🔄 E se invece fosse una mossa per riequilibrare...?...
Le reazioni dei mercati e le preoccupazioni degli analisti
La risposta dei mercati finanziari, sebbene per ora contenuta, potrebbe inasprirsi. Secondo l’analisi di Deutsche Bank, la Sezione 899 configura una “legalizzazione della guerra dei capitali”, compromettendo la natura aperta dei mercati finanziari statunitensi e utilizzando il sistema fiscale come leva per fini geopolitici. Vi è il timore che questa politica possa indebolire la valuta americana, causare un rialzo dei rendimenti dei titoli di stato a lungo termine e disincentivare gli investimenti in asset americani, proprio in un momento in cui il Tesoro statunitense necessita di consistenti flussi di capitali esterni per coprire il proprio disavanzo.
Michael Brown, strategist presso Pepperstone, ha manifestato le notevoli inquietudini dei clienti internazionali, rimarcando come tali disposizioni rendano meno appetibili i Treasury e altri strumenti finanziari statunitensi, già percepiti come meno sicuri.
Un protezionismo fiscale per sostenere i tagli alle tasse?
La Sezione 899 trova ampio consenso tra i Repubblicani e rappresenta un tentativo dell’amministrazione Trump di sostenere i tagli fiscali contenuti nel disegno di legge. La logica sottostante a questa misura riflette le proposte dell’economista Stephen Miran, ora a capo del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca, il quale aveva suggerito l’applicazione di “commissioni d’uso” agli investitori esteri per riequilibrare il valore del dollaro e ridurre gli squilibri commerciali a livello globale.
Tuttavia, il mercato sembra già aver reagito con cautela verso gli asset americani. L’indice S&P 500 ha registrato un aumento limitato, solo dello 0,4% dall’inizio dell’anno, in netto contrasto con il +20% dell’indice tedesco e il +18% di Hong Kong. Il Bloomberg Dollar Index ha subito una flessione del 7%, mentre i Treasury hanno offerto un rendimento del 2%, contro il +5% dei bond globali. Nonostante i timori di fuga di capitali, l’amministrazione Trump sembra convinta che l’appetito estero per gli asset statunitensi sia talmente forte da non essere a rischio.
Le possibili conseguenze per l’Italia e l’Europa
La “revenge tax” potrebbe avere conseguenze significative anche per l’Italia e l’Europa. I parlamentari del Partito Democratico hanno presentato interrogazioni al Governo italiano per valutare l’impatto della riforma fiscale di Trump sull’economia e sugli investimenti italiani. La Section 899 penalizzerebbe gli scambi finanziari tra gli Stati Uniti e le nazioni che adottano regimi fiscali considerati “discriminatori” nei confronti delle multinazionali americane, come ad esempio la digital tax italiana o le normative OCSE sulla tassazione minima globale.
Le ripercussioni per l’Italia potrebbero essere severe, con un aumento delle imposte su dividendi, interessi, royalty, redditi immobiliari e partecipazioni in società, colpendo anche enti istituzionali come Cassa Depositi e Prestiti. Sotto scacco anche gli accordi bilaterali volti a evitare la doppia imposizione fiscale. Si chiede al Governo italiano se sia stata effettuata una valutazione d’impatto per l’Italia, se si intenda intervenire per proteggere soggetti pubblici e investitori italiani, se l’Esecutivo intenda sostenere l’iniziativa europea per una digital tax comunitaria e se l’accordo firmato a Washington comporti di fatto l’abrogazione della web tax italiana.
Un Debito Insostenibile: La Crisi Silenziosa che Minaccia il Futuro Economico Americano
Parallelamente alla “revenge tax”, un’altra minaccia incombe sull’economia statunitense: l’aumento vertiginoso del debito pubblico. Per anni, la politica statunitense ha ignorato le conseguenze di un debito pubblico in continua crescita, ma gli sviluppi recenti potrebbero far precipitare la situazione. La legge finanziaria in discussione al Congresso, soprannominata “One big beautiful bill act” da Trump, mira a estendere i tagli fiscali approvati nel 2017 e ad aumentare la spesa per le forze armate e per il controllo dell’immigrazione.
Secondo le proiezioni del comitato per un bilancio federale responsabile, il provvedimento farebbe lievitare il debito pubblico di almeno 3.300 miliardi di dollari entro la fine del 2034, portando il rapporto debito/PIL a un picco storico del 125%. Contestualmente, il deficit annuale passerebbe dal 6,4% del 2024 al 6,9% del PIL. La decisione dell’agenzia di rating Moody’s di ritirare la tripla A ai titoli di stato americani potrebbe portare i creditori degli Stati Uniti a chiedere rendimenti più elevati per comprare il debito, rendendo più costoso per lo stato finanziare il debito e facendo crescere i costi dei prestiti per le famiglie e le imprese.
La maggior parte degli economisti è convinta che gli Stati Uniti debbano fare in fretta qualcosa per riportare il debito federale su un percorso sostenibile, ma il clima politico a Washington rende difficile trovare soluzioni condivise. La miopia politica e la scarsa comprensione della situazione fiscale da parte degli statunitensi rischiano di compromettere il futuro economico del paese.
Amici lettori, di fronte a queste dinamiche complesse, è fondamentale comprendere alcuni concetti chiave.
Una nozione base di economia e finanza è il concetto di debito pubblico. Il debito pubblico rappresenta l’ammontare totale dei debiti contratti da uno Stato per finanziare le proprie attività. Un debito pubblico eccessivo può portare a una perdita di fiducia da parte degli investitori, a un aumento dei tassi di interesse e a una riduzione della crescita economica.
Una nozione avanzata è la curva di Laffer*, che illustra la relazione tra aliquote fiscali e gettito fiscale. Secondo questa teoria, un aumento eccessivo delle aliquote fiscali può portare a una riduzione del gettito fiscale, in quanto disincentiva l’attività economica e l’investimento.
Questi eventi ci spingono a riflettere sul ruolo della politica fiscale e monetaria nella gestione dell’economia globale. È cruciale che i governi adottino politiche responsabili e sostenibili, che promuovano la crescita economica e la stabilità finanziaria nel lungo termine. La “revenge tax” e l’aumento del debito pubblico rappresentano segnali di allarme che non possono essere ignorati.
- Dettagli sulla Sezione 899 e la risposta degli Stati Uniti alle tasse digitali estere.
- Sito ufficiale del Dipartimento del Tesoro USA, approfondimenti su politiche fiscali.
- Analisi di Pepperstone sulla Sezione 899 e le sue potenziali conseguenze.
- Pagina ufficiale del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca.







